I. 1 Seign’En Coms] seigner coms H, segner en coms P; e·us prec qe·m] eram P 2 palenc] palancaz P; co·us en conortatz] qeus enconortatz H, con conortaz P 3 e si·l penres] e il penran H, sel penres P 4 qe·us i conosc] qel vos teing P 5 ab sol qe] a tal qe P; primiers] primier H, premiers P 6 car] qe P; pe·l] per lo P; trauc] rauc H; passatz] entraz P 7 intraran] intrara H, entreren P; leu] ben P II. 8 Que] quem P 9 q’eu] qe P 10 qe be] qeu en P; saubrai] sabria P 11 a tal qe·m siatz a talo] ab que nom metatz arazo H, a tal qem siaza talo P 12 q’eu envaïrai] en vai sirai P 13 veirai] seran P 14 porteniers] portaer H
Nota al testo Si adotta il canzoniere H come manoscritto di base, generalmente più corretto rispetto al testimone concorrente P, talora affetto da ipometria (vv. 4, 12), ipermetria (vv. 6, 10), distorsioni morfologiche (v. 2 palancaz, v. 7 entreren, v. 10 sabria) e da un possibile errore per ripetizione (vv. 6-7, entraz-entreren). Il testo di H è stato comunque occasionalmente emendato con le lezioni buone di P nei casi in cui H presenta errori evidenti, come accade ai vv. 3 (e il penran), 6 (rauc) e 14 (portaer). Frutto di ricombinazione di alcune lezioni discordanti di H e P sono invece le correzioni proposte ai vv. 1 («Seign’En Coms», funzionale a preservare la particella onorifica En), 2 («co·us en conortatz», che recupera il più adeguato con con valore strumentale di P), 3 («e si·l penres», con mantenimento della congiunzione per ragioni metriche). In presenza di varianti adiafore, la preferenza è stata di norma accordata a H, con l’unica eccezione del v. 11: qui H reca una lezione (ab que nom metatz arazo) che appare meno coerente, rispetto a quella di P (a tal qem siaza talo), con il registro giocoso e al tempo stesso pungente che caratterizza l’intero scambio di coblas. Si segnalano infine il ripristino della -s che marca il cas sujet in primiers al v. 5 e della -n della 3a p. pl. di intraran al v. 7.
Testo: Cesare Mascitelli, Rialto 23.x.2017. Mss.: H 54r (I: bertrams dalamano al coms d(e)p(roensa); II: lo coms d(e) p(ro)ensa li respo(n)det), P 62r (anonimo). Edizioni critiche: Jean-Jacques Salverda de Grave, Le troubadour Bertran d’Alamanon, Toulouse 1902, p. 113; Irénée Marcel Cluzel, «Princes et troubadours de la maison royale de Barcelone-Aragon», Boletín de la Real Academia de Buenas Letras de Barcelona, 27, 1957-1958, pp. 321-373, a p. 342 Altra edizione: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 140 (testo Salverda de Grave, con qualche ricorso alle varianti). Metrica: a8 a8 b8 b8 a8 a8 b8 (Frank 133:2). Scambio di coblas di 7 versi ciascuna. Rime: -atz, -o. Nota: Il componimento, caratterizzato da toni beffardamente ironici, riecheggia il famoso assedio portato da Federico II contro la città di Brescia tra il giugno e l’ottobre del 1238 (cui prese parte il conte di Provenza, Raimondo Berengario IV, alleato di Federico), conclusosi con la ritirata dell’esercito imperiale a Cremona: si vedano le Circostanze storiche. [CM] |