Premessa all’edizione in linea delle canzoni e del sirventese di Folquet de Lunel

 

 

 

 

Le canzoni e il sirventese presentati in questa edizione non costituiscono l’intero corpus del trovatore originario di Lunel. Il poeta infatti disputa anche due tenzoni con Guiraut Riquier (BdT 154.2a e 154.2b, ed. Maria Pia Betti, «Le tenzoni del trovatore Guiraut Riquier», Studi mediolatini e volgari, 44, 1998, pp.111-117 e 176-182; Rialto 10.iv.2002) ed è l’autore del Roman de mondana vida (ed. Peter T. Ricketts, «Le Romans de mondana vida de Folquet de Lunel: édition critique et traduction», Miscellanea di studi in onore di Aurelio Roncaglia a cinquant’anni dalla sua laurea, 4 voll., Modena 1989, III, pp. 1121-1137).

Proprio grazie ad alcuni versi di questo suo poema didattico nei quali Folquet afferma di avere quarant’anni al momento della stesura dell’opera avvenuta nel 1284 (vv. 535-537), sappiamo che il trovatore è nato nel 1244, e possiamo collocare la sua produzione poetica nella seconda metà del XIII secolo. 

Ad eccezione del sirventese (BdT 154.1), l’opera di questo trovatore si colloca nell’orbita della corte di Rodez, e precisamente dei conti Ugo IV (conte dal 1222 al 1274) e suo figlio Enrico II (1274-1302): al padre o al figlio viene dedicata, senza eccezioni, una delle due tornadas che concludono sempre le sue canzoni; il Roman de mondana vida è dedicato ad Enrico II; delle due tenzoni con Guiraut Riquier, almeno una (BdT 154.2a) sembra essere stata scritta «proprio alla corte di Rodez» (cfr. Maria Pia Betti, «Le tenzoni» cit., p. 180), e, databile attorno al 1265, ci informa quindi del soggiorno dei due trovatori presso Ugo IV. Per Folquet de Lunel e per tutti quei trovatori ai quali spetta l’etichetta di ‘tardi’, che vivono quindi personalmente le ripercussioni dei profondi mutamenti avvenuti nella struttura socio-politica della Francia meridionale e che assistono al venir meno di quel clima di prosperità che aveva caratterizzato le generazioni precedenti (le quali avevano goduto a pieno del generoso mecenatismo delle corti), la figura di Ugo IV e, soprattutto, di Enrico II rappresentano la possibilità di respirare ancora un’aria intrisa di sano interesse verso la poesia.

Operante nella seconda metà del XIII secolo, Folquet de Lunel è uno degli esponenti della poesia religiosa in lingua d’oc, che si afferma come genere a sé all’interno della lirica trobadorica proprio solo a partire da questo secolo. Egli è testimone sincero soprattutto del culto alla Vergine, in quel periodo in rapido sviluppo, e attraverso le sue quattro canzoni mariane (BdT 154.4, 154.6, 154.7 e 154.2) – un’alta percentuale rispetto alle sei scritte dal poeta – si fa rappresentante di tutte e due le tendenze che caratterizzarono questo tipo di poesia: una fondata sull’imitazione di poesie liturgiche latine o addirittura sulla parafrasi di preghiere come l’Ave Maria, e l’altra basata invece sull’imitazione delle canzoni d’amore e quindi sull’utilizzo in riferimento alla Vergine di tutti gli stilemi cortesi prima usati nella descrizione e lode della donna amata. Tra originalità e convenzione, aspetti compresenti in ognuna delle quattro canzoni religiose del trovatore (e che andrebbero illustrati con esempi da ciascun testo), Folquet de Lunel offre comunque un contributo significativo alla lirica trobadorica di ispirazione religiosa, genere che, proprio per il suo fiorire tardo, rappresenta una ventata di novità rispetto alla grande lirica cortese giunta ormai agli sgoccioli, presentando al lettore quell’aspetto dell’amore non ancora a pieno indagato dai rimatori in lingua d’oc: l’amore per Dio e in modo particolare per la Vergine, dompna per eccellenza. 

Caratteristica peculiare del trovatore è la sua particolare abilità in giochi retorico-stilistici e la sua propensione ad arricchire i testi di preziosità formali secondo la poetica del car saber (così definisce egli stesso la sua arte versificatoria in più di un componimento, BdT 154.4, v. 19 e BdT 154.7, v. 4). Risulterà evidente alla lettura dei testi (seppur privi dell’opportuno commento retorico-stilistico) che si tratta di un poeta non solo particolarmente attento ai preziosismi formali, ma in grado di concretizzarli a tutti i livelli del testo.

Le opere di Folquet de Lunel giunte fino a noi sono tràdite soltanto dai due canzonieri della tradizione linguadociana occidentale C e R. Il primo presenta tutti i testi di questa edizione (e ne costituisce pertanto il manoscritto base), comuni ai due codici sono le due canzoni cortesi del trovatore (BdT 154.3 e 154.5) e una canzone mariana (BdT 154.4), mentre R, escludendo il sirventese (BdT 154.1) e le tre canzoni dichiaratamente mariane (BdT 154.2, 154.6 e 154.7), completa il corpus del trovatore di Lunel con le due tenzoni con Guiraut Riquier e il Roman de mondana vida. Le correzioni congetturali sono racchiuse tra parentesi uncinate, le integrazioni dovute per lo più a guasti meccanici del manoscritto e facilmente ricostruibili sono racchiuse tra parentesi quadre, mentre le parti illeggibili nel manoscritto sono segnalate attraverso i puntini.

 

Federica Bianchi        

15.ii.2003         


Rialto