Rialto    IdT

 

Bertran de Born, Corz e gestas e joi d’amor (BdT 80.11)


 

Circostanze storiche

 

 

   

L’evento principale che consente di fissare il termine ante quem per la datazione di Corz e gestas e joi d’amor (BdT 80.11) è dato dalla menzione del Re Giovane come vivente (28 febbraio 1155 - 11 giugno 1183). L’invio del componimento a Enrico il Giovane rende infatti il sirventese necessariamente anteriore all’11 giugno 1183.

Secondo De Bartholomaeis, l’allusione contenuta nei vv. 50-53 alla lotta tra Federico Barbarossa e i Comuni consentirebbe anch’essa di datare il sirventese prima del giugno 1183, cioè prima della Pace di Costanza, se non addirittura prima dell’aprile del 1183, «nel qual mese furono definite a Piacenza le condizioni rese poi esecutive a Costanza» (De Bartholomaeis 1931, vol. I, p. 14, nota ai vv. 15-8). I versi – tràditi esclusivamente da Aa2 – in cui Bertran de Born riferisce la volontà dei Lombart di attaccare l’imperatore, definito volpill, mostrano infatti come «il poeta sembra prendere atto del coraggio con cui i comuni lombardi lottavano contro il Barbarossa» (Folena 1990, p. 23) e fanno riferimento alla lotta, volta a ripristinare l’autorità imperiale alla quale avrebbero dovuto sottostare i comuni, tra Federico I di Svevia, noto come Barbarossa, e i rappresentati della lega lombarda. Tale scontro si concluse con la pace di Costanza (25 giugno 1183), stipulata in seguito agli avvenimenti legati alla battaglia di Legnano (29 maggio 1176), con cui i comuni dell’Italia centro-settentrionale ottennero la propria autonomia in cambio di una sottomissione formale all’imperatore.

De Bartholomaeis, tuttavia, segnala una problematicità legata alla datazione ante 1183, dovuta a una possibile incongruenza con le strofi III e V (VIII nell’edizione Gouiran 1985), che conterrebbero, a suo dire, allusioni precise ad avvenimenti del 1185. Nello specifico, il verso «Puois vencut los a vas Aratz» (v. 19) alluderebbe, secondo lo studioso, ai successi riportati da Filippo Augusto contro il conte di Fiandra nella guerra del 1184-1185 (De Bartholomaeis 1931, vol. I, p. 14, n. 12), mentre i versi «Que·l coms Raimons es sai honratz, / car ab lo rei / s’es novellamen afiatz» (vv. 54-56) farebbero riferimento alla pace tra Raimondo V e il re Alfonso II d’Aragona avvenuta non prima dell’inizio dell’anno 1185 (De Bartholomaeis 1931, vol. I, p. 15, nota al v. 21).

Al contrario, per Gouiran non ci sarebbe alcuna contraddittorietà tra la datazione antecedente al 1183 e quanto affermato dal trovatore nella strofe III, la quale, stando all’editore, fornisce informazioni un po’ vaghe, ma si riferisce chiaramente alle lotte che opposero il nuovo re di Francia Filippo Augusto ai grandi feudatari del Nord «entre la réunion de Provins, le 14 mai 1181, où ces barons se liguèrent, et le traité de Boves qui mit fin, en juillet 1185, à ce long épisode» (Gouiran 1985, vol. I, p. 273). In effetti, il conflitto, incitato anche dal conte Filippo I delle Fiandre, tra Filippo Augusto (1165-1223) e le signorie del Nord si animò soprattutto a partire dal 1181, quando Filippo Augusto spezzò l’alleanza del conte Filippo I di Fiandra con Goffredo III duca di Brabante e con l’arcivescovo di Colonia Filippo di Heinsberg, fino ad ottenere, col trattato di Boves nel luglio del 1185 i feudi del Vermandois, dell’Amiénois e dell’Artois. Di conseguenza, l’allusione di Bertran de Born al pauc rei de Terra Maior / c’aisi·s vol enantir non deve necessariamente essere ricondotta al 1185, ma può a ben diritto riferirsi a un arco cronologico che va dal 1181 al 1185.

Per quanto riguarda, invece, l’incompatibilità di date denunciata da De Bartholomaeis a proposito dei vv. 54-56, segnaliamo che anche in questo caso l’allusione è abbastanza vaga e che i versi potrebbero riferirsi alla prima fase dello scontro aperto, legato al possesso della Provenza, tra Alfonso II d’Aragona e Raimondo V conte di Tolosa. Tale contesa ebbe infatti una prima interruzione nel 1173, quando con l’intervento del re di Inghilterra fu firmata una tregua decennale (si veda anche Toja 1970).

Infine, secondo Gouiran, alla luce dei due invii sarebbe possibile collocare il sirventese prima del gennaio 1183: «le parallèle entre Henri et Richard que mentionnent les tornadas, où le Jeune Roi est accusé de trop dormir, ne se conçoit qu’avant le déclenchement des opérations de janvier 1183» (Gouiran 1985, vol. I, p. 273). Con precisione ulteriore, l’editore suggerisce «que seule la période de mai à juin 1182 corresponde aux indications que fournit le sirventès» (p. 275). Tale proposta di datazione è condivisa da Paden - Sankovitch - Stäblein 1986, secondo i quali «from the events alluded to, it appears the poem was written in spring or summer 1182» (p. 112).

 

 

Bibliografia

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Folena 1990

Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137.

 

Gouiran 1985

Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’oeuvre de Bertran de Born, 2 voll., Aix-en-Provence 1985.

 

Paden - Sankovitch - Stäblein 1986

William D. Paden - Tilde Sankovitch - Patricia H. Stäblein, The poems of the Troubadour Bertran de Born, Berkley - Los Angeles 1986.

 

Toja 1970

Gianluigi Toja, voce «Raimondo V», in Enciclopedia dantesca, diretta da Umberto Bosco, consultabile online all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/raimondo-v_(Enciclopedia- Dantesca)/.

 

Francesca Sanguineti

8.iii.2017


BdT    IdT