I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
Edizione: Giosuè Lachin 2004; note: Oriana Scarpati. – Rialto 21.xi.2004.
A 50v, C 232v, Da 176v, G 86r, H 31v, I 106bisb, K 92r, M 202r, N 264v, R3 32v.
Edizioni diplomatiche: Edmund Stengel, «Die provenzalische Liederhandschrift Cod. 5232 der Vatikanischen Bibliothek in Rom», Archiv für da Studium der neueren Sprachen und Literaturen, LI, 1873, pp. 1-32, 129-152, 241-280, a p. 246 (ms. A); Arthur Pakscher e Cesare de Lollis, «Il canzoniere provenzale A (Codice Vaticano 5232)», Studj di filologia romanza, III, 1891, pp. j-xxxij e 1-670 (Pakscher trascrive solo i primi 95 pezzi del canzoniere), a p. 144 (ms. A); Carl August Friedrich Mahn, Gedichte der Troubadours in provenzalischer Sprache, Berlin 1856-1873, 4 voll., I, p. 111; Giulio Bertoni, Il Canzoniere provenzale della Biblioteca Ambrosiana R. 71. sup., Dresden 1912, p. 266 (ms. G); Louis Gauchat e Heinrich Kehrli, «Il canzoniere provenzale H (Cod. Vaticano 3207)», Studj di filologia romanza, 5, 1891, p. 451 (ms. H).
Edizioni critiche: René Lavaud, «Les trois troubadours de Sarlat: Aimeric, Giraut de Salignac, Elias Cairel; texte et traduction des 24 pièces conservées», Lou Bournat, IV, XXVII, 1911, p. 459 (su C stampato da Mahn); Hilde Jaeschke, Der Trobador Elias Cairel, Berlin 1921, p. 85 (sulle diplomatiche di ACGH e sulla copia viennese di D); Vincenzo de Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche, Roma 1931, vol. I, p. 71 (sulla diplomatica di A); Giosuè Lachin, Il trovatore Elias Cairel, Modena 2004, p. 207.
Altra edizione: Martín de Riquer, Los trovadores. Historia literaria y textos, Barcelona 1975, 3 voll., II, p. 1147 (testo Lavaud, Les trois troubadours; traduzione castigliana).
Metrica: a2 b2 c3 d3 e10 e10 f10 g4 h6 g4 h6 i10’ (Frank 863:1, unicum). Sei coblas unissonans e capfinidas, suddivisibili in due parti. La prima è di sette versi, riunendo un quartetto di versicoli, i primi due bisillabi, i successivi trisillabi, con rime sempre diverse (abcd), e un terzetto di versi lunghi, decasillabi con due rime piatte (ee) e una nuova settima rima (f). La seconda unisce un altro quartetto, alternante quadrisillabi ad esasillabi con due nuove rime (ghgh), ad un decasillabo finale con nuova rima femminile (i). Questa analisi si ottiene applicando il criterio di classificazione metrico rimica scelto da Frank. Al n. 863 Frank osserva che, in ciascuna cobla, i rimanti del v. 2 (art) e del v. 3 (part) sono fissi, e che tra la rima del v. 4 (-ers) e quella del v. 12 (-ersa) c’è un rapporto di derivazione; nota infine che le coblas sono tra loro legate per capfinidamen. In realtà questa impalcatura metrico rimica, considerando in ogni strofe i versi primo, secondo, terzo e quarto; ottavo e nono; decimo e undecimo come spezzoni di maggiori unità versali decasillabiche, frante da rime interne (rispettivamente in seconda, quarta e settima posizione nel primo caso; nella sola quarta posizione nel secondo e nel terzo caso), si riduce alla formula: ‹w2x2y3›a10 b10 b10 c10 ‹z4› d10 ‹z4› d10 e10’, e, per la tornada, ‹z4› d10 ‹z4› d6 e10’, ovvero alla formula: a10 b10 b10 c10 d10 d10 e10’ per le coblas, d10 d10 e10’ per la tornada (Frank 747). Sei coblas unissonans capfinidas di sette decasillabi, analizzabili in un quartetto abbc e in un terzetto dde; ulteriori possibili suddivisioni, confermate dalla misura femminile dell’ultimo verso sono ab : bc :: dd : e. Il primo verso è scomposto da una rima interna una prima volta in posizione di cesura, ma anche il quadrisillabo e l’esasillabo che ne risultano sono smezzati da ulteriori rime interne, rispettivamente in due bisillabi e due trisillabi. Come il primo verso del quartetto, anche i decasillabi iniziali del terzetto sono franti da una rima interna di quarta posizione. Quattro rime sono dunque sempre interne al verso (w: -il; x: -ai; y: -en; z: -an), cinque sono esterne e principali (a: -ers; b: -art; c: -ert; d: -atz; e: -ersa): il loro peso è evidenziato, ancora all’interno della strofe (e prima del rapporto interstrofico di capfinidamen), dai legami di derivazione a : e (-ers : -ersa), di consonanza b : c (-art : -ert) e di identità di vocale tonica b : d (-a-).
Canzone composta in Grecia tra il 1208 e il 1209. – Abril ni mai, nella sua costruzione complessa e chiusa, è espressione di una raggiunta maturità artistica, tutta rivolta a esplorare le possibilità tecniche offerte dalla tradizione del trobar ric; ma, se la citazione al v. 7 (la flors enversa) del testo famoso di Raimbaut d’Aurenga costituisce un impreziosimento un po’ esteriore, una sorta di dichiarazione di appartenenza e di fede stilistica fors’anche velleitaria, è ad altri modelli, forse meno impegnativi, al decasillabo di Folchetto di Marsiglia o di Raimbaut de Vaqueiras, che Cairel si rivolge per introdurre quella che si può senz’altro definire la caratteristica principale del suo stile, l’uso del verso lungo spezzato.