Rialto

248.37 = 226.4

 

Guiraut Riquier  ·  Guilhem de Mur

 

 

 

 

Guilhem de Mur, que cuia far

le franc rey d’Arago de nos,

pus que l’avem trobat joyos?

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Que mot me fay meravilhar,

car no·ns a dat a Monpeslier;

qu’el sap c’a mi a gran mestier

– si·l sove co s’es captengutz vas me –,

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per que, si·l play, esmendar m’o pot be.

 

Lo valen rey nos vol menar,

en Guiraut, vas Mursi’abdos

per fort bonas doas razos:

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e vol que l’anem aiudar

cascus en loc de soudadier,

car em gran e fort e sobrier;

l’autra, per so car fara·ns lay gran be,

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amicx Guiraut, cant aurem fag perque.

 

Guilhem, le reys lay fay anar

selh que son d’armas coratjos,

e non es de mi ni de vos

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fag d’armas ni de nulh joglar;

ni aras per sol alegrier

non la·ns vol, mas si el conq[ui]er,

cant er tornatz ‹n›os dara tant, so cre,

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qu’en serem ricx, per qu’eras no·ns don re.

 

Ges no·m pot far desconortar

que·l sieu segre no·ns sia pros;

e si·ns tratz un petit sos dos,

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el nos fa dos tans trebalhar

c’als autres, ie·m pens per loguier

n’ayam dobl’, en Guiraut Riquier,

sol contra selhs que mescrezon la fe

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aiam quecx cor segon com lo cors ve.

 

Guilhem, vos en voletz trotier

aver e pastor e bovier

dels Sarrazis, e·l rey dara lo·us be,

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qu’ieu remanrai, car non an obs a me.

 

Guiraut, sol que·m don bon destrier

lo reys e rossi e saumier

e l’autr’arnes c’al mieu par se cove,

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yeu l’anarai per mantener la fe.

 

 

 

Testo: Betti 1998 (IX). – Rialto 10.iv.2002.


Ms.: R 76r.

Edizione critica: Maria Pia Betti, «Le tenzoni del trovatore Guiraut Riquier», Studi mediolatini e volgari, 44, 1998, pp. 7-193, a p. 129.

Altre edizioni: S. L. H. Pfaff, «Guiraut Riquier», in Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalisches Sprache, 4 voll., Berlin 1853-73, vol. IV (1853), p. 237; Joseph Anglade, «Le troubadour Guiraut Riquier de Narbonne et les Catalans», Institut d’Estudis Catalans. Anuari, 1909-10, pp. 571-587, a p. 572; René Nelli, Écrivains anticonformistes du moyen-âge occitan, 2 voll., Paris 1977, vol. II, p. 306 (trad. it. Scrittori anticonformisti del Medioevo provenzale, tradotta e curata da Marco Infurna e Francesco Zambon, 2 voll., Milano 1993, vol. II, p. 252).

Metrica: a8 b8 b8 a8 c8 c8 d10 d10 (Frank 577: 190). Tenzone composta da quattro coblas unissonans di otto versi e da due tornadas di quattro.

Note: Si tratta della prima delle quattro tensos con Guilhem de Mur (per il quale costituisce anche la prima testimonianza poetica), ed è definita «historique» da Anglade (Le troubadour Guiraut Riquier. Étude sur la décadence de l’ancienne poésie provençale, Paris 1905, p. 218 e pp. 49-53), che la riferisce all’anno 1265 per l’accenno alla riconquista della Murcia (v. 10). Si tratta di una sorta di reclamo verso la scarsa generosità manifestata da Giacomo il Conquistatore nei confronti dei due trovatori che, durante il viaggio in Provenza del re (svoltosi, presumibilmente, nel 1264) per raccogliere uomini e fondi utili alla spedizione, si erano spinti fino a Montpellier al fine di incontrarlo ed esporgli le proprie necessità. Saverio Guida, «Jocs» poetici alla corte di Enrico II di Rodez, Modena 1983 [Subsidia al Corpus des Troubadours, 8], pp. 34-39, ha fornito nuove prove documentarie a conferma delle intuizioni di Anglade (basate solamente sui dati ricavabili dai testi dialogati) circa la figura di Guilhem de Mur, autore di una canzone di crociata e interlocutore di altri sei tra partimens e torneyamens conservati oltre alla tenzone qui analizzata. Guilhem de Mur era probabilmente un borghese nato a Mur-de-Barrès, nel viscontado di Carladez allora appartenente ai re d’Aragona, in nome dei quali era amministrata dai conti di Rodez; la sua abilità di poeta dovette procurargli quella relativa agiatezza economica (sempre perseguita invano da Guiraut) attestataci da Guilhem de Mur, chauzetz d’esta partida (BdT 248.36 = 226.2) e Senhe n’Austorc d’Alboy, lo coms plazens (BdT 248.74 = 38.1 = 140.1d, n. 7 dell’ed. Guida); non si ha notizia di altri tentativi di cercare protettori diversi dai signori rouergati, oltre al viaggio a Montpellier del 1264 cui si è già accennato. Per quanto riguarda la datazione degli altri testi, essi «possono in gran parte assegnarsi approssimativamente ad un arco di tempo che va dal 1270 alla penultima decade del tredicesimo secolo e ritenersi quasi tutti presentati per la prima volta alla corte di Enrico II» (ed. Guida, p. 37). Il quadro sull’identità di Guilhem de Mur è stato ulteriormente arricchito dalle analisi di Maurizio Perugi, che nel suo libro Trovatori a Valchiusa. Un frammento della cultura provenzale del Petrarca (Padova 1985 [Studi sul Petrarca, 18]) arriva ad identificare il trovatore con en Sanguinier, autore della canzone Razo e dreyt ay si·m chant e·m demori, classificata in BdT (233.4) sotto il nome di Guilhem de Saint Gregori, ma la cui paternità, secondo altri studiosi che si rifanno alle intuizioni di Appel, è da attribuirsi ad Arnaut Daniel. Per Perugi, inoltre, al numero già significativo dei dialoghi in versi di Guilhem che ci sono giunti, sarebbe da aggiungersi anche la tenzone BdT 313.1, Guillem, raizon ai trobada, disputata con un anonimo oste e trasmessa dai mss. IKd (per l’edizione del testo, cfr. Perugi cit., p. 222). – Al v. 2 è l’unica citazione di Giacomo il Conquistatore nella produzione di Riquier; d’ora in avanti, quando parlerà di «reys aragones» (come nel vers XII, S’ieu ja trobat non agues [BdT 248.79], v. 31, del 1280), si riferirà a Pietro III, l’infante di cui cercherà di conquistare i favori a partire dal 1268 (canzone XIII, De far chanson suy marritz [BdT 248.23]). – Secondo Anglade («Le troubadour Guiraut Riquier de Narbonne et les Catalans», p. 574), la conclusione di Guilhem (vv. 37-40) ben si addice a «ce jongleur matamore, qui adressait plus tard une demand du même genre au comte de Rodez». Lo studioso si riferisce alla canzone di crociata BdT 226.2, D’un sirventes far mi sia Deus guitz (Camille Chabaneau, «Cinq tensons de Guiraut Riquier», Revue des langues romanes, 32, 1888, pp. 124-125, e riproposta ora, su testo di Appel, da Perugi cit., p. 196), trasmessa, parzialmente mutilata, dal solo ms. C. Essa è indirizzata a Giacomo d’Aragona per esortarlo alla crociata, ed è dunque databile 1268 o 1269.

[MPB]


BdT    Guiraut Riquier    Guilhem de Mur