Rialto

Alba ambrosiana (GrBorn 242.64)

 

Anonimo

 

 

 

 

I.

Aiuta De’, vera lus et gartaç,

rex glorïoso, segnior, set a vu’ platz,

ch’a mon conpago sê la fedel aiuta.

4

E’ nun lu vite, po’ la not fox veiota.

 

II.

[Bè] conpagnó, po’ me partì de vo’,

e’ nun dormì, ma stete [e]n çenoiion

et prega’ De’, lu fi’ santa Maria,

8

che me rendese ma leà conpagia.

 

III.

Bè conpagon, dormì-vox o veià?

Nun dormì tantu, ché lụ çorno est aproçato:

in l’orïento la stela n’è paruta

12

chi adux lu çorno, ch’e’ l’a’ ben cognovuta.

 

IV.

Bè conpagnó, in ça[n]tarẹ vox apelo:

sursé vos, ch’e’ òo canta[re] i oxele

chi van criiando lo ço[r]nọ per la boschaça;

16

ston en pagora n[u]n l’om çilosọ v’asaia.

 

V.

Bè conpagnó, fa’ vox a fenestrela

et rega[r]dé ver lo seren de celo:

Porì savere s’e’ sun fêle conpag[no];

20

set sì nun fa’, vostre serà lọ damaio.

 

 

Traduzione [Nello Bertoletti]

I. Sii d’aiuto Dio, vera luce e splendore, re glorioso, signore, se a voi piace, siate (sii) il fedele aiuto del mio compagno. Io non l’ho visto, da quando si è vista la notte.
II. Caro compagno, da quando mi sono separato da voi io non ho dormito, anzi sono rimasto sempre in ginocchio e ho pregato Dio, il figlio di Santa Maria, che mi restituisse la mia leale compagnia.
III. Caro compagno, dormite o vegliate? Non dormite tanto a lungo, poiché il giorno si è fatto prossimo: in oriente è apparsa la stella che reca il giorno, io l’ho ben riconosciuta.
IV. Caro compagno, cantando vi chiamo: ridestatevi, poiché io odo cantare gli uccelli che vanno cercando il giorno per la foresta; ho paura che il marito geloso vi assalga.
V. Caro compagno, affacciatevi alla finestra e guardate verso il chiarore del cielo: potrete sapere se io sono compagno fedele; se così non fate, vostro sarà il danno.

 

 

 

Testo: Bertoletti 2014. – Rialto 15.vii.2015.


Ms.: Milano, Biblioteca Ambrosiana, E 15 sup. 84v.

Edizione critica: Nello Bertoletti, Un’antica versione italiana dell’alba di Giraut de Borneil, con una nota paleografica di Antonio Ciaralli, Roma 2014, p. 54.

Metrica: Come l’originale occitano (a10 a10 b10’ b10’, ma manca il refranh C6’), tenendo conto che i primi due versi di ogni strofe andrebbero considerati maschili nella varietà di uscita, fatta eccezione per la prima coppia di versi dell’ultima strofe, dove la rima -el è sostituita, forse per un guasto (fenestrela), dalla rima imperfetta -ela : -elo (probabilmente -elọ).

Ordine delle strofi:

C

I

II

III

IV

V

C1

VI

 

 

 

EPSg

I

II

III

V

IV

 

VI

 

 

 

R

I

II

III

V

IV

 

VI

 

 

R1

T

I

II

III

IV

 

VI-V

 

T1

T2

T3

Mün

I

III

IV

V

II

 

 

 

Mün1

 

Ambr

I

V

II

III

IV

 

 

 

 

 

Nota. Traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil copiata, ante 1240, da un copista ligure.

[cdg]


Alba di Giraut de Borneil

Alba di Monaco

BdT    Giraut de Borneil