Rialto    IdT

 

Bernart de Ventadorn (?), Belh Monruelh, aisselh que·s part de uos (BdT 70.11)


 

Circostanze storiche

 

 

   

La canzone presenta sette diverse attribuzioni e un caso in cui è adespota (C1E: Bernart de Ventadorn; C2R: Perdigon; P: Raimon de las Salas; Sg: Raimbaut de Vaqueiras; c: Peire Rogier; era trascritta due volte nel ms. di Bernart Amoros: nella prima trascrizione, che chiamo aa, era attribuita a Peire Raimon de Tolosa, nella seconda, che chiamo ab, a Cercamon/Alegret). La mancanza d’attribuzione si verifica nel ms. S dove la canzone è uno dei due soli componimenti del codice privi di rubrica: il fatto è estremamente significativo perché è traccia di una scelta critica del compilatore, che di fronte a un troppo ampio spettro di autori possibili o di fronte a un silenzio assoluto della fonte sceglie, contro i propri principi, ma onde evitare svarioni, la strada dell’«anonimato volontario» (Pulsoni 2001, p. 16; cfr. anche Gambino 2000, p. 36 e Gambino 2001, pp. 20-21).

Il caso non è isolato nella tradizione manoscritta trobadorica (cfr. Tot franchamen, donna, venc denan vos, BdT 326.1 o Mas conhat ai de far chanzo, BdT 132.8 e Barachini 2015 e 2015a). Anche qui siamo senza dubbio di fronte a un testo anonimo ai piani più alti della sua tradizione, per il quale i compilatori dei codici o delle loro fonti hanno cercato di fornire un’attribuzione più o meno credibile, ciò che spiega la dispersione attributiva.

Nessun editore ha accettato l’attribuzione al proprio trovatore: Appel 1882, pp. 89-91 esclude Peire Rogier (c) e Raimon de las Salas (P) del gruppo PSc (considera de facto il testo adespoto nella fonte comune) e respinge a ragione l’attribuzione a Bernart de Ventadorn (C1E) per ragioni metriche e rimiche (si aggiunga che l’attribuzione è stata generata sicuramente da Na Helis, in virtù della confusione con Elis de Torena, sorella di Maria de Ventadorn; a torto, dunque, la rivendica a Bernart Billet 1974, p. 367 su basi stilistiche). Dei restanti autori Perdigon (C2R, dunque *ω*, di solito non affidabile) è escluso da Chaytor 1926, pp. vii-viii.

L’attribuzione a Raimbaut de Vaqueiras (Sg), non discussa da Linskill 1964, è spiegata da Ventura 2006, p. 64 per il quale essa è dovuta all’incipit primaverile (manca la strofa I) e all’argomento amoroso, nonché all’eliminazione della prima strofa con il nome di Moroello Malaspina. Secondo lo studioso, l’attribuzione a Raimbaut potrebbe risultare sia dalla provenienza nord-italiana dei testi della sezione raimbaldiana di Sg sia da un processo di adattamento dei componimenti che avrebbe incentivato il compilatore ad attribuire al trovatore anche i testi dubbi, tra i quali, se non intendo male, vi sarebbe Belh Monruelh, dunque da togliere a Raimbaut (Ventura 2006, pp. 66-68). Bisogna tuttavia considerare che la prima strofa manca in quasi tutti i latori; ma anche con questo il punto di vista di Ventura resta giustificabile.

Peire Raimon de Tolosa è autore improbabile perché nella sezione autoriale di Peire del canzoniere di Bernart Amoros il testo si trovava insieme ad altri tre testi d’attribuzione spuria, tutti provenienti da materiali aggiuntivi e inaffidabili, come ricostruito in Marshall 1980, pp. 82-83 e Barachini 2015, pp. 79-82.

Quanto a Cercamon, o forse Alegret, ancora nel canzoniere di Bernart Amoros, l’attribuzione non è stata discussa, a mia conoscenza, ma anch’essa andrà considerata inaffidabile: si veda Viel su Mirabileweb (scheda di Alegret): «Il nome di Alegr[et], o forse più probabilmente di Cercam[on], desumibile dalla Tav[ola] Pal[atina], sarà stato un tentativo di attribuzione operato da Bernart Amoros, che infatti propone nomi di trovatori antichi e legati a BnVent».

Marshall 1980, pp. 78-91, data l’inaffidabilità delle altre attribuzioni, propone di assegnare il testo a Peire Bremon lo Tort, incentivato dalla collocazione del testo in Sg, in c e nel canzoniere di Bernart Amoros. In questi codici, infatti, Belh Monruelh (BdT 70.11) è sempre vicino a un testo di Peire Bremon lo Tort: in Sg e nel canzoniere de Bernart Amoros si tratta di En abril, can vei verdejar (BdT 331.1), mentre in c si tratta di Doussa amiga, no·m puesc mais (BdT 356.2; testo attribuito, però, nel ms. a Peire Rogier, nome che Guida 2007 propone di precisare in Peire Rogier de Mirapeis). La proposta di Marshall è, quindi, ancora sub iudice, ma non del tutto convincente.

La doppia tradizione e attribuzione in C e nel canzoniere di Bernart Amoros, nonché la dispersione attributiva, lasciano pensare a un testo anonimo già in una fase alta della sua tradizione, il che di solito accade per testi molto antichi o molto tardi. Parrebbe, tuttavia, che i compilatori abbiano riconosciuto nel componimento alcuni tratti arcaici (probabilmente la presenza dell’esordio stagionale, sulla cui arcaicità si vedano Scheludko 1937, p. 272 e Gresti 2001, p. xxxiii), tali da giustificare i nomi di Peire Rogier, Cercamon/Alegret, e i non molto più recenti Raimbaut de Vaqueiras, Peire Raimon de Tolosa (lo vielh, ovviamente), Perdigon; l’attribuzione di P a Raimon de las Salas, autore dei primi decenni del XIII secolo, è pura improvvisazione del non eccellente compilatore del codice, come conferma la mancanza di rubrica nell’affine S. Delle ragioni dell’attribuzione a Bernart de Ventadorn si è già detto.

Il dato offerto dalle attribuzioni è da tenere in considerazione per la datazione del testo. Bisogna comunque distinguere tra una redazione lunga di 7 strofe e tornada in C1E e una breve di 5 strofe (II-VI) nei restanti codici. Tutti i nomi propri e il senhal Mon Joi sono contenuti nelle strofe in più e nella tornada presenti solo in C1E (I, VII, VIII). In effetti, la prima strofa conservata solo in questi codici menziona un Moroello, sicuramente Malaspina, in cui, sulla scorta dell’arcaicità attributiva, si può ravvisare Moroello I, morto nel 1197 e fratello dell’Albert marques tenzonante con Raimbaut de Vaqueiras. È a lui che sarebbe dedicato il componimento secondo Marshall 1980 e Caïti-Russo-Salvatori 2009 verso il 1183-1189. In alternativa, è stato proposto di vedervi un altro Moroello Malaspina, marchese di Mulazzo, figlio di Corrado l’Antico, pronipote del precedente Moroello e morto nel 1284, marito di Berlenda, presente anche altrove nella poesia trobadorica (entrambe le possibilità sono enunciate in BEdT, scheda testo). Nessuno studioso ha invece potuto identificare Na Helis, né sciogliere il senhal Mon Joy.

La questione di quale Moroello sia qui menzionato è, a mio avviso, indecifrabile, fintantoché non è possibile dirimere il problema dell’autenticità delle strofe di C1E. In effetti, si possono apportare argomenti a favore dell’una o dell’altra versione; non risulta decisiva neppure la riflessione di Marshall 1980, p. 85, ripreso da Menichetti 2015, p. 378, sulla genuinità della variante sazos della strofa II di C1Ecaa, certamente trasversale ai raggruppamenti individuati da Appel, ma per niente estranea a un esordio stagionale. Del resto, la trasversalità appare anche tra gli altri manoscritti per via dell’eliminazione delle strofe aggiuntive di C1E.

Poiché la precisazione di un destinatario nella redazione lunga, rivendicata da Marshall come elemento primigenio, non ha di per sé valore probante, l’incertezza permane.

Inoltre, il fatto di trovare nomi di trovatori attivi entro il XII secolo non permette di inferire alcunché su Moroello e sulla data del testo, perché bisogna ammettere che le scelte della maggior parte dei compilatori di attribuire il testo a tali trovatori si basano solo sulle cinque strofe canoniche della canzone, dato che le altre sono solo in C1E; pertanto, le loro valutazioni sono indipendenti dalla menzione di Moroello o Helis, e dipendono verosimilmente dalla presenza dell’esordio stagionale.

In definitiva, è impossibile dirimere la questione seguente: sono C1E che aggiungono tre strofe autonome composte sullo stesso metro (così come pensava Zingarelli 1904-1905, p. 378) o sono tutti gli altri codici che le sopprimono? Conseguentemente è impossibile capire se si tratti di strofe antiche o di imitazioni molto più recenti; né se si abbia a che fare con Moroello I o con Moroello di Mulazzo.

 

 

Bibliografia

 

Appel 1882

Carl Appel, Das Leben und die Werke des Trobadors Peire Rogier, Berlin 1882.

 

Barachini 2015

Giorgio Barachini, Il trovatore Elias de Barjols, Roma 2015.

 

Barachini 2015a

Giorgio Barachini, «Tot franchamen, donna, venc denan vos (BdT 326.1): attribuzione ed edizione», Critica del testo, 18, 2015, pp. 29-51.

 

Billet 1974

Leon Billet, Bernard de Ventadour, troubadour du XIIe siècle, Tulle 1974.

 

Caïti-Russo-Salvatori 2009

Gilda Caiti-Russo, Enrica Salvatori, «A proposito del testo trobadorico di ambito malaspiniano Belh Monruelh aisselh que·s part de vos (BdT 70,11)», Cultura neolatina, 69, 2009, pp. 91-110.

 

Chaytor 1926

Henry John Chaytor, Les chansons de Perdigon, Paris 1926.

 

Gambino 2000

Francesca Gambino, «Caso, intenzione, parodia. Osservazioni sulle attribuzioni inverosimili nella tradizione manoscritta provenzale», Studi Mediolatini e Volgari, 46, 2000, pp. 35-84.

 

Gambino 2001

Francesca Gambino, «Osservazioni sulle attribuzioni “inverosimili” nella tradizione manoscritta provenzale (I)», in Le Rayonnement de la civilisation occitane à l’aube d’un nouveau millénaire. Actes du 6e Congrès International de l’Association Internationale d’Études Occitanes (Wien, 12-19 septembre 1999), Wien 2001, pp. 372-390.

 

Gresti 2001

Paolo Gresti, Il trovatore Uc Brunenc, Tübingen 2001.

 

Guida 2007

Saverio Guida, «Un signore-trovatore cataro: Peire Rogier de Mirapeis», Cultura neolatina, 67, 2007, pp. 19-77.

 

Linskill 1964

Joseph Linskill, The Poems of the Troubadour Raimbaut de Vaqueiras, The Hague 1964.

 

Marshall 1980

John H. Marshall, «Le troubadour Peire Bremon lo Tort et deux chansons d’attribution douteuse», Le Moyen Âge, 86, 1980, pp. 67-91.

 

Menichetti 2015

Caterina Menichetti, Il canzoniere provenzale E (Paris, BNF, fr. 1749), Strasbourg 2015.

 

Pulsoni 2001

Carlo Pulsoni, Repertorio delle attribuzioni discordanti nella lirica trobadorica, Modena 2001.

 

Scheludko 1937

Dimitri Scheludko, «Zur Geschichte des Natureinganges bei den Trobadors», Zeitschrift für französische Sprache und Literatur, 60, 1937, pp. 257-334.

 

Ventura 2006

«Intavulare». Tavole di canzonieri romanzi. I. Canzonieri provenzali. 10. Barcelona, Biblioteca de Catalunya Sg (146), a c. di Simone Ventura, Modena 2006.

 

Zingarelli 1904-1905

Nicola Zingarelli, «Ricerche sulla vita e sulle rime di Bernart de Ventadorn», Studi Medievali, 1, 1904-1905, pp. 309-393; 594-611.

 

Giorgio Barachinii

24.ix.2018


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