Anonimo, Totas honors e tuig faig benestan (BdT 461.234)

Circostanze storiche

 

 

 

 

Il planh anonimo Totas honors e tuig faig benestan (BdT 461.234) per la morte di Manfredi di Svevia (26 febbraio 1266), forse opera di un autore italiano e trasmesso in una sezione fortemente connotata da un punto di vista storico – una raccolta di compianti – dei canzonieri I e K, è di datazione incerta ma con ogni probabilità fu composto a ridosso della morte del re. Il componimento va letto nel quadro delle molte testimonianze trobadoriche sulle lotte per la supremazia in Italia dopo la morte di Federico II (1250) e in particolare in relazione ai testi sulla guerra tra Manfredi e Carlo I d’Angiò (in generale vd. Merkel 1888; Barbero 1983; Aurell 1989, pp. 163-175; un regesto dei testi su Manfredi in Meliga 2005, p. 866).

Il sovrano angioino non fu amato dai trovatori; forse perché, almeno fino a quando non riscosse l’approvazione e il supporto finanziario dei banchieri fiorentini, Carlo, rispetto a Manfredi, fu di certo il principe povero (Najemy 2006, p. 72; su Carlo vd. in generale Dunbabin 1998 e Abulafia 2000). Alla corte angioina circolavano senz’altro materiali trobadorici (vd. in generale Asperti 1995); resta tuttavia assodata «la quasi completa assenza di testimonianze favorevoli» (Borsa 2006, p. 379) all’angioino, se non fosse per il sirventese ‘carlista’ di Peire de Chastelnou Oimais no·m cal far plus long’atendensa (BdT 336.1; vd. in generale Grimaldi 2009; Grimaldi 2010; Grimaldi 2011). Se nelle numerose fonti guelfe Manfredi – come già Federico e poi ancora Corradino – è ritratto come un anticristo piuttosto che come un principe cavalleresco, nel corpus trobadorico è infatti possibile individuare una significativa vena ghibellina (l’assimilazione all’anticristo è un elemento tipico delle campagne di pro­paganda politica di parte papale; vd. Flori 2010, p. 141; ma sulla figura storica di Manfredi vd. almeno Pispisa 1999).

Il testo, caratterizzato dalla ripresa di vari elementi del modello metrico, il planh di Gaucelm Faidit Fort chauza es que tot lo major dan (BdT 167.22), per lessico e motivi aderisce strettamente al genere del compianto (il ricordo degli atti valorosi del defunto; il motivo della decadenza del mondo) e più in generale al sirventese morale trobadorico. Rispetto al modello di Gaucelm Faidit e al genere del planh, Totas honors si distingue per l’utilizzo diffuso delle personificazioni. Fermo restando l’alto tasso di formalismo, dal punto di vista storico si può notare come alcuni dei tópoi qui presenti potessero essere letti in maniera del tutto concreta dal pubblico di riferimento. Già negli anni delle guerre ‘ezzeliniane’ «la vecchia militia stava in realtà sparando le ultime cartucce» (Maire-Vigueur 2004, p. 63); nel planh per Manfredi le affermazioni sulla decadenza dei milites (decadenza reale e materiale e non solo ideale) avevano forse anche un accento realistico. L’anonimo di Totas honors descrive un mondo che finisce ma non pacificato, dove Manfredi (o comunque un nuovo Svevo), come Artù dovrebbe ‘realmente’ ritornare (anche il tópos dell’attesa dei Bretoni poteva forse essere inteso concretamente: vd. Grimaldi 2010, pp. 10-11).

Il planh offre anche informazioni sulla storia letteraria. Benché risulti assodata una tendenziale distinzione tra la generazione dei poeti legati a Federico II e quella sviluppatasi attorno a Manfredi e già proiettata verso la Toscana (Coluccia, in PSs, vol. III, p. XLIII), Totas honors può essere invece considerato come un’ulteriore testimonianza della persistenza della fortuna della poesia politica occitana accanto a quella in volgare di . Per la morte di Manfredi, che volle essere re d’Italia e che svolse una politica pienamente ‘italiana’, un poeta forse indigeno è ancora pienamente legittimato a utilizzare i modelli linguistici e stilistici trobadorici.

 

Bibliografia

Abulafia 2000

David Abulafia, «Charles of Anjou reassessed», Journal of Medieval History, 26, 2000, pp. 93-114.

 

Asperti 1995

Stefano Asperti, Carlo I d’Angiò e i trovatori. Componenti provenzali e angioine nella tradizione manoscritta della lirica trobadorica, Ravenna 1995.

 

Aurell 1989

Martin Aurell, La vielle et l’è­pée. Troubadours et politique en Provence au XIIIe siécle, Paris 1989.

            

Barbero 1983

Alessandro Barbero, Il mito angioino nella cultura italiana e provenzale fra Duecento e Trecento, Torino 1983.

 

Borsa 2006

 Paolo Borsa, «Letteratura antiangioina tra Provenza, Italia e Catalogna. La figura di Carlo I», in Gli Angiò nell’Italia nord-occidentale (1259-1382), a cura di Rinaldo Comba, Milano 2006, pp. 377-432.

 

Dunbabin 1998

 Jean Dunbabin, Charles I of Anjou: power, kingship and state-making in thirteenth-century Europe, London-New York 1998.

 

Flori 2010

 Jean Flori, La fine del mondo nel Medioevo, Bologna 2010.

 

Grimaldi 2009

 «Politica in versi: Manfredi dai trovatori alla “Commedia”», Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 24, 2009, pp. 79-167.

 

Grimaldi 2010

«“Sel que ten Polha en sa baylia”. Note sui sirventesi del canzoniere provenzale a», in Convivio. Cancionieros peninsulares, a cura di V. Beltran e J. Paredes, Granada 2010, pp. 83-95.

 

Grimaldi 2011

«Svevi e angioini nel canzoniere di Bernart Amoros», Medioevo Romanzo, 34, 2011, 2, pp. 315-43.

  

Maire Vigueur 2004

Jean-Claude Maire Vigueur, Cavalieri e cittadini. Guerra, conflitti e società nell’Italia comunale, Bologna 2004.

 

Meliga 2005

Walter Meliga, s.v. Trovatori provenzali, in Federico II. Enciclopedia fridericiana, 2 voll., Roma 2005, vol. II, pp. 854-867.

  

Merkel 1888

Carlo Merkel, «L’opinione dei contemporanei sull’impresa italiana di Carlo d’Angiò», Atti della Reale Acca­demia dei Lincei. Memorie della classe di scienze morali, storiche e filologiche, 5, 1888, pp. 277-435.

 

Najemy 2006

John M. Najemy, A History of Florence 1200-1575, Oxford 2006.

 

Pispisa 1999

Enrico Pispisa, Medioevo Fridericiano e altri scritti, Messina 1999.

 

Pispisa 1999a

Enrico Pispisa, «L’eredità dell’imperatore: Federico II e Manfredi», in Pispisa 1999, pp. 179-192.

[MG]

23.iv.2015


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