Rialto    IdT

461.246

 

   

Anonimo

 

 

 

 

   
   

Va, cobla, al Iuge de Galur;

 

Va’, strofa, dal Giudice di Gallura; comunicagli che egli giuri e non spergiuri, perché non so incaricarlo d’altro, perciò fa bene a volermi fare dei doni.

   

mand qe iur e non periur,

 
   

qe d’al ren no·l sai enpazar,

 
4  

per qe fa ben qe·m vol donar.

 

 

 

 

Testo: Giorgio Barachini, Rialto 28.ix.2018.


1. I quattro Giudicati o rennos di Sardegna erano le quattro partizioni politico-amministrative dell’isola medievale, probabile evoluzione delle forme amministrative della dominazione bizantina. Quella nord-orientale era il Giudicato di Gallura, passato attraverso matrimonio ai Visconti di Pisa all’inizio del XIII secolo.

3. Enpazar non è una forma autonoma, bensì una variante grafica del verbo empachar secondo una scripta usata in questa sezione del codice (si veda anche Per zo no·m voill desconortar, BdT 461.193, a cui il manoscritto appone i nostri quattro versi a mo’ di tornada). Il significato è «beauftragen» (SW, II:371, accezione 3), eventualmente da conservare nel senso etimologico di ‘impacciare, ingombrare (con un incarico o incombenza)’. È corretta anche la supposizione di Levy (SW, II:372) che si domanda se nel presente nel ms. non sia da emendare in nol > no·l: in effetti, lo scambio di e per o occorre altrove in questa sezione del codice (cfr. Seigner Iuge, ben aug dir a la gen, BdT 461.217).

[GB]


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