Testo: Cesare Mascitelli, Rialto 26.ix.2018. 1. Seinher N’Enfantz: il testo si apre con un’allocuzione che, in virtù della menzione di Fredericx al v. 31, non può che essere rivolta a Federico d’Aragona (1273/1274-1337). Il fatto che Federico sia designato come Enfantz indica che il testo è anteriore all’incoronazione a re di Sicilia del principe aragonese, ufficializzata nel 1296. Si vedano le Circostanze storiche. 9. La forma rontz è ricondotta al verbo ronsar (cf. DOM, s.v., «rider, froncer») da Tobler, «Der provenzalische Sirventes», p. 243, che ne rintraccia un’analoga attestazione in Peire Duran, Midons, cui fui, deman del sieu cors gen, BdT 339.3 («ni·ls huelhs ronsar», v. 19). 11. prim cabeil: prim vale ‘sottile’ (cf. DOM, s.v., «fin, subtil»). È l’espressione di disprezzo impiegata dal poeta nei confronti di chi non gradisce il suo consiglio a Federico (per cui si veda il v. 9). 12. Monteil: l’ipotesi di Tobler, «Der provenzalische Sirventes», p. 241, che si tratti di Montijo, in Castiglia, è accolta da De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche, p. 296, che precisa: «Inutile dire che la menzione di quella località non ha qui che un valore puramente retorico, volendo significare tutta la Spagna». 16. roveil: la correzione, già di Tobler, si rende necessaria perché il verso abbia un senso coerente con l’appello alle armi dell’anonimo trovatore (cf. DOM, s.v. rovilhar, «rouiller, couvrir de rouille»). 18. Si noti l’anacoluto con il verso precedente. 22. Il verso, che trae ispirazione dal campo lessicale della falegnameria, restituisce un’immagine particolarmente realistica che si ricollega ai doveri di un buon re: Federico deve dunque talhar (cf. DOM s.v., «tailler, couper») per esibire la propria inflessibilità, blandir (cf. DOM s.v., «traiter avec faveur») per ottenere l’altrui riconoscenza e dolar (cf. DOM s.v., «doler, raboter») per appianare le divergenze. 29-32. Si noti l’espediente retorico dell’interpretatio nominis, artificio ben attestato nella poesia trobadorica (quali, ad esempio, Esclarmunda in Montanhagol, No sap per que va son joi plus tarzan, BdT 225.9; Raimon in Peire Cardenal, Ben volgra, si Dieus o volgues, BdT 335.12; N’Audoart in Cerverí de Girona, Pus li rey laxon la ley, BdT 434a.52). De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche, p. 296 nella nota al v. 32, rinvia in particolare ad Aimeric de Peguilhan, En aquel temps que·l reis mori n’Anfos (BdT 10.26) e Guilhem Figueira, Un nou sirventes ai en cor que trameta (BdT 217.8) per analoghi giochi etimologici sul nome Frederic, oggetto del contributo di Gianfelice Peron, «Il nome di Federico. Retorica e politica nella poesia trobadorica del Duecento», in Studi di Filologia romanza offerti a Valeria Bertolucci Pizzorusso, 2 voll., Pisa 2006, vol. II, pp. 1235-1252. In questa sede, si è scelto di tradurre fres-de-ricx in “freno dei ricchi” per garantire maggior fedeltà alla lettera del testo provenzale; ma il senso potrebbe essere piuttosto quello di “guida dei nobili”, giacché il freno o “morso” è tradizionalmente lo strumento utilizzato per la conduzione del cavallo. 34-35. L’appello del trovatore affinché Federico onori egualmente cavaler e soldader, cioè cavalieri della nobiltà e mercenari della guerra, è qui indicativa della necessità di ricorrere a tutti i mezzi per sostenere il proprio pregio. 36. Quella di ‘chiedere il fuoco’ sembra un’espressione proverbiale. Tobler, «Der provenzalische Sirventes», p. 245, ne rintraccia la presenza anche nel Jaufre, facendo riferimento alla forma attestata nei mss. Bc («cui focs a ops, ades lo quer», v. 7782), giudicata però da Charmaine Lee, Jaufre, Roma 2006, p. 427 come «lectio facilior» rispetto alla lezione «conservata da A» (cioè qui foc a ops a dit lo quer, più aderente a quella del nostro sirventese e messa peraltro a testo da Clovis Brunel, Jaufré. Roman arthurien du XIIIe siècle en vers provençaux, 2 voll., Paris 1943, vol. II, p. 56). 40. Letteralmente ‘non lo facciate [essere] dietro nel prendere’: si tratta dunque di un’esortazione a non tardare nel ricompensare chi esibisce per primo il proprio valore in battaglia (cioè a colui che als colps sarà primer, come si dice al v. 39). [CM] |