Rialto    IdT

133.4

 

   

Elias Cairel

 

 

 

 

   

I.

   

Freit ni ven no·m posc destreigner

   

qu’ieu non chant e no m’alegre:

   

pero ben sai que mais plagra

   

chansoneta de leu rima

5  

a la gen desconoissen,

   

que fan valer so que non es valen.

   

 

   

II.

   

Lo valen volon empeigner

   

et encaussar et asegre,

   

e dic vos que no·m desplagra

10  

si la raitz tornes cima

   

del joven sobresaben,

   

per cui valors e jois torna en nien.

   

 

   

III.

   

De nien se cuida feigner

   

cel que vol Amor persegre:

15  

per mi·l sai, que mestier m’agra

   

– lo jorn qu’ieu perdei l’escrima

   

follamen - qu’ieu l’ardimen

   

agues perdut si com perdei lo sen.

   

 

   

IV.

   

Non a sen qui vol ateigner

20  

lai on non pot aconsegre,

   

que la dotz li pareis agra

   

on plus sotilmen s’aprima,

   

e si pren so qu’es luzen,

   

si no·s gara, penra lo fuoc arden!

   

 

   

V.

25  

Qui l’arden fuoc pot esteigner

   

d’amor ben a·l sen entegre,

   

quar, si·l volgues, totz temps jagra

   

del mal don lo fols lagrima

   

ses aten -dre guarimen,

30  

c’anc no mi valc bels digz ni chan plazen.

   

 

   

VI.

   

Lo plazen rei qu’ar er seigner

   

d’emperi non puesc plus segre,

   

qu’el ten ma persona magra

   

si que no·m pot mordre lima,

35  

e part m’en forzadamen,

   

qu’el et Amors m’an valgut engalmen.

   

 

   

VII.

   

Vers, vai t’en tost e corren

   

en Espaigna, qu’ieu te segrai breumen.

 

 

 

Traduzione [GL]

I. Freddo o vento, non mi posso impedire di cantare o rallegrarmi, anche se so bene che piacerebbe di più una canzonetta in rima facile alla gente ignorante che dà valore a ciò che non vale nulla.
II. Quello che vale lo vogliono stanare e cacciare e sopraffare, e vi dico che non mi dispiacerebbe se la radice diventasse cima della gioventù saccente, per cui valore e gioia si riducono a nulla.
III. Invano cerca di impegnarsi chi vuole inseguire Amore: lo so per esperienza, ché avrei avuto bisogno – il giorno in cui persi ogni ritegno scioccamente – che il coraggio avessi perduto così come persi il senno.
IV. È dissennato chi vuole arrivare là dove non può giungere, ché l’acqua di fonte gli è amara là dove il ruscello si assottiglia, e se raccoglie ciò che luccica, se non sta in guardia, prenderà il fuoco ardente!
V. Chi l’ardente fuoco può estinguere d’amore ha certo il senno integro, perché, se lo avessi voluto, soffrirei sempre del male per cui piange il folle senza spera-re guarigione, ché mai servirono una bella frase o canti di successo.
VI. Il grazioso re che ora è signore dell’Impero non posso più seguire, ché lui tiene la mia persona magra al punto che una lima non mi può mordere, e me ne parto a forza perché egli ed Amore m’han dato lo stesso premio.
VII. Canto, vattene subito e di corsa in Spagna, ché io ti seguirò tra poco.

 

 

 

Testo: Lachin 2004. – Rialto 26.i.2018.


Mss.: A 52v, Da 176v, E 129, H 33v, I 106r, K 91r, M 203r.

Edizioni critiche: René Lavaud, «Les trois troubadours de Sarlat: Aimeric, Giraut de Salignac, Elias Cairel; texte et traduction des 24 pièces conservées», Lou Bournat, 4, 1911, p. 480; Vincenzo De Bartholomaeis, «La canzone Fregz ni neus di Elia Cairel», Memorie della Real Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. Classe di Scienze morali: Scienze storico filologiche, 6, 1911-1912, pp. 89-95; Hilde Jaeschke, Der Trobador Elias Cairel, Berlin 1921, p. 109; Giosuè Lachin, Il trovatore Elias Cairel, Modena 2004, p. 325.

Altre edizioni: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 7 (testo De Bartholomaeis 1911-1912); Giosuè Lachin, Rialto 21.xi.2004.

Metrica: a3b4’ c7’ d7’ e7’ a3a4 a10 (Frank 854:1, unicum). Sei coblas unissonans di sei versi e una tornada di due. Rime: -en, -eigner, -egre, -agra, -ima. Come si evince dallo schema metrico, il primo e il quinto verso di ogni strofe sono divisibili in versicoli di tre e quattro sillabe. La rima interna di questi versi, ripresa anche nel decasillabo finale, consente al trovatore di tenere insieme le strofi utilizzando al contempo il collegamento capfinit e quello capcaudat, in quanto l’ultima parola di ogni strofe è ripresa in rima interna nel primo verso della cobla successiva; sull’organizzazione formale del componimento si veda Lachin, Il trovatore, pp. 331-333.

Note: Componimento, definito vers dall’autore (v. 37), realizzato nel periodo immediatamente precedente all’incoronazione imperiale di Federico II, avvenuta il 22 novembre 1220: si vedano le Circostanze storiche.

1. L’incipit riprende il topos della stagione invernale; l’autore sostiene che nonostante il cattivo tempo e il freddo egli non si esimerà dal cantare anche nella prima strofe di Abril ni mai non aten de far vers (BdT 133.1).

4. chansoneta. Il termine non indica alcuna forma poetica specifica e ci si riferisce dunque a una generica composizione di leu rima, di semplice comprensione da parte del pubblico. La presa di posizione del poeta si inserisce nel dibattito tra trobar leu e trobar clus ed Elias, ostentando la sua capacità tecnica, si schiera tra i sostenitori della maniera complessa, favorita a quella semplice, in voga al momento della composizione.

5. desconoissen. La posizione elitaria espressa nel componimento si oppone a quella volgare dei più, la gente che non è istruita e dotata della capacità di comprendere ciò che davvero ha valore.

7-8. Il trovatore si presenta come un nemico dei colpevoli della crisi dei valori cortesi adoperando un lessico militare o venatorio, cfr. Lachin, Il trovatore, p. 339.

11. Joven sobresaben. La topica critica del mondo presente mira a colpire la generazione contemporanea di signori fruitori della poesia trobadorica. La critica ai giovani saccenti, accusati di svilire le virtù cortesi, accomuna questo componimento a So qe·m sol dar alegranssa (BdT 133.13).

13-18. Dalle riflessioni sulla poetica e sui gusti del pubblico la canzone vira improvvisamente sulla tematica amorosa, Elias sostiene che soltanto uno sciocco può seguire Amore in quanto fare ciò non porta ad alcun risultato.

25-26. Si riscontra in questi versi un’espressione simile a quella contenuta nella poesia di Marcabru Assatz m’es bel del temps essuig (BdT 293.8), v. 11: «Savis es qui lo fuoc destreing».

31. Il riferimento a Federico, nonostante Elias si lamenti della sua scarsa generosità, è positivo, a conferma della pratica costante nel trovatore di far accompagnare all’elogio una critica; si veda un procedimento simile anche in So qe·m sol dar alegranssa (BdT 133.13), vv. 33-40.

32. segre. Il verbo lascia intendere che Elias era forse al seguito di Federico al momento della sua discesa in Italia per cingere la corona imperiale.

33-34. Si allude qui alla mancanza di generosità da parte di Federico, tema che sarà ripreso in seguito da altri trovatori, in particolare Guillem Augier Novella nella canzone Per vos, bella dous’amia (BdT 205.4a) e nel sirventese Toz temps serai sirven per deservir (BdT 205.7). Il riferimento alla lima è stato posto in relazione con la vida del trovatore che lo descrive come un «laboraire d’aur e d’argen» da Lachin, Il trovatore, p. 349.

35. e part. Come riconosciuto da Lachin, Il trovatore, p. 349, il verbo rientra nel lessico della chanson de change. Mediante il suo utilizzo Elias afferma di abbandonare sia il servizio a Federico che quello ad Amore.

37-38. Il trovatore, deluso per la mancata accoglienza al seguito di Federico sembra guardare con nostalgia alla corte spagnola di Alfonso IX di Leon che lo aveva ospitato in passato, come dimostrano i testi Si cum cel qe sos compaignos (BdT 133.12) e Totz mos cors e mos sens (BdT 133.14). Elias si propone di tornare a questo signore ma probabilmente egli non riprese la strada della penisola iberica.

[fsa]


BdT    Elias Cairel    IdT

Circostanze storiche