Traduzione [GL]
I. Ora non vedo collina o valle in cui
compaia una foglia o un fiore, ma solo la bianca neve, che danza mescolata di
vento e di pioggia, perciò ho desiderio di fare conoscere laggiù in terra greca
un canto tale che l’ascolti madonna, da cui voglio prendere ispirazione.
Testo: Lachin 2004. – Rialto 21.v.2017. Mss.: A 51r, C 233v, Da 201r, E 127v, G 87r, H 32r, I 107r, K 92v, N 265v, R3 33r, a1 288, κ 126 (solo i vv. 49-52). Nel ms. N tutti i testi della sezione dedicata ad Elias Cairel sono adespoti. Edizioni critiche: Hilde Jaeschke, Der Trobador Elias Cairel, Berlin 1921, p. 95; Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie Provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. I, p. 202 (estratti di testo secondo la lezione di A); Giosuè Lachin, Il trovatore Elias Cairel, Modena 2004, p. 237. Altra edizione: Giosuè Lachin, Rialto 21.xi.2004 (testo Lachin). Metrica: a7’ b7’ b7’ c7’ d7’ e7’ f7’ g7’ (Frank 765:2). Sei coblas unissonans di otto versi (tutti femminili) e due tornadas di quattro versi. Rime: -omba, -esca, -oia, -assa, -ega, -enta, -ebre. Le parole rima tresca e entenda sono fisse. Si riscontrano analogie metriche con Peire Vidal, Car’amiga dols’ e franca (BdT 364.15; Frank 577:289), Raimon de Miraval, Qui bona chansso cossira (BdT 406.35; Frank 295:12), che hanno uno schema metrico di soli settenari femminili, e Raimbaut d’Aurenga, Una chansoneta fera (BdT 389.40; Frank 765:1), che esibisce il medesimo schema rimico (abbcdefg). Note: Canzone, con autodesignazione vers al v. 49, composta in Italia, verosimilmente in Toscana, intorno al 1212-1213. Si vedano le Circostanze storiche. 6. lai en terra grega: l’avverbio lai indica il luogo in cui risiede madonna, nella quale può essere verosimilmente identificata Isabella, moglie e poi vedova di Ravano dalle Carceri, signore di Negroponte (si veda Lachin, Il trovatore Elias, pp. 249-250). Il v. 6 con il riferimento alla terra grega esclude una presenza del trovatore sulle coste della Grecia al momento della composizione del vers: cfr. le Circostanze storiche. 9-10. È questa la prima di una lunga serie di comparazioni presenti nella canzone. Oltre alla comparazione che esibisce l’immagine della colomba, riscontriamo infatti anche quella con la bottiglia (vv. 25-28), col pescatore (vv. 33-37) e col pepe (vv. 55-56), cfr. Oriana Scarpati, Retorica del “trobar”. Le comparazioni nella lirica occitana, Roma 2008, p. 303. 49-52. La prima tornada, con l’utilizzo del verbo passar ‘attraversare il mare’ al v. 49 e la medesima espressione già impiegata al v. 6 lai en terra grega (v. 50), certifica che il trovatore ha composto il vers lontano dalla Grecia: cfr. le Circostanze storiche. 53-56. De Bartholomaeis, Poesie provenzali, vol. I, p. 203, che pubblica estratti di testo secondo la lezione di A, tratto probabilmente in inganno proprio dalle varianti del ms. che legge ad es. febre in luogo di pebre, interpreta erroneamente il secondo congedo in modo negativo, traducendo «il marchese di Massa cancella buon pregio, comunque lo acquisti; e voglio che tutto il mondo oda che il suo valore sembra febbre». Come sottolinea Lachin, Il trovatore Elias, p. 245, la redazione di A appare comunque corrotta e, pertanto, da respingere a causa di alcune irregolarità metriche. Questa tornada ci aiuta a stabilire i limiti geografici e cronologici della canzone, dal momento che lascia intendere una presenza di Elias presso il marchese di Massa. 53. Lo marques de Massa è Guglielmo, marchese di Massa e giudice di Cagliari, cfr. le Circostanze storiche. [fs] |