Rialto

231.3 = 223.5

 

Guilhem Rainol d’At  ·  Guilhem Magret

 

 

 

 

Maigret, pujat m’es el cap [Guilhem Rainol]
so qu’ins el ventre no·m cap.
Bos etz per listr’e per drap
4 mas, qui be·us quer ni·us esterna,
trobar vos pot, si no·us sap,
pres del vaysselh ab l’enap;
qu’ades tendetz vostre trap
8 lai on sentetz la taverna.
 
Guillem Rainols, a mescap [Guilhem Magret]
metrai mos motz que ar rap
de tal luec, e trop no·m gap,
12 on non vuelh lum ni lanterna
e si eu a vilans escap,
si que negus no m’atrap,
donc tenc lo parlar per gap
16 e·n talant ai que·us esquerna.
 
A penas hi truep que·y lim [Guilhem Rainol]
merce d’en Bernat Razim,
Maigret, que·us ten sec e prim
20 en estiu e quant yverna.
E·us ai vist un tal noyrim:
los varos qu’avetz el sim
que·us fan plus lag de Caym
24 e·us reverson la luzerna.
 
Guillem, de la claustra·us vim [Guilhem Magret]
yssir enseint ab un vim
e s’ieu de vos no·m escrim
28 non vuelh mais beur’ab Maerna;
qu’anc, pus nos enioglarim,
vos ni yeu, non sai auzim
tan bos motz ni q<u>i meillz rim
32 cum vos, don l’arma s’enferna.
 
Adug vos an a derroc, [Guilhem Rainol]
Maigret, dat putans e broc:
quascus i fes so que poc,
36 e·l foudatz que vos governa!
Ioglar vielh, nesci, badoc,
si mais voletz qu’om vos loc,
chantatz cum l’autre mairoc
40 de Mainier e d’Audierna!
 
Per nos laissetz vostre floc [Guilhem Magret]
et avetz el suc maynt loc,
Guillem, don a meyns maynt floc,
44 cara de boc de Biterna!
E no·us cugetz que·us hi toc
qu’anc iorn pipidon no·n moc,
que no·y ac pel cui no·y ploc.
48 E tenetz dreg vays Salerna!
 
Maigret ben saup selh que·us moc [Guilhem Rainol]
del senrier detras lo foc
qual val mais odor de broc
52 contra sabor de sisterna!
 
Per so no·us cuietz que·us tot [Guilhem Magret]
en Rossinier, nas de croc!
Mas tornatz en vostre loc,
56 on portavatz la lanterna!

 

 

 

Testo: Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003.


Mss.: A 179v-180r, C 386v-387r, D 145r, E 218v-219r, I 154r e v, K 140r e v, N 275v-276r, a1 566v-567r, si trovava anche in R 74, ma la cobla è andata persa.

Edizioni critiche: Fritz Naudieth, Der Trobador Guillem Magret, Halle 1914 (Beihefte zur Zeitschrift für Romanische Philologie, 52), p. 135; Rossella Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003.

Metrica: a7 a7 a7 b7’ a7 a7 a7 b7’ (Frank 46:2). Sei coblas doblas di otto versi ciascuna più due tornadas di quattro versi.

Note: Non compaiono nel testo elementi che permettano di formulare ipotesi di datazione. Naudieth, che ha studiato l’opera di Guilhem Magret con il quale Guilhem Rainol d’At si misura in questa tenzone, è riuscito a datare con certezza un solo componimento, Ma domna·m ten pres (BdT 223.4), scritto in occasione del ritorno di Pietro II da Roma nel 1204 e a fissare il periodo di vita e di attività di questo trovatore fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Sicuramente Magret è più anziano di Guilhem Rainol dal momento che quest’ultimo lo chiama «vielh» (v. 37), quindi il testo va collocato con ogni probabilità fra gli ultimi di Magret. La tenzone è costituita da un serrato scambio di versi nei quali ciascuno dei due trovatori deride l’avversario e ironizza sui suoi vizi attraverso la creazione di divertenti immagini e brevi e pungenti battute. I temi, il linguaggio e l’intento derisorio-umoristico accomunano questo testo ad alcune coblas prodotte qualche decennio dopo, durante il periodo della diaspora dei trovatori nelle corti d’Italia e di Spagna seguita alla Crociata Albigese. Si tratta di strofe scritte in tono colloquiale, che rasenta a volte l’osceno, e con l’esclusivo scopo di divertire e suscitare l’ilarità del pubblico. Temi frequenti in questi testi sono le prostitute, le taverne, il gioco d’azzardo e la descrizione caricaturale dell’avversario, del quale vengono ironicamente elencati i difetti e le deformazioni fisiche.Nellaprima cobla Guilhem rimprovera a Magret il suo ossessivo amore per il vino che lo spinge a ‘piantare le tende’ ovunque fiuta odori di taverna. Nella seconda cobla prende la parola Magret, che si vanta di essere reduce da un incontro galante e afferma di considerare la poesia un semplice gioco e un mezzo per deridere l’avversario. Nella terza cobla la penna di Guilhem Rainol è abilissima nel tracciare una divertente descrizione di Magret che il vino ha reso magro e povero, tanto che è costretto a nutrirsi delle pustole che ha sulla fronte. La quarta cobla contiene la controffensiva di Magret che incentra il suo scherno sul ricordo della vita conventuale intrapresa da Guilhem Rainol e poi abbandonata per amore della poesia. I due temi vengono poi ripresi con la creazione di immagini sempre più caricaturali, anche nelle coblas successive.

[RB]


Premessa

BdT    Guilhem Rainol d’At    Guilhem Magret