Rialto    IdT

225.9

 

   

Guillem de Montanhagol

 

 

 

 

   

I.

   

No sap per que va son joy pus tarzan,

   

ni fug ni gan

   

dompn’a son amador,

   

pus lo conoys be per bo servidor

5  

senes error

   

en fag et en semblan.

   

Quar trop tarzar en dompney es follia,

   

que mans amicx ne ven en dezesper,

   

quar pueys no·s deu dompna de ren temer,

10  

pus ve l’amor ses fench’e ses bauzia.

   

 

   

II.

   

Bona dompna, ab bel cors benestan,

   

vos tray enan

   

beutatz part la gensor,

   

e·us fai valer valors part la melhor.

15  

Pro·us fan d’onor,

   

per so faitz lur coman:

   

valors vos ditz que fassatz ben tot dia,

   

et amors vol qu’ametz, non per dever,

   

mas lo plus fi, ab qu’aya meyns poder:

20  

qu’on meyns er ricx, mais vos o graziria.

   

 

   

III.

   

Triat vos ai, dompna, mi ses enjan,

   

de bon talan,

   

que ben gar vostr’onor,

   

si cum triet si ad emperador

25  

senes temor

   

ja Fredericx antan:

   

si eis s’i mes, quar hom tan no y valia.

   

Atressi·us dic qu’om mi no y pot valer,

   

quar res, dompna, tan no·us ama per ver;

30  

per so·us valh mais ieu qu’autre no faria.

   

 

   

IV.

   

Ben pot chauzir dompn’un sol fin aman

   

ses malestan,

   

son par o pauc major;

   

pero no falh, si chauzis en menor,

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si·l ve valor

   

sol non pes lo baran;

   

quar lo plus bas li grazis tota via,

   

mais que·l plus ricx ni·l pars, si·l fa plazer,

   

per que·l deu mielhs dompn’ ab si retener

40  

quar mais i a poder e senhoria.

   

 

   

V.

   

Per ver vos jur, dompna, e·us pliu e·us man,

   

qu’ieu non am tan

   

ren cum vos, cuy honor;

   

per qu’en laissi mans bels plazers d’alhor.

45  

Pro y fas folor,

   

mas be·m podetz aitan,

   

o neis cen tans esmendar, si·us plazia;

   

pero ueymais vos deuria plazer.

   

Per que no·us platz, dompna? Qu’ieu fas saber

50  

qu’atressi·us er a far, coras que sia.

   

 

   

VI.

   

N’Esclarmunda, vostre noms signifia

   

que vos donatz clardat al mon per ver

   

et etz monda, que no fes non-dever;

   

aitals etz plan com al ric nom tanhia.

 

 

Traduzione [fsa]

I. Senza sapere perché una donna ritarda il suo joi e sfugge e scappa al suo amante, dal momento che lo riconosce chiaramente per buon servitore, senza macchia nelle azioni e nell’apparenza. Il troppo tardare in amore è follia e molti amanti giungono per questo alla disperazione, perché una donna non deve temere nulla quando riconosce l’amore senza inganno e senza menzogna.
II. Donna valente, dal bel corpo perfetto, la bellezza vi innalza oltre la più cortese e il valore vi fa valere oltre la migliore. Vi fanno molto onore [valore e amore], pertanto eseguite il loro comando: valore vi ordina di fare ogni giorno del bene e amore vuole che amiate non per obbligo, ma il più sincero e che abbia meno potere. Quanto meno sarà potente, tanto più ve ne sarà riconoscente.
III. Ho scelto me per voi, donna, senza inganno e di buon grado, per custodire bene il vostro onore, così come un tempo senza timore si scelse quale imperatore Federico: scelse sé stesso poiché nessuno valeva tanto. Allo stesso modo vi dico che nessuno può valere quanto me perché, donna, nessuno vi ama tanto davvero; perciò vi sostengo più io di quanto non farebbe un altro.
IV. Una donna può correttamente scegliere un solo amante senza sconvenienza, suo pari o di poco superiore; ma non sbaglia se sceglie l’inferiore, se ella riconosce il valore senza pensare al rango; perché il più umile, se ella gli concede dei favori, è sempre più riconoscente del più nobile e di quello a lei pari, pertanto la donna meglio deve tenere quello con lei in quanto ha più potere e signoria.
V. Vi giuro davvero, o donna, e vi prometto e vi assicuro che io non amo tanto alcuna cosa quanto voi, che onoro; pertanto io rinuncio a molte cose piacevoli che provengono da altre parti. Di certo faccio una follia ma, se vi piacesse, voi facilmente mi potreste premiare altrettanto o anche cento volte tanto. Ma oramai lo dovreste volere. Perché non lo volete, o donna? Vi faccio sapere che così dovrete fare, in qualsiasi momento accada.
VI. Signora Esclarmunda, il vostro nome significa che voi donate davvero il chiarore al mondo e siete monda, in quanto non avete fatto cose vietate; siete chiara così come spetta al [vostro] nobile nome.

 

 

 

Testo: Ricketts 1964. – Rialto 25.ix.2018.


Mss.: C 261v, R 39r.

Edizioni critiche: Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 142; Jules Coulet, Le troubadour Guilhem Montanhagol, Toulouse 1898, p. 130; Peter T. Ricketts, Les poésies de Guilhem de Montanhagol, troubadour provençal du XIIIe siècle, Toronto 1964, p. 74.

Altra edizione: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 169 (testo Coulet).

Metrica: a10 a4 b6 b10 b4 a6 c10’ d10 d 10 c10’(Frank 150:1, unicum). Cinque coblas unissonans di dieci versi e una tornada di quattro. Rime: -an, -or, -ia, -er.

Note: Canzone composta forse in Catalogna in un periodo compreso tra il 1242 e il 1250; si vedano le Circostanze storiche.

7. trop tarzar. L’attesa eccessiva, il lonc badatge, ricorre anche nelle chanson de change dei trovatori; cfr. Francesca Sanguineti - Oriana Scarpati, Canzoni occitane di disamore, Roma 2013, p. 23. Qui Guillem, ricollegandosi al ritardo nella concessione del joi espresso nei primi versi, intende spronare la donna amata ad accoglierlo come amante.

17-20. Come spiega Ricketts, Les poésies, p. 78: «Amour veut que la dame aime non pas par souci du devoir, c’est-à-dire, selon les règles imposées par la société, mais selon les sentiments du cœur».

24-27. Il trovatore si paragona a Federico II: così come questi si è ritenuto l’unico degno del titolo imperiale al tempo della sua incoronazione, allo stesso modo Guillem pensa di essere il miglior amante possibile per midons. La scelta da parte del trovatore che propone se stesso come amante per la sua signora può risultare particolarmente interessante e di sicuro poco convenzionale nella lirica trobadorica; sulla poetica di Guillem e sul suo concetto di fin' amor si vedano Leslie T. Topsfield, «The Theme of Courtly Love in the Poems of Guilhem Montanhagol», French Studies, 11, 1957, pp. 127-134 e Cesare Mascitelli, «Guilhem de Montanhagol, Non an dig tan li primier trobador (BdT 225.7)», Lecturae tropatorum, 11, 2018, pp. 37.

31. un sol fin aman. Nella riflessione dei trovatori non è concesso che un solo amante alla donna, come afferma risolutamente Bernart Marti in Bel m’es lai latz la fontana (BdT 63.3), vv. 14-18: «mas ab son marit l’autrei / un amic cortes prezant. / E si plus n’i vai sercant / es desleialada / e puta provada»; per un approfondimento sul tema nei trovatori e nella lirica francese e mediolatina si veda Stefano Cingolani, «Estra lei n’i son trei», Cultura neolatina, 44, 1984, pp. 9-47.

33-34. Il dibattito sull’amore può interessare anche il ruolo sociale del perfetto amante, come mostra Azalais de Porcairagues in Ar em al freit tems vengut (BdT 43.1), vv. 17-20: «Dompna met molt mal s’amor / que ab ric home plaideia, / a plus aut de vavasor / e si lo fai, ill foleia»; su questo si veda Frank R. P. Akehurst, «The Bottom Line of Love: A Semiotic Analysis of the Lover's Position», in Courtly Literature. Culture and Context, edited by Keith Busby and Erik Kooper, Amsterdam – Philadelphia 1990, pp. 1-10.

51. Esclarmunda. Si tratta probabilmente della stessa dama elogiata da Guillem in altri tre componimenti: Ges, per malvastat qu’er veya (BdT 225.5), v. 40; Leu chansoneta m’er a far (BdT 225.6), v. 36; Non an tan dig li primier trobador (BdT 225.7), v. 61. Per l’identificazione di questo personaggio si vedano le Circostanze storiche.

52-54. Un elogio di Esclarmonda costruito sull’interpretatio nominis si riscontra nel già citato Leu chansoneta m’er a far (BdT 225.6), vv. 39-40: «Le noms ditz qui·l sap declarar, / qu’es clar’e munda de follia». Sul gioco etimologico legato al nome della dama, si veda Pierre Anatole Fuksas, Etimologia e geografia nella lirica dei trovatori, Roma 2002, pp. 163-164.

[fsa]


BdT    Guillem de Montanhagol    IdT

Circostanze storiche