Premessa

An, Dompna, s’ieu vos clamei amia (BdT 461.97)

 

 

 

 

Cobla anonima basata sullo svolgimento semantico, immediatamente traslato nella sua dimensione cortese, di una paretimologia di amia[1]. Il sostantivo si immagina infatti composto da a, presentata quale interiezione funzionalizzata come segno di sconforto, e da mia[2],  possessivo con funzione identificativa del legame, cortese, che lega lio lirico alla donna amata, attraverso le specificazioni, rette da maves, servidor e amador.

Il testo era già stato edito da Kolsen, che, non avendone compreso limpianto, laveva largamente rimaneggiato e reso inoltre monometrico (tutti ottonari), inducendo forse in errore anche Frank[3].

 

 

Bibliografia

 

Ms.: P 61v.

Edizione diplomatica: Edmund Stengel, «Die provenzalische Liederhandschrift Cod. 42 der Laurenzianische Bibliothek in Florenz», Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, 50 (1872), pp. 240-284, alla p. 276.

Edizione critica: Adolf Kolsen, Beiträge zur altprovenzalischen Lyrik, Firenze 1939 (Biblioteca dellArchivum romanicum, 27), pp. 217-218.

Altra edizione: Costanzo Di Girolamo, «Pir meu cori allegrari», Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, n. 19, 2001, pp. 5-21, a p. 15.