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Anonimo, Ades vei pejurar la gen (BdT 461.6)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 Due elementi aiutano a datare l’anonimo sirventese e a definirne il contesto culturale. Innanzitutto, esso imita fin nelle rime e nell’uso del mot-refrain mals in chiusura di strofa la canzone di Aimeric de Pegulhan, D’aiso dont hom a longuamen (BdT 10.17). Il componimento di Aimeric è dedicato nella seconda tornada a Giovanna d’Este, moglie di Azzo VII d’Este dal 1220 circa al 1233 ed è quindi databile in questo periodo: Bettini Biagini 1981, pp. 94-95, ripresa da BEdT, la pone negli anni 1220-1226, con l’argomento, invero un po’ debole, che quello fu «il periodo della massima fioritura alla corte di Azzo VII», ma Shepard - Chambers 1950, pp. 23, riconoscono che le ultime poesie databili di Aimeric si collocano attorno al 1225, ad eccezione del fablel. Mi pare, comunque, che non sia mai stata valutata la possibilità che la seconda tornada di D’aiso dont hom a longuamen (BdT 10.17) possa essere dovuta a un riuso posteriore. In ogni caso, a partire da questa cronologia, il markes Conrat di Ades vei pejurar la gen (BdT 461.6) può essere identificato con Corrado Malaspina, nato verso il 1180 e morto nel 1253-1254. L’uso di una melodia di Aimeric de Pegulhan, che era stato in anni non lontani uno dei protagonisti della corte malaspiniana, non può essere casuale.

In secondo luogo, Corrado detto l’antico fu il padre di Selvaggia e Beatrice che compaiono a più riprese nella poesia trobadorica tra gli anni Dieci e gli anni Venti del XIII secolo e fu celebrato forse da Aimeric stesso, secondo una discussa variante di En amor trop alques en que·m refraing (BdT 10.25) e sicuramente da Peire Raimon de Tolosa in Si com celui qu’a servit son seignor (BdT 355.16) e Albertet in Mout es greus mals de qu’om no s’auza planher (BdT 16.18) e En amor trop tan de mals seignoratges (BdT 16.13).

Infine, il componimento, che sanziona i ricchi vili e avari e compie una laudatio temporis acti, è nel tenore molto simile a un altro testo anonimo, composto alla corte malaspiniana all’epoca di Moroello II di Mulazzo (noto dal 1233), cioè Honratz es hom per despendre (BdT 242.38; erroneamente attribuito a Giraut de Bornelh; cfr. Circostanze storiche). Moroello era uno dei figli di Corrado.

 

 

Bibliografia

  

Bettini Biagini 1981

Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981.

 

Caïti-Russo 2005

Gilda Caïti-Russo, Les troubadours et la cour des Malaspina, Montpellier 2005.

 

Kolsen 1919

Adolf Kolsen, Zwei provenzalische Sirventese nebst einer Anzahl Einzelstrophen, Halle (Saale) 1919.

 

Shepard - Chambers 1950

William P. Shepard and Frank M. Chambers, The poems of Aimeric de Peguilhan, Evanston (Illinois) 1950.

 

Giorgio Barachini

26.ix.2018


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