Rialto    IdT

16a.2

 

   

Alberico da Romano

 

 

 

 

   
   

I.

   
   

Na Maria, pretç e·l fina valors

 

Signora Maria, il pregio e il puro valore e il piacere e il senno e la perfetta bellezza e l’accoglienza e il pregio e gli onori e i gentili discorsi e il piacevole intrattenimento e il dolce viso e l’allegra condotta e il dolce sguardo e l’amabile aspetto che sono in voi, per cui non avete eguali, mi fanno avvicinare a voi senza animo ingannatore.

   

e·l giois e·l sens e la fina beutatç

 
   

e l’acuglirs e·l pretç e las onors

 
4  

e·l gintç parlars e l’avinens solas

 
   

e la doç cara e la gaia acundansa

 
   

e·l ducç esgartç e l’amoros semblan

 
   

ce son e vos, don non avetç egansa,

 
8  

me fan traire vas vos sis cor truan.

 
   

 

   
   

II.

   
   

Per ce vos prec, si·us platç, ce fin’amors

 

Per ciò vi prego, se vi piace, che puro amore e gioia e dolce umiltà possano essermi d’aiuto nei vostri confronti al punto che mi doniate, bella donna, se vi piace, ciò da cui più spero di ottenere gioia, poiché in voi ho (riposto) il mio cuore e il mio desiderio e da voi mi proviene ogni motivo di felicità e per voi spesso sospiro.

   

e gausimentç e doutç umilitatç

 
   

me puosca far ab vos tan de socors

 
12  

ce mi donetç, bella dopna, si·us platç,

 
   

so don plus ai d’aver gioi esperansa,

 
   

car en vos ai mon cor e mon talan

 
   

e per vos ai tut so c’ai d’alegransa

 
16  

e per vos vauc mantas ves sospiran.

 
   

 

   
   

III.

   
   

E car beutas e valors vos enansa

 

E poiché la bellezza e il valore vi elevano sopra tutte, tanto che nessuna vi è davanti, vi prego, se vi piace, per ciò che vi fa onore, che non amiate un pretendente vile.

   

sobra tutas, c’una no·us es denan,

 
   

vos prec, se·us plas, per so ce·us es onransa,

 
20  

ce non ametç entendidor truan.

 
   

 

   
   

IV.

   
   

Bella dompna, cui pretç e giois enança

 

Bella donna, che pregio e gioia e gentile eloquio elevano, a voi le mie strofe mando, poiché in voi c’è allegria e gioia e tutte le qualità che si richiedono a una dama.

   

e gientç parlars, a vos mas coblas man,

 
   

car e vos es gaessa et alegransa

 
24  

e tutç lo bens c’om e dona deman.

 

 

 

 

Testo: Chiara Cappelli, Rialto 16.i.2017.


5. Il verso, considerato ipermetro, è stato corretto in vari modi dagli editori: Schultz-Gora pubblica e la dous car’ e la gaja cuendansa, mentre Rieger, eliminando una congiunzione, e la dous cara, la gaia cuendanza. Noi abbiamo preferito non modificare il testo e attenerci alla lezione del manoscritto, dal momento che il computo delle sillabe risulta corretto se si considera la sinalefe tra gaia e acundansa e tra cara ed e.

8. fan: Rieger legge fay.

9. per: Bertoni legge por e corregge ce con ço, correzione non necessaria poiché il sintagma per que con valore conclusivo è frequente a inizio di frase e/o cobla.

10. Bertoni modifica la seconda congiunzione in et.

13. Rieger afferma di leggere ni mon cor nel manoscritto ma pubblica ai mon cor poiché considera erroneamente quest’ultima lezione come una correzione di Schultz-Gora; tuttavia, nel manoscritto si legge chiaramente ai.

17. Rieger pubblica onransa al posto della lezione del ms., enansa, dichiarando di preferire la rima identica che si viene a creare col v. 19 piuttosto che quella col v. 21, considerando erroneamente l’enansa presente nel testo di Schultz-Gora una correzione dell’editore.

20. L’espressione entendidor truan, attestata solo qui, è stata variamente interpretata dagli studiosi che sostengono l’interpretazione omoerotica del testo: si vedano le Circostanze storiche.

21. enança: Riger dichiara di leggere nel ms. onanza e di correggere tale lezione con enansa.

23. Rieger legge aessa nel manoscritto ma corregge con saessa nell’edizione del 1989, saess’ in quella del 1991; tuttavia, il manoscritto trasmette la lezione gaessa.

24. dona: Schultz-Gora legge domna.

[CC]


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Testo   Circostanze storiche