Premessa all’edizione in linea del torneyamen fra Guiraut Riquier e Austorc d’Alboy e Enric de Rodez (248.74 = 38.1 = 140.1d)

 

 

 

 

Guiraut Riquier apre il dialogo in versi (ad attestazione manoscritta unica) chiedendo spiegazione circa i motivi che hanno provocato un attrito tra il conte plazens e Guillem de Mur e che hanno indotto quest’ultimo ad abbandonare l’ambiente di corte. Austorc d’Alboy risponde che alla base dell’incomprensione prodottasi sta il carattere geloso e permaloso di Guillem, pur ammettendo che il conte «non lo ricompensa, né lo incoraggia, anzi lo rimprovera». Chiamato in causa Enrico di Rodez interviene nella discussione chiarendo che Guillem de Mur è andato via perché gli piace più l’umiliante mestiere del coltivatore che il vivere, onorato, tra la bona gen della corte.

Il rammarico per la defezione di colui che nelle adunanze mondano letterarie era solito ab son saber tenere totz al dejos tocca tutti i membri della curia comitale partecipanti al dibattito che, mentre stigmatizzano il rifiuto di Guillem di fruire della ‘protezione’ di Enrico II, lasciano capire come non fossero del tutto ingiustificate le inquietudini del valente poeta e le lagnanze per la desconoysensa dimostrata nei suoi confronti dal conte. La ‘curiosità’ di Guiraut Riquier ha così il merito di svelare come all’atmosfera rarefatta che circonda i «giochi» poetici faccia spesso da riscontro una realtà concreta molto diversa, dura e per certi aspetti penosa.

La struttura metrica adottata è tra le più comuni nella poesia trobadorica; l’ordinamento rimico è identico a quello della canzone La grans beutatz e·l fis ensenhamens di Arnaut de Maruelh (di cui si è conservata pure la melodia), che dovette godere di particolare fortuna nel XIII secolo, risultando ripreso in ben diciassette altre composizioni a noi pervenute.

 

Saverio Guida         

10.xi.2002         


Rialto