Analisi dei manoscritti: La tradizione della canzone è piuttosto compatta, fatto sorprendente se si considera il numero di manoscritti (15) che trasmettono il testo. A livello di piani bassi, i testimoni si dispongono secondo configurazioni normali nella tradizione trobadorica: sono presenti le coppie AB (errori: v. 5 mieu plurale, v. 10 ipermetro se vi sono assieme iato ed espansione pronominale; varianti: vv. 7, 8, 9, 10, 11 + D, 12, 15, 17, 19, 20, 30, 43, 49), IK (errori: v. 34 ipometro; varianti: 11 + N, 23, 24, 44), CR (errori: v. 11 ipometro, 36 con rima falsata; varianti: vv. 9, 18, 25, 27, 30, 33), GQ (errori: v. 25 ipometro; varianti: vv. 11 grafica + L, 17 in G prima del ritocco, 18 + L, 27 + L, 33 + L, 35 + L, 40 + L, 47). A queste coppie si affianca il gruppo M2Ta, contraddistinto da incertezza attributiva o anonimato della fonte (M2T attribuiscono il testo a Cadenet, a2 a Guilhem de Cabestanh, entrambe attribuzioni non recepibili) che conservava, tuttavia, la strofa VI e la tornada, assenti in a2 dove Jacques Teissier ha trascritto un testo con ogni evidenza mutilo, perché esso s’interrompe al sesto verso della strofa IV (impossibile dire se la canzone fosse mutila già nell’antigrafo o se la svista sia del copista di Tarascona): C, che trasmette sia la strofa VI che la tornada, le trae di certo per collazione da questa fonte, ignota ai mss. a lui più vicini e giuntagli anonima, come si ipotizzava poc’anzi (nessuna doppia attribuzione è registrata nell’indice di C per questo testo). Se fa fede l’attribuzione, M2T risultano più strettamente uniti rispetto ad a2, ma nell’insieme delle lezioni specifiche di questi testimoni le geometrie che legano i tre latori sono instabili e sono rappresentate anche le altre possibilità (Ta2 cfr. v. 1, M2a2 cfr. vv. 19, 25). Il ms. di Bernart Amoros possedeva comunque anche un’altra trascrizione del testo nella sezione di Gaucelm Faidit (nella scia di ABGLNQR a giudicare dall’incipit). Dunque ai piani inferiori della tradizione troviamo i nuclei AB, IK, GQ+L, M2Ta2, CR. I tre restanti mss. D M1 N, pur non avendo legami positivi con gli altri gruppi, sono quasi sempre solidali con IK e con AB, qualora questi non si allontanino per iniziativa propria, e non condividono mai le lezioni di CR, GQ+L o M2Ta2 in assenza del supporto di IK e più raramente di AB (che forniscono un gran numero di lezioni specifiche). Ai piani medi è evidente il legame che unisce CR a GQ+L: questi ultimi mss., provenienti dalla “seconda tradizione”, attingono ad una tradizione attiva di varianti comuni ai mss. di tradizione occidentale: cfr. vv. 4, 9, 18, 25, 26 (forse poligenetico), 27, 33, 45 (forse poligenetico). CR e GQ+L rappresentano, dunque, due rami della stessa tradizione (cfr. Luca Barbieri, «Tertium non datur? Alcune riflessioni sulla “terza tradizione” manoscritta della lirica trobadorica», in Studi medievali, 47, 2006, pp. 497-548); legami con altri gruppi non sono dimostrabili: così la configurazione CR+IK e AB+GQLN al v. 27 può essere spiegarsi per poligenesi e parimenti l’accostarsi di CR a M2T al v. 37 non è probante; è, tuttavia, pressoché sicuro che C (ma non R) ha conosciuto la fonte di M2Ta2, come indicato sopra. Non vi sono casi in cui GQ+L senza CR hanno lezione coincidente con i mss. DIKM1N e eventualmente M2Ta2, a meno che CR non si allontanino per conto proprio, fatto che suggerisce che la coincidenza di lezione tra GQ+L e i mss. di tradizione orientale sia lezione originaria. Un secondo rapporto sicuro ai piani medi è tra AB e M2T(a2), come mostrano le varianti dei vv. 4, 34, 36 (forse poligenetico), 38, 41; si può supporre che questa sia la fonte che AB spartiscono con a2 in altri luoghi della tradizione trobadorica, già riconosciuta da Gröber («Die Liedersammlungen der Troubadours», in Romanische Studien, 2, 1875-1877, pp. 337-670) e da Avalle (I manoscritti della letteratura in lingua d’oc, nuova edizione a cura di Lino Leonardi, Torino 1993, pp. 75-89), qui recepita anche da M2 e da T. Altri rapporti a questo livello sono sporadici: AB hanno una lezione comune a D al v. 11; la variante huoills/hueilhs accomuna A e M1 al v. 19 e potrebbe essere stata estratta dalle possibilità interne alla tradizione orientale; ai vv. 20-21 le lezioni accomunano M1 e M2Ta2; IL sembrano condividere la stessa ipometria al v. 25, ma una rasura in L non permette di valutare correttamente l’accaduto. I piani alti non sono ricostruibili e mancano errori d’archetipo. Il quadro che emerge vede l’opporsi, tipico della trasmissione della lirica trobadorica, di due tradizioni: l’una rappresentata da CR+GQ-L, che si vorrebbe chiamare occidentale se non fosse per la presenza di GQ-L, localizzabili in Italia; l’altra rappresentata da IK+M1, N, con D (ampiamente innovativo in proprio), che è certamente di provenienza orientale e d’ascendenza ε. A quest’ultima sono affiancabili anche AB, la cui redazione, tuttavia, risulta fortemente rimaneggiata; AB, come si è detto, conoscono anche la fonte di M2Ta2. Questi ultimi testimoni trasmettono una seconda redazione con forti differenze rispetto alle concorrenti, di provenienza non precisabile, ma circolante in Italia settentrionale all’epoca della compilazione di AB (e T) e nota in Linguadoca a C. La scelta del testo che si propone si basa sull’accordo di tradizione orientale e ‘occidentale’ e, in caso di divergenza, sul supporto della tradizione M2Ta2. Grafia di C.

Apparato critico:

In N2 TavPal solo v. 1. In a2 solo vv. 1-36. Ordine delle strofe comune a tutti i mss. Strofa VI e T solo in CM2T.

I.  1 suj] preceduto da fui cancellato in a2 | fis e ferms] AregCDIKM1M2N2T, ferms e fis ABGLNQRa2 TavPal | ferms] m ritoccata in G | vas] en Ta2 | amor] amors M1regfRreg    2 per] par I | qu’ie·n] qen BM1M2QT in G su rasura di qem, quieu Na2, que R | sapch’aver] sapcha auer ABQT | qu’ie·n sapch’aver] qemfacha hauer L    3 no·n] nom DIKL | partrai] partirai L | ni] e D | ·l] om. I | voler] saber CGLQR    4 que·l mal e·l ben] qel ben el mal ABM2a2 | ben] be·m L | ad honor] alonor T    5 con plus nai enueia maior D | quar] e M2, can T | tuit] om. (−1) a2, uei T, u ritoccata in G | mei] mieu ABa2 | afar] afan T    6 uoil mais celar emais temer D | celar] cerar a2 | temer] corretto su tener in G, temre L, teiner I    7 dona] om. (−2) T | don] dom D | no·m] non a2 | tuelh] part AB | uire] vir a2, recre T (lettura incerta)    8 ans] qieu AB | am e·us vuelh] uueilh eus am M1 | e·us] et uos T (due volte), in a2 il secondo eus è aggiunto in alto in interlinea dal correttore    9 e qan uos uei muor de desire AB | et on mais n’ai, plus f.] on plus mai (nay R) e plus f. CR (con m- ritoccata in C), et on plus f. (−2) G | n’ai] am M2Ta2 (in a2 am corretto su on) | et] om. (−1) L | mais] plus CLQR | sospire] sospir GL    10 plus] puois AB, miells M2Ta2 | car] qan ABCRT | no·us] nos GIKQ, uos NTdopo il v. 10 N aggiunge il verso: e mais uos dezir azauer.

II.  11 Doncs, ben] Dompna ABD, Don ben IKN, doncs (om. ben; −1) CR | greu] greus GQ (in G con s raschiata), grieus L | puesc] puoss > puosc L (con espunzione della seconda s e sostituzione con c) | vius r.] ni aus r. > ni os r. L (con aus espunto e sostituito con os), uiu T, viuz a2 (ritoccato su vius dal correttore) | remaner] romaner DIK, re(n) auer N    12 qu’ieu] car AB, qe Q, sieu M2Ta2 | no·us] corretto su vos dal correttore in a2 | ni vos] neus T    13 e qui so que ama] qar cell qe (qi a2) so qama M2Ta2 (in a2 ciel cancellato prima di cel) | que] qi G    15 mout soven] maintas uetz AB | alezer] alegre L    16 bel] bels L | que·m] qim GLQa2 | reve] in a2 lettere re- ritoccate    17 qu’ab] ab B, can Q, cam T, cab ritoccato su cau in G | del cor] in G del ritoccato su dei, del cors T, de queu A, de cui B | vos] om. (−1) R    18 car] que CGLQR, e M2, om. A | aquels] daquelh CM2R, aqel GQ, alces T | non] nom CM1M2QRT, nō DGKL, non ritoccato su nom in a2 | part] parti A | ni·n] nim CGLM1M2QRTa2 | refre] recre CR    19 ans suj de mos bels ditz] dels huoills (del luoc B) e de lieis soi AB, tan uos soi fis francs D, antz sui de mos hueilhs (−1) M1 | ans] eus M2, eu a2 | mos bels ditz] mon bel dit M2, mol bel diç Q, mos bels dich L | servire] serveire T    20 a forssa a poder et a fe AB | de bon] ab ferm M1, ab bon M2Ta2 | et] om. (−1) R.

III.  21 Tan corretto su Can in R | nom] non M2N    23 con] in a2 corretto su adon | aisselh qu’a] aquel qa AB, sel qe ha M2M1Ta2 | qu’a m.] cal m. IK    24 don] in a2 ritoccato dal correttore | setz] se a2 | non] nois ABCM1R | per] de IK | partir] perdre M2 | per re] peren T    25 et on plus] quon plus (−1) CGLQR, anz on mais (plus T) M2Ta2 | beu, plus a ab se] beu e plus a ab se (+1) CR, beu abse (−2) I, beu ancse (−2) L (con -ncse scritte su rasura), beu plus ase (−1) T, beu plus ha de se a2 (beu ritoccato su ben; h- espunta)    26 voluntat] a uolontat (+1) LT (in L a u- scritte su rasura) | beur’e ardor] beure dardor AB, beure et ardor CGQT, beure. e ardor L, beurez ardor M2, beuret ardor a2    27 atressi] sautressi L (con s- scritta su rasura) | on eu plus] on plus en AB, cum ieu plus CR, eu en plus D, com plus eu GLQ, on plus ieu N, on plus sui M2Ta2 | cossire] iauzire M2Ta2    28 de] e a2 | ades] ados D, adonc T | melhor] meillors a2 con -s cancellata dal copista    29 et on] con (−1) T | mais n’ai] mais am T, plus nai D | mais en] mais ne, A plus en B, plus fort M2Ta2    30 e meils m’a·l iois dousa s.] e mieills mal iois de uos s. AB, don uen ioys ab dossa s. C, Tan ma ades dousa s. D, e meillz iois dolza s. (−1) G, e meillz / es dolcha la s. L, Emeils oilç iois. dolça s. Q, e ue men ioys a gran s. R | ·l] om. N, sottolineata in a2 | iois] ioi IKM2NTa2.

IV.  In a2 solo vv. 31-36    31 E] A N, En Q | tan leyal] tan soi lejal (+1) L    32 m’] om. M2Ta2 | belha] bona M2RTa2 | en] per M2    33 plassa·us q.] plassa vos q. ABDIKM1M2NTa2, lachaos q. L | ·m] om. M2, ·us a2 | deia escazer] deieschazer DIKM1N, deyas eschazer R, denhatz escazer C, deinhescazer M2Ta2    34 qu’afranquetz] qe franqeç Q, qafranqius T, qa fra qes a2 con qa- ritoccato su qe- | tan] om. (−1) IK | valor] ricor ABM2Ta2    35 que] qen T | sofratz] suffreç GLQ, sufris a2 | mais] mals L    36 mas] om. T | me] ne D, om. GL (in L in seguito reintegrato dal correttore in interlinea) | cuj] qe M2, qui T | fatz] fai CR | viur’e v.] viure e v. ABM2T, uiuere v. G, ualer euiure L | valer] valor CR    37 Viure·m] Viuerm D, Viuren I, e uiurem (+1) T | fazetz] faretz CM2RT | m’aucire] mi aucire T    38 ad] ans C | amor] amors CR | quar] qe ABM1M2T | m’a] m ten T    39 mas] e M2T | de] del CDM2T | leyals] leyal CGIKM1NQT | sufrire] sufreyre RT    40 e veus] Queus D | al] a GLQ.

V.  Manca in a2    41 A] Si T | fui] sui DGQ | d’esforciu] dafortit (defortit T) ABM2T, de forsiu DQ, desfortui G    43 que aja·n] que naia AB, que aiam IK | mal] mals T | o] et R | aja·n be] naia be AB | be] ben DQT    44 res] ren T | no·m pot del maltrait] de (del T) maltrach non (nom T) pot M2T | no·m] non IM2 | del] de CDM2QR | maltrait] tal trayt R    45 mals] mal CGLQRT | auci] aucit GQ | e·m] en Q, et T    46 el bes] nil ben T | ne·l] ni ABT, e M1, tals M2 | ioys] gioi T | m’en] nin D, nom L    47 si be·m plai plus] qem plaz trop mais M2, si bem platz mais T | be·m] ben GQ | no] nous AB    48 pueys aqui mezeis] aitan com estau (nestauc T) M2T | esdeve] endeue DR    49 qu’ieu t.] que t. AB, pueis t. M2, qe puois t. (+1) T | torn] tort Q (lettura incerta) | en aquelh] en aiqels L, nacell T | eis] om. (−1) LT, eus DN    50 quar] can T | totz temps] topsteps N, toz teps D, totz tenps T con -n- ritoccata | ioys] gioi T | no·m] non T | te] t- ritoccata in T.

VI.  Solo in CM2T    53 avem] auen M2 | desonor] desinor T    54 gens] gent CT | que] qi M2    55 dezerete] dezereten M2, desera (−1) T | ni·l] ni M2    56 pres] pretz T, pre(s) C con -s non chiaramente leggibile    57 quasqus] cascun T | tanh] sai M2    58 princep] princeps CT, prinse M2 | aussor] ansor T    59 par qus non les fizels ni obezire (+2?) C, percus no li es fezel ni obesire (+3?) T    60 om. C.

VII.  Solo in CM2T    61 Al] El T | comte] comt T | vuelh] ouoill T    62 qu’aissi] cais (−1) T | primiers] primier M2T    63 guar qe Dieus li sia] M2, guarde dieus el sia C, garem di cedieu lin sia T (con lettere em erase).

 

I.  1 Tant] Tan DGIKLM2NN2QRT TavPal Creg | suj] sui ABDGIM1M2Q, soi KLNN2T TavPal, soy R, suy Creg, son Greg | fis] fins BGM1M2T TavPal Areg, fis cett. Breg, finz a2 | vas] ves GQ TavPal Creg    2 que] qe BGKLM1M2Qa2, che T | ia] ja L, gia T | qu’ie·n] qien A | sapcha] sapcia T    3 no·n] no R | partrai] partray R | ni] ne L    4 que] qe ABDGLM1M2Qa2, ce T | ben] be G | tenh] teing ABDGIKLN, tenc M1M2T, teng Q, tieng a2 | ad] az LM2, a M1 | honor] onor M1M2T    5 quar] car ABIKNQRa2, qar GLM1 | tuit] tuich AB, tut M1N, tuch M2, tug R | mei] miei M2T, miey R | mieu AB, meu a2 | afar] affar LQ | maior] major L    6 celar] selar IKR | et] ez L, e M1M2N    7 dona] dompna AN, domna BDGIKLM1Qa2, donna M2 | tuelh] tuoill DLT, tuoil GQ, tueill IK, tueilh M1M2, tueil Na2 |  ni] ne L    8 ans] anz DGIKM1M2a2, ansz L, anç NQ, antz T | vuelh] uuoill AB, uoill DIKLT, uoil Ga2, uueilh M1M2, uueil N, uol Q    9 et] e M1M2 | n’ai] nhai L, nay R | plus] pus LR (due volte) | sospire] suspire DM1a2    10 e] et D | plus] pus LR | miells M2, mieltz T, miels a2 | muer] muor ABDGLQT, mueir M1, mor N | qan A, qand B, quan C, can RT | car] qar LM1M2 | puesc] puosc ABDLT, puois G, pueis M2, pois Q, pues a2 | vezer] ueçer GNQ, ueszer L, ueser T.

II.  11 Doncs] Dunc GQ, Donc L, Doncx RT | ben] be L | Dompna AB, Domna D | greu] grieu M1a2 | puesc] puosc ABDIT, puois GQ, pos a2 | vius] uios GQ, uieus R    12 qu’ieu] qeu DGK, queu I, qieu LM1 | vej] uei ABDGIKLM1M2NQTa2, uey R | gaire] gaires B, gayre R    13 qar M2a2, car T | qui] qi GM1Q | cell M2, sel T, cel a2 | qe M2, ce T | so] cho GLQ, ço N, zo a2 | que] qe KLM1Q | qama M2a2, cama T | no] non ABIKM1M2NTa2    14 no] non ABDIKM1M2NQRT, nom a2 | peior] pejor L | iazer] iaser DM1Q, jaszer L, iaçer N, giaser T    15 mout] molt DLM1, mult GQ, mot IKNR | soven] souent a2 | alezer] aleger GQ, aleçer N, aleser T    16 bel] bell M1T | plazer] plaçer DNQ, placer G, plaszer L, plaser T | que·m] qem ABM1M2, cem T    17 qu’ab] cab ADGIKNa2, qab LM1M2, cap R | huelhs] huoills AB, oills D, oilz GK, oillz IL, hueilhs M1M2, oilç N, oils Qa2, uelhs R, uoltz T    18 car] qar M1a2 | que C, qe GLQ | aquels] aqels ABDLM1a2 | aquelh C, aquel R, aqel GM2Q | refre] reffre L    19 ans] anz GIK, ansz L, antz M1, anç N, ainç R | suj] soi AKLN, sui BGIM1M2Qa2, soy R, suoi T | bels] belz IK ditz] diz G, ditç N, diç Q, digz a2    20 bon] bo L | et] ez LM2, e M1a2 | leyal] leial DGNQa2, lial IKM1M2R, lejal L, leal T.

III.  21 Tan] Tant ABM1a2 | qu’autra] cautra ABDIKNRT, caltra GQ, qautra LM1M2a2    22 ans] anz ABDGIKM1M2a2, an CT, anç NQ, ansz L | suj] sui ABDGIM1M2QTa2, soi KLN, soy R | error] eror NT    23 cum] com DGIKLNQR, con M1M2Ta2 | aisselh] asel DIK, acel GNQ, aicel L, aselh R | sel M2, cell M1, zel T, cel a2 | qu’a] qa ABGQ, ca DIKNR, qha L | qe ha M2, qeza M1, che a T, qi a a2 | calor] chalor GLa2    24 setz] sejz D (j ritoccata su i), seç GQ, sez L, setç N, cetz R, ses T | nois AB, noys C, nos M1R | non] no L | pot] pod L, po Q    25 et] e M1 | quon C, cum R, com GLQ | anz M2a2, antz T | plus] pus R (due volte) | a] ha M2 | ab] am GQ | se] ce R    26 voluntat] volontat L, volentat Q    27 atressi] atreissi G, atreisi K, atresi M1, autresi T | cum C, com GLQR | plus] pus R | eu] ieu CM1N, yeu R, jeu L | cossire] consire GNQ | iauzire M2a2, gausire T    28 ades] adess L | n’ai] nhai L, nay R | melhor] meillor ABDGIKLNQa2, meilhor M1M2, meglur T    29 et] e LM1M2R | mais] may R (due volte) | n’ai] nhai L, nay R | dezire] desire ABDGIKNQT, deszire L    30 meils] mieills A, meillz GL, miells M1, meills M2, mielç N, mieltz T, miels a2 | ioi IKNa2, ioy M2, gioi T | dousa] dossa C, dolza G, dolcha L, doussa M1M2, douça N, dolça Q, douza Ta2.

IV  31 pus] pois ABIK, puois DLT, pos GM1M2NQRa2 | tan] tant ABa2 | leyal] leial ABDGNQa2, lial IKM1M2LT, lejal L    32 avetz] auez D, aueç GQ, auesz L, aues M2NT | belha] bella ABDGIKLM1NQ | dona] dompna ABNT, domna DGIKLM1QR, donna M2    33 plassa] plaza G, plasa IM2T, plaça NQ | que] qe ABDGLM1M2Qa2, ce T | deia] deja L | dei’e. DIKM1, deg’e. N | deinh M2, degn T, deng a2 | escazer] eschazer ABDGR, eschaszer L, eschaser M1, eschaçer N, escaçer Q, escaser T    34 qu’a.] q’a. ABGLM1M2Ta2, c’a. DIKNR | afranquetz] afranqetz B, afranques DIKNR, afranqez G, afranszez L, afranches M1M2 | tan] tant ABa2 | ricor ABM2a2, riccor T    35 que] qe ABGKLM1M2QTa2 | no] non ABDGIKM2NT | sofratz] suffratz B, sofraiz D, sofraz K, sufratz M1Q, sufras M2, sufratç N, sofras T | suffreç G, soffrez L, sofreç Q | mais] mays R | preyador] preiador ABDGIKM1M2NQRa2, prejador L, preador T    36 mas] mais L | me] mi ABM2 | cuj] cui ABDGIKLM1NQa2, cuy R | fatz] faitz ABTa2, faz D, faiz G, faisz L, fais M1, fas M2, faitç N, faç Q | fai C, fay R | viure] vieure R    37 Viure] vieure R | faitz] faiz DG, fatz IKT, faisz L, fas M1M2, fatç N, faiç Q, faytz R | fazetz] façes DN, faseç G, fazes IK, faszez L, faisetz M1, façeç Q | faretz CRT, fares M2 | aucire] auzire DM2, auçire M1N, ausire R    38 ad] az GLM1M2, aç Q | quar] car DGIKNQR, qar L | qe ABM1M2, ce T | m’a] mha L | em] en ABDGIKM1M2NQR, e LT    39 mas] mais L | suj] sui ABDGIM1M2QT, soi KLN, soy R | leyals] leials ABD, lejals L, lials M2R | leyal C, leial GNQ, lial IKM1T | sufrire] sofrire ADGKN, soffrire BILQ | sufreyre R, sofreire T    40 plazer] plaszer L, plaçer M2NQ, plaser T.

V.  41 A] Ha GLQ, Aj M1M2, Ay R | cum] com DNQ, con IKLM1M2T | fui] fuy R | d’esforciu] desforsiu IK, desfortio L, desfortiu M1, desforsieu R | forsiu D, forciu Q    42 quan] qan ABLM2, can GIKNQR, qant M1, cant T | me] mi BD | mis] mes BM2, meis D | merce] merçe T    43 que] qe BGKLM1M2Q, che T | aja] aia ABDGIKM1M2NQ (due volte), aya R (due volte), agia T (due volte), haja L (due volte)    44 maltrait] maltraich ABDL, maltrag IK, maltrach M1M2, maltrag N    45 que] qe ABDGLM1M2Q, ce T | auci] ausi RT | fa] fai ABDGIKLM2NQT, fay R    46 quan] qan ABDGLM1M2Q, can IKNRT | ay] ai ABDGIKM1M2NQT, hai L | ne] ni ABDNRT | ioys] iois ABDGIKM1M2NQR, jois L    47 plai] plaz DGM2, platz IKRT, plasz L, platç N, plaç Q | plus] pus LR | qu’ieu] queu AI, qieu BLM1M2, qeu DGKQ, cieu T | no] non DIKM1M2NQT | sai] say R    48 pueys] pois ABIKQ, puois DGL, pueis M1N | aqui] aqi GLM1Q | mezeis] meçeis GNQ, metceis L, mezeys R    49 qu’ieu] queu DI, qeu GKQ, qieu LM1 | que A, qe B | aquelh] aqel ABDGM1M2Q, aquel IKNR, acell T | eis] eys R    50 quar] car ABDGIKNQR, qar LM1M2 | totz temps] toz teps D, toz tems G, tostemps IK, totz tenps LT, toç temps Q, tostems R | aquel] aqel BDGM1M2Q, aiqel L, aicel T | ioys] iois ABDGIKM1M2NQR, jois L.

VI.  51 Hueimais] Huoimais T | chant] chan M2, cant T | cove] conue T    52 ves] uas M2, uers T | senhor] seinhor M2, segnor T    53 tuit] tuch M2, tuc T | desonor] dezonor M2    54 que] qe M2T | que] ce T    56 mort] mor M2    57 quasqus] chascus M2 | tanh] tagn T | cossire] consire M2T    58 cum] con M2T | aussor] ausor M2    59 q’us] cus T | non l’es] noilhes M2, nolies T | fizels] fizells M2, fezel T | obezire] obesire T    60 si M2, se T | aqest M2, acest T.

VII.  61 mo] mon M2T | senhor] seinhor M2, signor T | vuelh] uueilh M2, uoill T    62 qu’] c’ M2 | cum] con M2, com T    63 guar] gar M2T | grazire] grasire T    64 qu’al] qal M2, cal T | passar] pasar T | comt’om] contom M2 | lauzor] lausor T.

 

Datazione e circostanze storiche:

La canzone ha conosciuto, come in altri casi, una prima fase indatabile di contenuto esclusivamente amoroso (strofe I-V) e una seconda fase prossima alla Quarta Crociata, in cui sono state aggiunte la strofa VI e la tornada, recepite da una sola fonte che si ritrova nei mss. M2T (+ a2 lacunoso) e, per probabile collazione, in C. L’imitazione della canzone da parte di Bertran de Born risale probabilmente alla prima fase: formalmente il testo di Bertran conta solo 5 strofe di argomento amoroso (lunghezza identica a quella di tutti i mss. di BdT 167.58 tranne i suddetti M2T e C) e dev’essere antecedente l’inizio del 1197, quando Bertran si è già ritirato nel monastero di Dalon. Un’imitazione di direzione inversa (Gaucelm che imita Bertran), così come asserito da Paden, Sankovitch, Stäblein (The Poems of the Troubadour Bertran de Born, Berkeley-Los Angeles-London, 1986, pp. 57-58) è molto meno probabile: anzitutto, Gaucelm è autore solo di canzoni, di partimens e di coblas, non di sirventesi, mentre Bertran è largamente aduso all’imitazione metrica, il che farebbe supporre che anche in questo caso egli sia l’imitatore e non l’imitato; in secondo luogo, il testo di Bertran è databile solo approssimativamente sulla base della menzione di Boson de Turenne visconte dal 1191 e sull’identificazione indimostrabile di Meilz-de-be con Guiscarda de Beaujeu, che in un altro testo di Bertran viene chiamata per nome (Paden, Sankovitch, Stäblein, The Poems..., p. 134; Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’œuvre poétique de Bertran de Born, Aix en Provence-Marseille 1985, p. 84), mentre non ha nessun peso l’argomento per cui la canzone di Gaucelm parla della quarta crociata (dunque non prima del 1201-1202), evento posteriore al ritiro di Bertran de Born a Dalon, perché, come si è detto, la cobla VI di crociata e la tornada, trasmesse da una sola fonte, si caratterizzano come vere e proprie aggiunte seriori. Se tali argomenti hanno valore, la prima redazione amorosa del testo è precedente il 1197. Quanto alla determinazione della crociata a cui allude Gaucelm nella strofa VI, essa è, come già detto, la quarta, di cui il trovatore parla anche in BdT 167.9, 167.14, 167.15, 167.33, 167.36: quanto asserito da Mouzat (Les poémes..., pp. 440-442), che riconduce la strofa VI e la tornada alla terza crociata e più specificamente al periodo intercorso tra la sconfitta di Hattin (4 luglio 1187), allusa a suo avviso ai vv. 54-56, e l’ascesa al trono di Riccardo Cuor di Leone (6 luglio 1189), è priva di supporto; non vi sono prove, infatti, che Gaucelm abbia mai parlato della terza crociata (si veda al riguardo Walter Meliga, «Gaucelm Faidit et la (les) croisade(s)», in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats. Trobada tenue à Uzerche les 25 et 26 juin 2010, Carrefour Ventadour, Ventadour 2011, pp. 25-36 e inoltre, su questo sito, la datazione di BdT 167.9, 167.14, 167.36, e delle coblas 136.3, 167.13, 136.2, 167.3a con relativi argomenti e bibliografia; il deseret del fill sainta Maria è anche in BdT 167.14, v. 47, testo in cui non v'è nessun dubbio che si parli della quarta crociata). Del resto, Mouzat, che afferma che il comte del v. 61 sia Riccardo, perché è al contempo detto mon senhor, in quanto «suzerain direct» del Limosino e quindi «seigneur naturel» di Gaucelm, fornisce un argomento del tutto evanescente, perché l’epiteto di senhor è rivolto da Gaucelm (e dai trovatori in generale) ai propri mecenati, senza troppa cura di rispecchiare rapporti feudali reali (sull’identità del comte si veda la nota al verso). La strofa VI è, ad ogni evidenza, una strofa di propaganda aggiunta al testo originario in un momento in cui la quarta crociata era in fase d’organizzazione (il carattere aggiuntivo e il tema non amoroso spiegano perché essa sia così scarsamente attestata nei mss. e perché essa abbia anche portato con sé incertezze attributive): le aggiunte di questo tipo non sono rare in Gaucelm Faidit, talvolta supportate solo da una ristretta parte della tradizione manoscritta come accade per BdT 167.33, ma anche recepite da numerosi mss. come succede per BdT 167.15, oltre al caso dell’unicum di C BdT 167.36. I vv. 54-56 che Mouzat riconduceva alla sconfitta di Hattin possono essere letti in modo generico come indicazione del disonore che ricadeva sui sovrani cristiani che da più di 10 anni non tentavano la riconquista della Terra Santa su cui si esercitava pertanto il domino della falsa gens, i potentati islamici, a danno di quelli cristiani.

 

Note al testo:

34. Il senso proprio del verbo afrancar è “liberare, rendere libero” o “addolcire”; afranquetz vostra valor significa dunque “addolciate / rendiate libero il vostro valore (dalle convenzioni e dai condizionamenti sociali)”; in altri termini, l’io lirico chiede alla donna di accondiscendere, con un atto simile alla richiesta d’umiltà così frequente nei trovatori, all’esclusività del loro rapporto. Non a caso, i mss. AB+M2Ta2 interpretano afrancar come “abbassare”, significato spesso collegato proprio all’umilitat, e mutano valor in ricor (“nobiltà, alto rango”), intendendo che la richiesta sia quella d’“abbassare il proprio stato elevato” al fine d’accettare solo l’amore dell’io lirico.

45-47. Poiché il trovatore ha dichiarato l’equivalenza del bene e del male al v. 43 e l’ineluttabilità della sofferenza al v. 44, i vv. 45-47 devono necessariamente spiegare il motivo di tale equivalenza; interpreto dunque la frase que·l mals m’auci e·m fa doler / el bes, come un chiasmo con enjambement: se il male uccide, anche il bene non risparmia dolori. In questa lettura el del v. 46 è la forma più rara del caso soggetto dell’articolo determinativo maschile, accanto a lo e a le; non è impossibile, tuttavia, leggere e·l, benché in tal caso bes sarebbe soggetto di un verbo sottinteso (“il male mi uccide e mi fa dolere, e [così fa] il bene”), con una struttura vagamente anacolutica che ha comunque un parallelo nell’analogo uso del v. 58.

54-57. Mouzat interpretava questi versi come un riferimento alla sconfitta di Hattin (4 luglio 1187), con la quale l’esercito ayyubide di Saladino travolse i reparti del Regno di Gerusalemme, che rimase di fatto privo di efficienti forze di difesa. La successiva resa della capitale del regno (2 ottobre) ebbe grande risonanza in Europa. Tuttavia, poiché non vi sono, nei suoi testi, altri elementi che permettano di affermare che Gaucelm Faidit abbia parlato di eventi relativi alla terza crociata, indetta al fine di recuperare Gerusalemme (né in generale di fatti antecedenti il 1190 circa), mentre numerosissimi sono i testi in cui parla della quarta crociata (cfr. Datazione), è del tutto improbabile che le asserzioni di Mouzat siano fondate; l’argomento che lo studioso francese usava per confermarle, vale a dire l’identificazione del comte del v. 61 con Riccardo Cuor di Leone prima dell’incoronazione reale, è ugualmente infondato (cfr. nota al v. 61). Inoltre, non è da trascurare che i vv. 54-57 sono espressi al congiuntivo (tale è dezerete in C e in M2), fatto che può cautamente lasciar pensare che Gaucelm non stia riferendo fatti di cronaca militare, come la battaglia di Hattin, ma alluda alla condizione generale della sudditanza dei cristiani in Palestina, subalterni ai musulmani; in altre parole, è impossibile dimostrare che, in questi versi, Gaucelm stia facendo riferimento a fatti documentabili (ed anzi l’uso del congiuntivo fa credere il contrario) e non voglia, piuttosto, aizzare gli animi degli ascoltatori rispetto alla poca dignità in cui Cristo (con i cristiani) è tenuto nella terra in cui visse.

58. Il caso soggetto plurale princep (in CT con grafia latineggiante princeps; in M2 prinse) è coordinato a quascus (v. 57), il quale è soggetto prolettico di cossirar, verbo sottinteso anche per princep: letteralmente “è necessario che ciascuno pensi al partire, e che i principi [vi pensino] in proporzione al loro alto rango sociale”. Dato che i principi occupano le più alte posizioni e detengono il più grande potere, Gaucelm chiede loro un impegno proporzionale a tale stato (concetto espresso da si cum). Chi siano questi principi non viene indicato e, del resto, il tono della cobla sfuma volutamente nella genericità della propaganda. Tuttavia, non è difficile immaginare che il ricordo dei contemporanei corresse alla terza crociata, a cui avevano preso parte i principali sovrani europei quali il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, il re di Francia Filippo Augusto, l’imperatore Federico Barbarossa, e che si auspicasse un simile concorso di principi anche nel nuovo impegno militare.

VII. L’identificazione di questo conte che “ebbe per primo l’onore” ha fatto colare molto inchiostro. Tre sono le ipotesi avanzate: Vincenzo Crescini («Canzone francese d’un trovatore provenzale», Atti e memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, 26, 1910, pp. 63-105, alle pp. 76-77) ha proposto di vedervi Thibaut III de Champagne, capo designato della quarta crociata dal 1200, nipote di Eleonora d’Aquitania e fratello di Enrico II di Champagne, che fu re di Gerusalemme dal 1192 per effetto del matrimonio con Isabella di Lusignano, che era erede del regno di Gerusalemme; l’espressione ac primiers l’onor è intesa da Crescini: «ottenne il comando nell’impresa di Dio», ma tale significato non è registrato dai dizionari (né SW, né PD) e si basa sulla supposizione di ciò a cui tale onor era applicato e che tuttavia non è espresso esplicitamente (sarebbe l’“onore del comando”, ma che si tratti del comando è congettura dello studioso). Thibaut III morì il 24 maggio 1201 prima dell’inizio della crociata e venne sostituito nel comando da Bonifacio I di Monferrato, presso il quale Gaucelm Faidit soggiornò a più riprese. Nella proposta di Crescini ha certamente agito l’idea che tra i testi attribuiti a Gaucelm Faidit ve n’è uno (BdT 167.50) scritto in francese, lingua di Thibaut. Mouzat (Les poémes..., pp. 440-441), collocando il testo all’alba della terza crociata, vi riconosceva Riccardo Cuor di Leone, come conte di Poitiers, che fu tra i primi a prendere la croce (dunque l’onor sarebbe quello di divenire crociato, anche in questo caso congetturale) e ad impegnarsi per la riconquista di Gerusalemme; Mouzat, inoltre, giustificava il titolo di mon senhor attribuito al conte come indicazione di un rapporto feudale diretto tra il nobile e Gaucelm Faidit, benché l’espressione sia piuttosto codificata, talché Riccardo sarebbe stato signore diretto di Gaucelm in quanto sovrano del Limosino (e in questa argomentazione ha agito l’idea errata che Gaucelm appartenesse alla piccola nobiltà cavalleresca e fosse dunque legato da vincoli feudali ad un signore: cfr. Datazione di BdT 167.36). Infine, Robert Lug («Gaucelm Faidit et Maria de Ventadorn, vivaient-ils encore en 1235?», in Gaucelm Faidit: amours, voyages et débats. Trobada tenue à Uzerche les 25 et 26 juin 2010, Carrefour Ventadour, Ventadour 2011, pp. 71-131) ha proposto di identificare il conte con Goffredo di Lusignano, zio di Ugo IX di Lusignano, che fu conte della Marca; Goffredo fu un personaggio di spicco della terza crociata (in questo senso «ebbe per primo l’onore», cioè aveva preso la croce prima degli altri), tanto che fu dal fratello nominato conte di Giaffa nel 1191 (a quanto consta, portò il titolo per pochi mesi: Regesta Regni Hierosolymitani, edidit Reinhold Röhricht, Oeniponti 1893, n. 702, 26 ott. 1191, Gaufridus de Loziniato, comes Joppe; n. 698, 31 gen. 1192, Gaufridus de Lezig., comes Joppes.; n. 701, 10 feb. 1192, Gaufridus de Lezigniaco, comes Joppensis; tutti i documenti sono redatti su mandato del fratello Guido, re di Gerusalemme, che rivendicava la contea di Giaffa come dominio diretto del sovrano, mentre essa, in quanto dote di Sibilla di Gerusalemme, ne era stata scorporata, in modo tale che il titolo comitale risultava conteso a quell’epoca tra i Lusignano e la casa di Champagne che ne faceva risalire i diritti a Isabella di Gerusalemme, sorellastra di Sibilla: H. E. Mayer, «John of Jaffa, His Opponents and His Fiefs», Proceedings of the American Philosophical Society, 128/2, 1984, pp. 134-163, in part. 142-144). Da un lato, l’identificazione di Mouzat si squalifica perché inconciliabile con gli altri riferimenti alla crociata presenti in Gaucelm Faidit e relativi alla quarta, non alla terza (si veda Datazione). Dall’altro, anche le restanti proposte presentano forti elementi di debolezza. Se il conte fosse Thibaut e se la locuzione aver l’onor significasse “avere il comando”, come richiesto da Crescini, Gaucelm avrebbe potuto dire che egli fu il primiers ad esercitare tale comando solo dopo che esso era passato ad un altro (altrimenti sarebbe stato “primo” rispetto a cosa?); ma Thibaut ‘perse’ il comando perché morì, mentre qui il conte è citato evidentemente come vivo; Gaucelm Faidit non appare del resto in contatto con la corte di Champagne in nessun luogo della sua vasta produzione. Quanto all’identificazione con Goffredo di Lusignano, con cui Lug identifica anche il coms Jaufres di BdT 167.40, essa è insostenibile per motivi storici: Goffredo, fratello di Guido I re di Gerusalemme, pur avendo avuto un ruolo importante nella terza crociata – ed in generale la casa di Lusignano fu tra le più attive in Terra Santa –, non pare aver rivestito alcun ruolo nella quarta, essendosi ormai impegnato nelle complesse lotte di potere nel Poitou, e non risulta che si sia nuovamente dedicato all’afar de nostre Senhor; del tutto da respingere, in quanto storicamente non vera, è l’opinione di Lug (Lug, «Gaucelm Faidit...», p. 122) che «on ne perd pas le titre une fois acquis, ce qui explique “coms Jaufre”»: non solo, da un punto di vista generale, i titoli potevano essere sottratti ai loro detentori (che dunque non avevano più il diritto di portarli) e passati ad altri, ma, nello specifico, Goffredo, dopo aver portato brevemente il titolo di conte di Giaffa tra il 1191 e il 1192, a esclusivo beneficio delle rivendicazioni del fratello Guido I, non mantenne tale investitura (che passò al fratello Aimeri) una volta decisosi a tornare in patria: lungi dall’adottare il titolo comitale, che, secondo Lug, Gaucelm gli avrebbe assegnato, Goffredo, negli atti successivi al rientro, si firma solo come dominus Montiscantorii (signore di Montcontour), non come conte. Dunque, se il comte mo senhor fosse stato Goffredo di Lusignano, come richiesto da Lug, tale indicazione sarebbe stata possibile solo tra il 1191 e 1192, ma, al pari dell’identificazione proposta da Mouzat, essa non concorda cronologicamente con i rinvii alla Quarta crociata presenti nell’opera di Gaucelm Faidit ed è dunque da respingere (senza contare che l’attenzione di Gaucelm sarebbe stata attratta dal rampollo meno fortunato della casata, ciò che lascia un po’ perplessi). In sintesi, l’identificazione del conte con Riccardo Cuor di Leone o con Goffredo di Lusignano è impossibile per ragioni storiche e quella con Thibaut de Champagne è inspiegabile perfino sul piano letterale. Per dare basi più solide alla ricerca è possibile tentare una spiegazione delle parole di Gaucelm Faidit attraverso le sue stesse parole: si può, dunque, verificare quali conti siano menzionati da Gaucelm Faidit nelle restanti canzoni. Il conte di Fois (BdT 167.24 = 10.28, v. 49) compare solo in contesti cortesi e poco interessa qui; Maracdes, cioè Ugo IX di Lusignano, nipote del Goffredo proposto da Lug, conte della Marche dal 1199 (contea confinante con il Limosino), menzionato in contesti cortesi in BdT 167.4, 167.9 e 167.37, prese parte alla quinta crociata ma non risulta essersi impegnato già nella quarta, né ancor meno nella terza (così invece Lug, Gaucelm Faidit..., p. 122); intorno al 1200-1204 era impegnato nelle stesse lotte pittavine che vedevano coinvolto lo zio Goffredo. Invece, altri due conti presenti nei testi del trovatore limosino avrebbero dovuto attrarre l’attenzione degli studiosi: il primo è il conte Louis de Blois (comte de Bles, BdT 167.6, v. 38) citato con il pro Marques di Montferrat, cioè Bonifacio I capo della crociata dall’agosto del 1201; Louis fu in effetti uno dei primi a prendere la croce nel 1199 (tale sarebbe dunque l’onors) e fu personaggio di rilievo della quarta crociata. Il secondo è il conte Baldovino delle Fiandre menzionato nella tornada di BdT 167.9 tràdita dal solo ms. R (essa è considerata spuria da Meliga nell’edizione proposta per questo sito, ma si vedano i dubbi espressi più avanti) ai vv. 85-88 (ed. Mouzat, tornada b): et a nos peleris / lais venir en Suria; / que·l coms Baudouis / e·l pros Marques i sia. Baldovino delle Fiandre fu, assieme al rivale Bonifacio I del Monferrato menzionato subito dopo (·l pros Marques), una delle personalità più importanti della quarta crociata: nel 1204 fu eletto primo imperatore latino di Costantinopoli. Non è impossibile interpretare in questo senso il v. 62 del nostro testo, asserendo che l’onor, che il conte ha ricevuto per primo, è il trono costantinopolitano. Al novello imperatore Gaucelm Faidit, al v. 64, rammenta che il fine del viaggio e della spedizione non è Costantinopoli, bensì Gerusalemme, e solo nel momento in cui deciderà di passar in Terrasanta, vera meta, si potrà riferire la lode del sovrano. Un senso analogo hanno anche i versi della tornada di BdT 167.9 citati sopra: essi invitano i due principali attori della scena crociata, Baldovino e Bonifacio, impegnati a Costantinopoli in una riprovevole azione di conquista ai danni d’uno stato cristiano (per la quale il papa scomunicherà i Veneziani), a proseguire il viaggio verso la Suria, cioè la Terrasanta, alla quale anche i pellegrini auspicano di poter giungere; da questo punto di vista la seconda tornada di BdT 167.9 non appare affatto manipolata e, anzi, presenta tutte le credenziali d’autenticità (coerenza cronologica, coerenza dei personaggi citati con quelli frequentati da Gaucelm Faidit, coerenza degli avvenimenti a cui fa riferimento con quelli vissuti dal trovatore e testimoniati da altri testi); non osta affatto all’autenticità di tale tornada il fatto che sia trasmessa dal solo ms. R, perché spesso nella tradizione dei testi di Gaucelm Faidit le strofe o le tornadas di crociata, aggiunte in un secondo momento, sono veicolate da una ristretta porzione della tradizione (come accade anche per la nostra strofa VI) e talvolta da un ms. solo (si vedano i casi segnalati nella Datazione). Se si ipotizza che la tornada di BdT 167.9 sia stata composta in itinere (cioè aggiunta al testo originario durante il viaggio) da parte di Gaucelm (come in altri casi indicati nella Datazione), la sua composizione posteriore alla prima redazione di Ara nos sia guitz ben giustifica la sua circolazione extravagante e la sua ricezione nel solo ms. R e non nega la sua autenticità. Quanto al comte Baldovino, l’ipotesi resta, al pari delle altre, indimostrabile, data la cripticità del testo; richiede peraltro una spiegazione il motivo per cui Gaucelm Faidit chiami conte un uomo ormai divenuto imperatore. Tuttavia, come quella con Louis de Blois, tale identificazione ha il vantaggio della coerenza interna rispetto all’opera di Gaucelm.

[GB, lb]


BdT    Gaucelm Faidit

Canzoni sulle crociate