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Bertran Carbonel, Aisi com sel c’atrob’en son labor (BdT 82.2)


 

Circostanze storiche

 

 

 

Il portato storico di questa composizione di Bertran Carbonel, trovatore di probabile origine marsigliese, è legato esclusivamente alla menzione del suo destinatario: si tratta di Bertran II del Baux, figlio ultimogenito di Barral del Baux e Sibille d’Anduze e vissuto tra il 1238 e il 1305, personaggio di spicco della famiglia le cui vicende furono legate a doppio filo a quelle del re di Sicilia Carlo d’Angiò.

Il riferimento a Bertran nell’envoi di Aisi com sel c’atrob’en son labor non è di per sé sorprendente, considerando che in numerosi componimenti di Carbonel «i membri della famiglia signorile del Bautz si configurano i più celebrati e acclamati» (Guida - Larghi 2013, p. 115). È però interessante osservare che a lui il poeta si riferisce come al comte de Velin (v. 60), cioè ‘conte di Avellino’, titolo di cui fu investito da Carlo d’Angiò probabilmente poco prima del luglio 1268. Come avvertiva infatti Contini 1937, pp. 16-17, «le défaut d’attestations plus anciennes paraît indiquer que l’octroi de ce titre n’a pas été fait immédiatement après la victoire sur Manfred (février 1266), bien qu’en tout cas avant Tagliacozzo (août 1268)». Tale data rappresenta dunque un credibile terminus post quem per la stesura del testo.

Più difficile è invece stabilire un terminus ante quem che consenta di risalire più indietro del 1305, anno della morte del conte. Tuttavia, l’atmosfera di pervasiva alegransa che si respira nei versi costituivi della tornada potrebbe far credere che la parabola ascendente di Bertran del Baux non fosse ancora stata intaccata dagli eventi nefasti seguiti alla morte di Carlo d’Angiò. In particolare, pone seri dubbi su una datazione posteriore al 1287 la disfatta della flotta di Carlo II d’Angiò (detto “lo Zoppo”) nelle acque del golfo di Napoli per mano di Ruggiero di Lauria, ammiraglio al servizio della corona aragonese (Léonard 1954, p. 168). In quell’occasione, infatti, Mazel 2000, p. 530 ricorda che «de nombreux nobles provençaux sont à leur tour capturés par les Aragonais, et parmi eux Bertran de Baux, comte d’Avellino et son fils cadet Raimon». Il pagamento del riscatto per la liberazione di Bertran «mise la famiglia Del Balzo in gravi difficoltà economiche e i vecchi conflitti con le città e i vicini si riacutizzarono di nuovo», e costrinse il conte ad «alienare numerosi possedimenti per coprire almeno in parte i debiti» (Göbbels 1988): considerata dunque la disastrosa situazione finanziaria in cui versò la famiglia del Baux fino alla morte di Bertran, è verosimile che il 1287 costituisca un ragionevole terminus per la composizione di questo testo.

 

Bibliografia

 

Contini 1937

Gianfranco Contini, «Sept poésies lyriques du troubadour Bertran Carbonel de Marseille», Annales du Midi, 49, 1937, pp. 5-41, 113-152.

 

Göbbels 1988

Joachim Göbbels, «Del Balzo, Bertrando», Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1988, versione in rete (www.treccani.it).

 

Guida - Larghi 2013

Saverio Guida-Gerardo Larghi, Dizionario biografico dei trovatori, Modena 2013.

 

Mazel 2000

Florian Mazel, «Piété nobiliaire et piété princière en Provence sous la première maison d’Anjou (vers 1260-vers 1340)», in La noblesse dans les territoires angevins à la fin du Moyen Âge, sous la direction de Noël Coulet et Jean-Michel Matz, Roma 2000, pp. 527-551.

 

Cesare Mascitelli

8.xi.2017


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