Rialto    IdT

 

Aimeric de Pegulhan, Atressi·m pren quom fai al joguador (BdT 10.12),

En Amor trop alques en qe·m refraing (BdT 10.25),

Longamens m’a trebaillat e malmes (BdT 10.33),

Maintas vetz sui enqueritz (BdT 10.34),

Per solatz d’autrui chant soven (BdT 10.41)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 All’interno della produzione lirica di Aimeric de Pegulhan, le canzoni Atressi·m pren quom fai al joguador (BdT 10.12), En Amor trop alques en qe·m refraing (BdT 10.25), Longamens m’a trebaillat e malmes (BdT 10.33), Maintas vetz sui enqueritz (BdT 10.34) e Per solatz d’autrui chant soven (BdT 10.41) sono contraddistinte da un doppio invio ai protettori Beatrice d’Este e Guglielmo Malaspina. In particolare, ad eccezione di Longamens m’a trebaillat e malmes (BdT 10.33) – in cui si verifica la situazione inversa – a Beatrice è dedicata la seconda tornada e a Guglielmo la prima. Appare scontato «che Amerigo fosse particolarmente grato e affezionato a entrambi» (Zingarelli 1899, p. 33): l’assetto testuale potrebbe dunque riflettere un doppio patrocinio occasionale. Più realisticamente, ciò induce a sospettare «che fra i due esistesse un qualche rapporto e che fra le due corti in un certo momento si stesse formando un legame che venne meno con la morte improvvisa del marchese e il ritiro in convento di Beatrice: nell’area dei Malaspina gli Estensi avevano feudi e costituiranno più tardi una propaggine del loro stato padano-appenninico» (Folena 1990, p 44).

Come noto, nel 1220 Beatrice d’Este si ritirò a vita monastica. Lo stesso anno – più precisamente verso la fine di aprile (cfr. De Bartholomaeis 1931, vol. I, nota alle pp. 238-239) – morì Guglielmo Malaspina, figlio di Moroello I, i cui discendenti – a partire da Obizzino – verranno denominati Malaspina dello Spino Fiorito (per un quadro delle testimonianze letterarie relative alla corte malaspiniana vedi Caïti-Russo 2006). Si è ipotizzato che il ritiro in convento da parte della dama sia da porre in relazione alla morte di Guglielmo, cui era promessa, «probabilmente per un trattato di matrimonio […] fra quelle due case principesche, aventi comune origine e non lontana parentela» (Cavedoni 1858, p. 268): a sostegno di questa ipotesi, d’altra parte, non vi sono fonti storiche se non la testimonianza del doppio invio nelle tornadas dei cinque componimenti di Aimeric de Pegulhan (cfr. Paolini 1993). I rapporti fra le due famiglie proseguono in ogni caso negli anni successivi: tralasciando il caso di Giovanna, moglie di Azzo VII, probabilmente di origine malaspiniana – come intuibile da Arnaldon, per na Johana (BdT 461.27a), vv. 1-3 –, occorre segnalare come Cubitosa d’Este, figlia di Azzo VII, si fosse unita in matrimonio con Isnardo Malaspina (si veda l’albero genealogico in Chiappini 2001, p. 47). Azzo VI sognava infatti le nozze di Beatrice già nel 1212, e presumibilmente anche prima: «qui eam intendebat et desiderabat regalibus conubiis copulare» (Brunacci 1767, p. 183). La posizione è condivisa vari studiosi: quanto al ritardo del matrimonio, le ragioni vanno forse ricondotte alle sfortunate vicende della Marca di Ancona e alla distruzione di Este (Melli 1978, p. 68). Così infatti Bettini Biagini 1981, p. 39: «nessuna composizione del Pegulhan indica la sua presenza alla corte estense tra il 1212 e il 1220; in nessuno dei versi da lui indirizzati a Guglielmo posteriormente al 1212 al marchese è affiancata Beatrice: questo fa sospettare che, se trattative di nozze ci furono tra le due famiglie, esse furono interrotte non per la morte di Guglielmo, ma per quella di Azzo VI».

Sicuramente composta in Este è la canzone Maintas vetz sui enqueritz (BdT 10.34), giacché Aimeric la indirizza «Vas Malespina» (v. 57). Dal momento che la critica è concorde nel ritenere probabile la presenza di Aimeric a Oramala dal 1213 fino al 1220 (vedi almeno Caïti-Russo 2005, pp. 85-87), la canzone dovrebbe dunque essere stata composta prima del suo soggiorno in terra malaspiniana. In ogni caso, nonostante sia ragionevole fissare al 1213 il terminus ante quem della composizione delle liriche per Beatrice e Guglielmo, alcune difficoltà interpretative inducono a una certa prudenza. In primo luogo, la tenzone breve fra Guillem Raimon e Aimeric de Pegulhan, N’Aimeric, qe·us par d’aqest novel marqes? (BdT 229.2 = 10.35) sembrerebbe dimostrare che alcuni trovatori continuarono a fruire dell’ospitalità estense anche dopo la morte di Azzo VI. In secondo luogo, l’assetto testuale delle tornadas per Beatrice e Guglielmo all’interno della famiglia γ (vedi Avalle - Leonardi 1993, pp. 89-98) sembra discostarsi in più punti da quello rinvenibile in ε (Avalle - Leonardi 1993, pp. 75-89). In Atressi·m pren quom fai al joguador (BdT 10.12) il toponimo d’Est – che identifica Na Beatritz d’Est (v. 43) – è obliterato nei codici CEMR, i quali presentano varianti significative: il componimento risulta dedicato così a una generica Beatrice. Relativamente a En Amor trop alques en qe·m refraing (BdT 10.25) CMR presentano un ordine diverso delle coblas; C inverte inoltre gli invii (prima a Beatrice e poi a Guglielmo); MR non trasmettono la tornada per Beatrice; la lezione d’Est è rimaneggiata in larga parte della tradizione manoscritta, anche in codici non appartenenti alla famiglia γ. Ad ogni modo, l’affidabilità dei manoscritti che trasmettono entrambe le tornadas – ACDIJK – esclude l’ipotesi di due redazioni differenti (Caïti-Russo 2005, p. 148). Fenomeni di riscrittura del toponimo si rinvengono anche in Longamens m’a trebaillat e malmes (BdT 10.33), Maintas vetz sui enqueritz (BdT 10.34) e Per solatz d’autrui chant soven (BdT 10.41). Le problematiche citate – cui devono aggiungersi casi di perturbazione dell’ordine di coblas e tornadas, ma si vedano le schede dei componimenti – risultano significative perché alcuni componimenti di Aimeric de Pegulhan – Ades vol de l’aondansa (BdT 10.2), De tot en tot es er de mi partitz (BdT 10.22), Qui la vi en ditz (BdT 10.45) – sono dedicati a una non meglio specificata Beatrice che, almeno in un caso, è stata identificata con Beatrice di Mangona, morta nel 1225. In ultima analisi, si potrebbe supporre che i copisti di γ abbiano obliterato il toponimo d’Est non per confusione fra le due dame (i riferimenti a Beatrice di Mangona nel corpus occitano sono infatti di gran lunga minoritari), ma al fine di rendere fruibile il riferimento onomastico – che in tal modo rimane indistinto – in altri contesti non italiani.

 

 

Bibliografia

 

Avalle - Leonardi 1993

d’Arco Silvio Avalle, I manoscritti della letteratura medievale in lingua d’oc, nuova edizione a cura di Lino Leonardi, Torino 1993.

 

Bettini Biagini 1981

Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981.

 

Brunacci 1767

Della B. Beatrice d’Este vita antichissima, ora la prima volta pubblicata con dissertazione dell’Abbate Brunacci, Padova 1767.

 

Caïti-Russo 2005

Gilda Caïti-Russo, Les troubadours et la cour de Malaspina, Montpellier 2005.

 

Caïti-Russo 2006

Gilda Caïti-Russo, «La corte malaspiniana e i suoi cantori: dal mito dantesco alla storia di uno spazio “cortese”», in Pier delle Vigne in catene da Borgo San Donnino alla Lunigiana Medievale. Itinerario alla ricerca dell'identità storica, economica e culturale di un territorio. Atti del convegno itinerante (28 maggio 2005 - 13 maggio 2006), Sarzana 2006, pp. 65-80.

 

Cavedoni 1858

Celestino Cavedoni, «Delle accoglienze e degli onori ch’ebbero i trovatori provenzali alla corte dei Marchesi d’Este», Memorie della Reale Accademia di Modena, 2, 1858, pp. 268-312.

 

Chiappini 2001

Luciano Chiappini, Gli Estensi. Mille anni di storia, Ferrara 2001.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Folena 1990

Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137.

 

 Melli 1978

Rambertino Buvalelli, Le Poesie, edizione critica con introduzione, traduzione, note e glossario, a cura di Elio Melli, Bologna 1978.

 

Paolini 1993

Lorenzo Paolini, «Beatrice d’Este», in Dizionario Biografico degli Italiani, 43, 1993, versione in rete (www.treccani.it).

 

 Zingarelli 1899

Nicola Zingarelli, Intorno a due trovatori in Italia, Firenze 1899.

Luca Gattii

24.viii.2017


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