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Elias Cairel, So qe·m sol dar alegranssa (BdT 133.13)


 

Circostanze storiche

 

 

   

Il tema della decadenza del mondo e della crisi dei valori cortesi causate dal cattivo comportamento dei signori del tempo è al centro di So qe·m sol dar alegranssa (BdT 133.13). Questa canzone fu composta per esortare alla crociata Federico II e per spronare Guglielmo VI di Monferrato a venire in soccorso al fratello Demetrio e ai suoi vassalli in difficoltà nel regno di Tessalonica, come lasciano supporre la quinta cobla inviata all’imperatore e la seconda tornada. Sono proprio i versi che citano i due personaggi storici a consentire di ipotizzare una datazione per il componimento.

Le ricostruzioni di De Bartholomaeis e Wittenberg sono state riviste di recente da Lachin sulla base di aggiornati contributi storiografici. De Bartholomaeis 1911-1912, p. 94, e Wittenberg 1908, pp. 62-63, infatti datavano il componimento tra il 1222 e il 1224, in quanto al momento della pubblicazione dei loro studi si credeva che a questi periodi risalissero rispettivamente la conquista del regno di Tessalonica da parte di Teodoro Ducas Comneno e la partenza di Guglielmo VI per l’Oriente. Lachin 2004, p. 362, sulla scorta delle acquisizione di Longnon 1950 circa le vicende del regno orientale dei Monferrato ha collocato la composizione del testo al 1224. Le allusioni contenute in questa canzone, diversamente da Qui saubes dar tant bon conseil denan (BdT 133.11), lasciano supporre che il regno di Tessaglia non doveva esser stato ancora conquistato da parte dei ribelli epiroti. Demetrio di Monferrato fu cacciato dal suo regno nel dicembre del 1224 e questa data costituisce dunque il termine ante quem della poesia. Ancora Lachin ha ipotizzato che il riferimento polemico contenuto al v. 45 può spiegarsi in base al prestito di 9000 marchi d’argento che nel marzo 1224 Federico II concesse al cugino Guglielmo VI per l’organizzazione della missione di soccorso in Tessaglia. Si può ipotizzare che la concessione dell’ingente somma di denaro abbia spinto Elias a incitare il marchese riluttante a partire per l’Oriente nonostante fosse stato risolto il problema economico che gli impediva la partenza.

Anche il riferimento alla situazione di Federico II delineata nella canzone sembra rimandare al 1224. In quest’anno infatti Federico era costretto a una lunga dimora in Sicilia, «outra·l Far» (v. 36), e a rimandare la sua partenza per la crociata in Terrasanta a causa delle opposizioni interne al regno. Nell’operazione di riordino del regno di Sicilia l’imperatore si trovò impegnato su due fronti militari: da un lato dovette fronteggiare i baroni meridionali contrari alla restaurazione di un forte potere centralizzato che riaffermava i diritti della corona da tempo usurpati; dall’altro prese le armi contro le comunità di saraceni ribelli. È a questi ultimi in particolare che pare riferirsi il trovatore più che ai baroni meridionali. Le battaglie contro i vassalli dissidenti, su tutti Tommaso da Celano, impegnarono Federico per molti mesi del 1223 nella parte continentale del regno di Sicilia, tra Molise e Campania, fino alla definitiva sottomissione dei disobbedienti (Stürner 2009, pp. 418-427). In Sicilia invece Federico fu a lungo occupato dalla tenace ribellione dei musulmani, autori di saccheggi e invasioni nei territori delle comunità guidate dai vescovi siciliani che lamentavano perdite di città, castelli e villaggi (cfr. Powell 2007). Federico trascorse l’intero 1224 a dare la caccia ai saraceni rifugiati in roccaforti e covi di resistenza nell’entroterra della Val di Noto (Stürner 2009, pp. 430-431). L’imperatore riuscì a domare definitivamente la ribellione dei musulmani di Sicilia soltanto nella primavera del 1225 quando mise in atto una massiccia deportazione nel Continente e in particolare nella città pugliese di Lucera (Nef - Bresc 2005).

 

 

Bibliografia

 

De Bartholomaeis 1911-1912

Vincenzo De Bartholomaeis, «La canzone “Fregz ni neus” di Elia Cairel», Memorie della Real Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, classe di scienze morali, sezione Storia-Filosofia, 6, 1911-1912, pp. 89-95.

 

Lachin 2004

Giosuè Lachin, Il trovatore Elias Cairel, Modena 2004.

 

Longnon 1950

Jean Longnon, «La reprise de Salonique par les Grecs en 1224», in Actes du VIe Congrès International d’Études Byzantines (Paris, 27 juillet - 2 août 1948), 2 voll., Paris 1950, vol. I, pp. 141-146.

 

Nef - Bresc 2005

Annliese Nef - Henri Bresc, «Saraceni di Sicilia», in Federico II. Enciclopedia Fridericiana, Roma 2005, versione in rete (www.treccani.it).

 

Powell 2007

James M. Powell, «Frederick II and the Rebellion of the Muslims of Sicily, 1200-1224», in The Crusades, the Kingdom of Sicily, and the Mediterranean, edited by James M. Powell, Oxford 2007, pp. 13-22.

 

Stürner 2009

Wolfgang Stürner, Federico II e l’apogeo dell’Impero, Roma 2009.

 

Wittenberg 1908

Friedrich Wittenberg, Die Hohenstaufen im Munde der Troubadours, Münster 1908.

 

Francesco Saverio Annunziata

26.vi.2017


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