Premessa all’edizione in linea dei componimenti di Guilhem Rainol d’At

 

 

 

 

La vida di Guilhem Rainol d’At tradita dai due canzonieri gemelli IK ci informa che: … si fo uns cavalliers de la ciutat d’At, la quals ciutat es el comtat de Folcalquier. Bons trobaire fo de sirventes de las rasos que corien en Proensa entre·l rei d’Arragon e·l comte de Tolosa; e si fez a totz sos sirventes sons nous … (Jean Boutière-Alexander H. Schutz, Biographies des troubadours, Paris 1964, LXXVII, p. 495).  

Il corpus di Guilhem Rainol giunto fino a noi rispecchia solo in parte le notizie fornite dalla biografia provenzale: di lui ci sono pervenute due tenzoni con una dama, una tenzone con un altro trovatore (Guilhem Magret) e due sirventesi, di cui uno è tradito incompleto (Laissatz m’era, BdT 231,2) e l’altro presenta problemi di attribuzione (A tornar m’er, BdT 231.1a). Il nome compare anche nel canzoniere D come rubrica del testo Lanqan chanton, BdT 10.31, che i restanti quattro testimoni (DaIKA) attribuiscono ad Aimeric de Peguilhan. 

Il toponimo presente nel nome non lascia dubbi sulla zona d’origine: si tratta, come puntualizza anche la vida, della città di Apt nel contado di Folcalquier, nel cuore della Provenza. A. Rieger, che ha recentemente edito le due tenzoni con la dama, ha notato in questi due testi frequenti riferimenti a luoghi vicini a questa città (cf. BdT 231.1, vv. 24 e 54-56) e ha ipotizzato che potrebbe trattarsi di un trovatore stanziale, operante nella corte di Alfonso II e Garsenda di Folcalquier. 

Fondamentali per l’individuazione delle coordinate temporali dell’attività di Guilhem Rainol sono: 1) la datazione dell’opera di Guilhem Magret, trovatore antagonista di Guihem Rainol in una tenzone, il quale - secondo Naudieth, editore dei suoi testi - opera fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo; 2) la presenza di un «Guillelmus Ranoli» come testimone di un documento firmato a Tarascona nel 1209 da Alfonso II; 3) il riferimento in BdT 231.2 (Laissatz m’era) all’azione inquisitoriale dei domenicani, iniziata in Provenza negli anni ’30 del XIII secolo (cf. nota al testo). Questi indizi ci portano a collocare l’opera di Guilhem nei primi anni del XIII secolo, non oltre gli anni ’30. In seguito a queste conclusioni è facile identificare il re d’Aragona e il conte di Tolosa menzionati nella vida con Pietro II e Raimondo VI. 

 

Dai testi di questo trovatore emerge una spiccata tendenza all’innovazione, che trova la massima espressione nella scelta del lessico e nella creazione di immagini insolite per la poesia di quegli anni.  Nelle due tenzoni con la dama gli interlocutori utilizzano soprattutto il linguaggio del popolo e fanno riferimento alla sua sfera di valori, creando un vivace ritratto del mondo non-cortese, interessante non solo per l’innovazione tematica che anticipa la produzione trobadorica più tarda, ma anche per la preziosa testimonianza lessicale che offre, dal momento che questi testi hanno conservato espressioni e termini della lingua parlata non reperibili né nel corpus trobadorico né altrove. 

Anche la tenzone con Guilhem Magret anticipa un genere ampiamente diffuso negli anni della diaspora dei trovatori nelle corti d’Italia e di Spagna: quello dello scambio di coblas volto a suscitare l’ilarità del pubblico e costruito su motti brevi e sagaci, su immagini iperboliche e caricaturali. 

Più vicini ai temi e al linguaggio della poesia militante degli anni della Crociata Albigese sono i due sirventesi A tornar m’er (BdT 231.1a) e Laissatz m’era (BdT 231.2), che contengono esortazioni ai provenzali e ai catalani, appelli ai signori e ai re a prendere le armi per frenare l’avanzare della crociata e una polemica sulla decadenza dei costumi. 

I pochi elementi messi in rilievo mostrano chiaramente che si tratta di testi di notevole interesse, tanto storico quanto linguistico, sui quali è necessario intraprendere uno studio che ne chiarisca gli aspetti oscuri e, analizzando i rapporti con la coeva produzione trobadorica, ne evidenzi la straordinaria singolarità. 

Questa edizione nasce dalla necessità di rispondere a queste due esigenze e, soprattutto, di fornire una visione d’insieme della variegata produzione di Guilhem Rainol d’At, fin’ora oggetto di edizioni sparse, limitate a uno o due componimenti. 

Le integrazioni al testo così come gli emendamenti sono fra parentesi uncinate. Si ricorre al corsivo nei casi in cui è stata modificata un’intera parola. 

 

Rossella Bonaugurio         

25.v.2003         


Rialto