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Anonimo, Quant [eu] escavalcai l’autr’an (BdT 461.200)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 La pastorella è confluita come unicum nel canzoniere Q all’interno di una serie di testi di varia provenienza e di vario genere rubricati come baladas all’inizio del codice. Essa è assente nel lavoro di De Bartholomaeis 1931. L’afferenza a un contesto italiano è, tuttavia, presunta da tutti gli editori del componimento con argomenti di diverso tipo. Innanzitutto, le caratteristiche linguistiche rispecchiano tipi attestati in area toscana nordoccidentale e non sono attribuibili all’ultimo copista che lavorava in Lombardia o in Veneto, pertanto la pastorella è certamente transitata da questa zona in fase di tradizione e forse vi è stata anche composta, giacché i toscanismi coinvolgono in almeno un caso sicuro anche la metrica e dunque sono in parte ineliminabili (cfr. Caïti-Russo 2005, note all’edizione, e Resconi 2014, pp. 278-279). Inoltre, procedendo su questo presupposto, il toponimo Montejan presente al v. 2 è identificabile, su proposta di Caïti-Russo 2005, con Montigiano (ant. Montisciano; prov. Lucca), casale attestato dal X secolo sulla diramazione montuosa delle Apuane che divide oggi Lucca da Viareggio (quest’ultimo inesistente a quel tempo), posto su una via di comunicazione all’epoca necessaria per andare in direzione nord-ovest, poiché tutta la piana tra Pisa e Massa era ampiamente paludosa e poco transitabile (ciò che giustifica anche l’uso del verbo toscaneggiante escavalcar ad indicare il tragitto transmontano compiuto dal cavaliere). In questo modo Montigiano viene a trovarsi prossimo ai possedimenti del personaggio presumibilmente menzionato nella strofa V, dove, in un verso ipometro di una sillaba, si legge nel codice guille(m) ma sina, corretto da tutti gli editori in Guillem Malaspina (Paden 1987, che l’attribuisce a un imprecisato intervento di Bertoni, Caïti-Russo 2005, Ricketts 2006). La menzione, se corretta, permette di datare la pastorella entro la fine di aprile del 1220, data di morte del nobile. Paden 1987, p. 555, suggerisce di restringere l’arco cronologico al 1218-1220 circa, sulla base del jacobin (v. 3) da lui inteso come in francese e cioè ‘domenicano, frate predicatore’: gli appartenenti al nuovo ordine fondato nel 1215 e riconosciuto nel 1217, da quest’ultimo anno si insediarono a Parigi in Rue St Jacques da cui il nome. Paden propone il 1218, pensando a un periodo di diffusione dell’appellativo, e si potrebbe anche ricordare che Domenico di Guzmán fu in Italia a più riprese in quegli anni, il che contribuì alla notorietà dell’ordine. L’interpretazione non si può dare, tuttavia, per certa, perché Caïti-Russo 2005 e Resconi 2014 ne forniscono una differente, come nome di giullare.

 

 

Bibliografia

  

Caïti-Russo 2005

Gilda Caïti-Russo, Les troubadours et la cour des Malaspina, Montpellier 2005.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Paden 1987

William Paden, The Medieval Pastourelle, 2 voll., New York - London 1987.

 

Resconi 2014

Stefano Resconi, «La lirica trobadorica nella Toscana del duecento: canali e forme della diffusione», Carte Romanze, 2, 2014, pp. 269-300.

 

Ricketts 2006

Peter T. Ricketts, «Quant eu cavalcava l’autr’an (PC 461,200): édition et traduction», Revue des langues romanes, 110, 2006, pp. 451-456. 

 

Giorgio Barachini

29.ii.2020


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