Rialto    IdT

461.27a

 

   

Arnalt (Arnaut Catalan?) · Arnaldon

 

 

 

 

   

I.

   
   

Arnaldon, per na Johana

 

Arnaldon, grazie a Donna Giovanna s’impreziosiscono Este e la marca Trevigiana e Lombardia e Toscana, poiché, secondo ciò che sento dire dai valenti, ella è sovrana di pregio, perciò in terra lontana farò risuonare il suo valore sette giorni alla settimana.

   

val mais Est e Trevisana

 
   

e Lombardi’ e Toscana,

 
4  

char, segont c’aug als bons dir,

 
   

ill es de pretç soverana,

 
   

per ch’ieu en terra lontana

 
   

farrai son bon pretç audir

 
8  

los set jors de la setmana.

 
   

 

   
   

II.

   
   

N’Arnalt, ben floris e grana

 

Messer Arnalt, gioia e pregio ben fioriscono e danno frutto con Donna Giovanna: giacché al mondo non vi è catalana che tanto gentilmente sappia e fare e dire, dal momento che è cortese e umana più di qualsiasi altra cristiana; per cui faccio riecheggiare il suo pregio diritto là, oltre Castellane.

   

jois e pretç ab na Johana:

 
   

k’el munt no es Catalana

 
12  

tant jent sapza fair’e dir,

 
   

k’il es cortes’ et umana

 
   

mais de nulla christiana;

 
   

per ch’eu faz son pretç bruzir

 
16  

tot dreit lai part Chastellana.

 

 

 

 

Testo: Luca Gatti, Rialto 24.iii.2017.


1. Arnaldon. Quanto all’identificazione del personaggio, si potrebbe pensare a «un oscuro giullaretto di Provenza, che proclama la sua intenzione di diffondere la fama della principessa di là da Castellana, in Provenza» (Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137, a p. 54). A tal riguardo, occorre considerare come un altro giullare di nome Arnaldon compaia nei testi di Guilhem de Berguedà Ar el mes que la neu e·l frei (BdT 210.2), v. 29 e Talans m’es pres d’En Marques (BdT 210.18), v. 53. Nonostante un suffisso assai diffuso nei nomi di giullari sia -et (vedi Andrea Brusoni, «Problemi attributivi nel canzoniere di Gui de Cavaillon», Medioevo romanzo, 22, 1998, pp. 209-231, nota 80 a p. 229), tale funzione denominativa sembrerebbe qui sopperita dal suffisso -on, che in occitano individua il diminutivo (vedi Edward L. Adams, Word-Formation in Provençal, New York 1913, p. 244).

2. val. Per un altro caso di betacismo vedi Ki de placers e d’onor (BdT 461.209a), v. 7.

6. terra lontana. Si avverte nel passo un richiamo intertestuale a Quan lo rius de la fontana (BdT 262.5), v. 8: «Amors de terra lonhdana»; il fatto assume una rilevanza particolare, dal momento che nella poesia occitana non sono attestate altre riprese della iunctura di Jaufre Rudel. Arnaut sembrerebbe qui alludere alla sua terra d’origine.

8. setmana. L’emendatio della lezione tràdita dal ms., l’italianismo settemana, è necessaria al fine di sanare l’ipermetria del verso.

9. N’Arnalt. Ulteriore elemento a favore dell’identificazione di n’Arnalt con Arnaut Catalan si trova in Amics n’Arnautz, cent dompnas d’aut paratge (BdT 184.1 = 25.1) e Sinyer, [ab obs] vos conven qu’er (RM 21.1 = 18.42): Arnaut Catalan è chiamato, rispettivamente da Raimondo Berengario V e da Alfonso X, n’Arnauz e Don Arnaldo. Se si eccettua il partimen fra Vaquier e Catalan De las serors d’En Guiran (BdT 459.1 = 110.1), dove Arnaut è interpellato tramite il cognomen Catalan (ma l’identificazione con il trovatore è comunque sub iudice), nei componimenti dialogici il nomen del trovatore è sempre preceduto da particella onorifica.

11. Catalana. Pare evidente che «les Catalans jouissaient auprès des troubadours d’une excellente réputation de libéralité et de belle manières», in Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’œuvre de Bertran de Born, 2 voll., Aix-en-Provence 1985, vol. I, p. 52, a cui si rimanda per esempi e bibliografia pregressa.

12. sapza. La lezione sapz, tràdita dal ms., è inaccettabile: la completiva che implica un giudizio soggettivo si esprime con verbo al congiuntivo e non all’indicativo (Frede Jensen, Syntaxe de l’ancien occitan, Tübingen 1994, § 589; quanto all’omissione di que nella completiva vedi § 786). L’intervento, proposto anche dai precedenti editori, è necessario al fine di sanare un’ipometria di una sillaba, nonché di ristabilire la sintassi corretta. La grafia che qui si adotta e che garantisce una migliore aderenza all’usus del ms. trova riscontri ad esempio in due unica del canzoniere P, Ges per lo dit non er bos prez saubutz (BdT 461.133), v. 15 e Per zo no·m voil desconortar (BdT 461.193), v. 5.

15. bruzir. Vedi PD, s.v. brugir: «faire du bruit, bruire».

16. Chastellana. Con ogni probabilità si indica qui la località di «Castellane, Basses-Alpes»: cfr. Frank M. Chambers, Proper Names in the Lyrics of the Troubadours, Chapel Hill 1971, p. 95.

[LG]


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