Premessa

An, [De] bona domna voill (BdT 461.57)

 

 

 

 

Cobla anonima di argomento osceno-scatologico, ultimo componimento del florilegio che chiude il canzoniere G[1]. Si allinea, per stile e contenuto, al manipolo (che difatti la precede nel ms.) delle famigerate quattro coblas contraffatte su modelli lirici cortesi[2], a suo tempo edite dall’Appel (1898). Il particolare schema prosodico (distici di senari), inusitato per una strofa di canzone, sembrava tuttavia confutare l’ipotesi di contraffattura parodica anche per la nostra[3]. In realtà, non s’era cercato nel giusto posto. La spregiudicata creazione dell’Anonimo non riproduce infatti una cobla (isolata o di canzone che sia) bensì, come del resto la sua tipicissima metrica a rime baciate poteva far sospettare, i versi d’apertura di un capitoletto dell’ensenhamen di Garin lo Brun (ca. 1150), trasmessoci dallo stesso G (239) e da N[4]. Il riscontro, oltre ad avallare l’integrazione della sillaba d’attacco proposta da Pillet e accolta poi da Kolsen (e Sansone), ci permette di fruire del testo al suo originale livello parodico[5] che, legittimandone il contenuto, ne aumenta l’interesse letterario ed acuisce il significato misogino: l’antico poemetto didattico è difatti, col Bartsch, una «Unterweisung für eine Dame aus ritterlichem Stande, wie sie in allen Lebensverhältnissen sich zu benehmen habe»[6].

 

 

Bibliografia

 

Ms.: G (130v).

Edizione diplomatica: Giulio Bertoni, Il canzoniere provenzale della Riccardiana n° 2909, Dresden 1905, p. xlv, n. 1 [= Bertoni 1905]; id., Il canzoniere provenzale della Biblioteca Ambrosiana R. 71 sup., Dresden 1912, p. 437 [= Bertoni 1912].

Edizione critica: Adolf Kolsen, «Zwei provenzalische partimen und zwei coblas», Studi medievali, n.s., 12, 1939, pp. 183-191, alle pp. 189-190 [= Kolsen].

Altra edizione: I trovatori licenziosi, a c. di Giuseppe E. Sansone, Milano 1992 [= Sansone 1992], pp. 102-103 (testo Kolsen).