Traduzione [AN]
I. Un amico e un’amica, Sordello, hanno
una tale intesa che a lor parere non potrebbe l’uno aver gioia senza l’altro: e
se l’amica morisse e l’amico si accorgesse di non poterla dimenticare, cosa
sarebbe meglio per lui fare: continuare a vivere dopo di lei o morire? Ditemi a
questo riguardo la vostra opinione.
Testo: Negri 2006. – Rialto 24.i.2018. Mss.: A 183r, D 148r, Dc 259r (vv. 29-30), E 224r, G 95r, I 157v, K 143v, N 291v, Q 47r, κ 118 (la prima strofa). Edizioni critiche: Cesare De Lollis, Vita e poesie di Sordello da Goito, Halle 1896, p. 169; Ferruccio Blasi, Le poesie di Guilhem de la Tor, Genève-Firenze 1934, p. 50; Marco Boni, Sordello, le poesie, Bologna 1954, p. 86; James J. Wilhelm, The Poetry of Sordello, edited and translated, New York - London 1987, p. 60; Antonella Negri, Le liriche del trovatore Guilhem de la Tor, Soveria Mannelli 2006, p. 61; Ruth Harvey - Linda Paterson, The Troubadour “Tensos” and “Partimens”. A Critical Edition, 3 voll., Cambridge 2010, vol. II, p. 646. Altre edizioni: Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 63 (testo De Lollis); Francesco Ugolini, La poesia provenzale e l’Italia, Modena 1949, p. 68 (testo De Lollis e Blasi); Antonella Negri, Rialto 27.i.2007 (testo Negri). Metrica: a7’ b7 a7’ b7 c7 c7 d7 d7 e7 e7 (Frank 390:17). Sei coblas unissonans di dieci settenari, più due tornadas di sei versi ciascuna. Rime: -ia, -er, -is, -ar, -ir. Il modello metrico è la canzone di Uc de Saint Circ, Nuilla ren que mestier m’aia (BdT 457.25). Note: Partimen di argomento cortese, in cui la questione dibattuta è se sia preferibile sopravvivere alla morte dell’amata (tesi sostenuta da Guillem de la Tor) o se, al contrario, sia preferibile morire immediatamente dopo (tesi di cui è portavoce Sordello). Lo scambio risale al periodo in cui Sordello era ancora in Italia, prima quindi del 1228: cfr. le Circostanze storiche e la nota al v. 68. 26. n’Andreus: Andrea di Francia, molto spesso ricordato dai trovatori come prototipo dell’amante disperato (cfr. Frank M. Chambers, Proper Names in the Lyrics of the Troubadours, Chapel Hill 1971, pp. 45-46). 62-63. n’Azalais / de Vizalaina: Adelaide di Vidaliana o di Viadana. La dama in questione, invocata da Guillem, è Adelaide, figlia del conte Alberto di Mangona e moglie del marchese Cavalcabò di Viadana. È menzionata anche da Uc de Saint Circ in Si ma dompna N’Alais de Vidallana (BdT 457.36), cobla con tornada indirizzata a Nicoletto di Torino, ed è ricordata, insieme alla sorella Beatrice di Mangona, sempre da Guillem de la Tor nella Treva, Pos n’Aimerics a fait far mesclança e batailla (BdT 236.5a), al v. 11. Su Adelaide, che qui a differenza della Treva, è indicata col nome del marito, si vedano Francesco Torraca, Le donne italiane nella poesia provenzale, Firenze 1901, p. 18 e 43, e Fritz Bergert, Die von den Trobadors genannten oder gefeierten Damen, Halle 1913, p. 80. 68. na Cuniza: Negri sceglie di lasciare a testo la lezione na Cuniza, condivisa dalla maggior parte dei codici (na Cuniza G] n’agneseta A, n’aineseta D, na conia E, na cusina IK, na coniza N) fatta eccezione per AD, che riportano la variante n’Agneseta/N’Aineseta. L’editrice, pur sottolineando che la tradizione manoscritta si rivela in questo caso problematica, compie una scelta già fatta da precedenti editori (Boni, Sordello, p. 86; De Bartholomaeis, Poesie provenzali, II, p. 63; Ugolini, La poesia provenzale, p. 68; Blasi, Le poesie di Guilhem, p. 50), i quali considerano equipollenti le due lezioni e finiscono con l’accogliere quella della maggioranza, valutata oltretutto l’impossibilità di identificare con certezza l’eventuale dama dal nome Agneseta/Aineseta. Diversamente, De Lollis, Vita e poesie di Sordello, pp. 171 e 275, preferiva la lezione n’Agneseta/Aineseta, considerata come difficilior in rapporto a na Cuniza. Del medesimo parere è anche Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137, a p. 65, che, partendo dalla valutazione di Aineseta come lezione più autorevole, suggerisce una identificazione di Agnesetta con n’Agnes d’Arc, citata nella Treva (BdT 236.5a) al v. 16, con la conseguente proposta di datazione del partimen intorno al 1220. Sempre partendo dalla scelta di accogliere la lezione n’Aineseta, Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981, pp. 91-93, localizza il partimen alla corte Malaspina, ritenendolo ideato nel medesimo ambiente a cui appartiene la Treva, che la studiosa data al 1213, e in anni di poco successivi. La lezione n’Aineseta è infine stampata nella recente edizione del corpus delle tenzoni occitane, curata da Harvey - Paterson, The Troubadour “Tensos”, vol. II, p. 652, che propongono come data approssimativa, benché incerta, il 1213. – Su Cunizza da Romano si rimanda alle Circostanze storiche. [fs] |