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Anonimo, Seigner N’Enfantz, s’il vos platz (BdT 461.219)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 Il sirventese Seigner N’Enfantz, s’il vos platz, conservato in attestazione unica nel canzoniere provenzale F, rappresenta una delle poche testimonianze della poesia occitana il cui protagonista è Federico d’Aragona, poi Federico III di Sicilia (1273/1274-1337), figlio di Pietro III d’Aragona e Costanza di Svevia. Resta tutt’ora ignoto l’autore del componimento: sulla base delle osservazioni linguistiche formulate da Stengel 1878, col. 63, e accolte da Tobler 1900, p. 238-239 (ma si vedano le obiezioni di Ruggieri 1953, p. 212 n. 19), il quale ipotizzava un autore di origine catalana, De Bartholomaeis 1931, vol. II, p. 295, formalizzò un’ipotesi di attribuzione di Seigner N’Enfantz a Pons Huc IV d’Empúries, già protagonista di uno scambio di sirventesi con Federico (A l’onrat rei Frederic terz vai dir, BdT 180.1). La proposta di De Bartholomaeis resta, ad ogni modo, puramente aleatoria, sebbene il sirventese – che rientra nella categoria del conselh – sia effettivamente riconducibile ad ambienti molto vicini a quelli della corona d’Aragona o persino ad ambienti siciliani.

Il testo, in cui al principe aragonese è attribuito esclusivamente l’appellativo di Enfantz (vv. 1, 15 e 41), lascerebbe intuire una datazione anteriore all’incoronazione di Federico, che si articolò in due momenti distinti: egli fu infatti proclamato re inizialmente l’11 dicembre 1295 a Palermo e riconfermato, con una seconda assemblea del Parlamento tenutasi nella cattedrale di Catania, il 15 gennaio del 1296 (Fodale 1995). È importante sottolineare che l’elezione di Federico, il quale volle espressamente farsi chiamare Fredericus tercius – esibendo dunque una precisa ambizione di continuità rispetto all’operato del bisnonno materno, Federico II –, fu fortemente voluta dagli stessi siciliani. Gli anni successivi allo scoppio dei Vespri e alla morte del suo principale protagonista, Pietro III, furono infatti caratterizzati da una sostanziale incertezza politica sul futuro dell’isola. In particolare, la stipula del trattato di Tarascona (noto anche come trattato di Brignoles) del 19 febbraio 1291 ratificava la rinuncia alle pretese di sovranità da parte di Giacomo II, che pochi mesi dopo si sarebbe insediato sul trono d’Aragona succedendo al fratello primogenito Alfonso III (Abadia 1979, p. 15), e poneva le basi per il reinsediamento degli angioini in Sicilia. Lo spettro di un ritorno degli Angiò si materializzò in seguito con la stipula del trattato di Anagni del 12 giugno 1295: gli accordi prevedevano che Giacomo restituisse la Sicilia a papa Bonifacio VIII unitamente alle terre conquistate nell’Italia meridionale, che sarebbero state riconsegnate a Carlo II d’Angiò; in cambio, il re d’Aragona avrebbe ottenuto la Sardegna e la Corsica (Soldevila 1963, pp. 392-394; Galasso 1992, p. 98).

Nonostante Riquer 1964, vol. I, p. 182, suggerisca il 1293 come probabile anno di composizione di Seigner N’Enfantz, è forse più opportuno pensare che il terminus post quem sia costituito proprio dagli accordi di Anagni, quando si fece più concreta la possibilità di un intervento militare di Federico. Il principe, del resto, che già dal luglio 1291 era luogotenente nell’isola, godeva di ampia fiducia presso la popolazione locale: come osserva Martínez Ferrando 1980, p. 84, «Frederic se l’havia guanyada durant la lloctinença» e «tota la població de Sicília que es considerava ofesa en la seva dignitat patriòtica per la pau d’Anagni […] es va posar al costat del jove Frederic». Più probabile, dunque, che Seigner N’Enfantz rifletta quella fase interlocutoria tra il trattato e l’incoronazione effettiva di Federico, subito dopo la quale (3 maggio 1296) Bonifacio VIII scomunicò lui e i suoi sostenitori per violazione delle «pretese di alta sovranità della Sede apostolica» (Fodale 1995).

 

 

Bibliografia

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Fodale 1995

Salvatore Fodale, «Federico III d’Aragona, re di Sicilia», Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1995, versione in rete (www.treccani.it).

 

Galasso 1992

Giuseppe Galasso, Il Regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese (1266-1494), in Storia d’Italia, diretta da G. G., 24 voll., Torino 1992, vol. XV, t. 1.

 

Lalinde Abadia 1979

Jesus Lalinde Abadia, La Corona de Aragón en el Mediterráneo medieval (1229-1479), Zaragoza 1979.

 

Martínez Ferrando 1980

Jesús Ernest Martínez Ferrando, El descendente de Pere el Gran, Barcelona 1980.

 

Riquer 1964

Martín de Riquer, Història de la literatura catalana, 3 voll., Barcelona 1964.

 

Ruggieri 1953

Ruggero M. Ruggieri, «La poesia provenzale alla corte di Federico III di Sicilia», Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1, 1953, pp. 204-232.

 

Soldevila 1963

Ferran Soldevila, Història de Catalunya, Barcelona 1963.

 

Stengel 1878

Edmund Stengel, Die provenzalische Blumiense der Chigiana, Marburg 1878.

 

 Tobler 1900

Adolf Tobler, «Der provenzalische Sirventes ,Senher n’enfantz, s’il vos platz’ (Bartsch Grundriss 461,219)», Sitzungsberichte der Königlich Preußischen Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Philosophisch-Historische Klasse, 17, 1900, pp. 238-245.

 

Cesare Mascitelli

26.ix.2018


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