Premessa all’edizione in linea del torneyamen fra Guiraut Riquier e Enric de Rodez e Marques de Canillac; jutje: Peire d’Estanh (248.75 = 140.1 = 296.4 = 342a.1)

 

 

 

 

Della letteratura occitanica medievale sono a noi pervenuti solo sette torneyamens fra tre personaggi (sostenitori di tre tesi diverse); quello che segue è l’unico fornito del jutjamen, come di consueto richiesto nelle tornadas dagli stessi partecipanti. Enrico di Rodez e Marques de Canillac risultano, nell’ordine, invitati a cimentarsi in dibattito poetico da Guiraut Riquier: giudice del loro serrato argomentare è Peire d’Estanh.

Il tema discusso è quale virtù è da ritenersi più grande e quindi più degna di approvazione: un sapere perfetto e sconfinato, l’ardimento e il valore nelle armi, la disposizione a metre e dar. Enrico di Rodez sceglie la liberalità, Marques de Canillac antepone a tutto il sapere, Guiraut Riquier opta per l’intrepidezza guerriera. Peire d’Estanh, pur riconoscendo l’importanza del coraggio e della cultura, accorda nella sua sentenza il primato alla generosità.

J. Marshall («Pour l’étude des contrafacta dans la poésie des troubadours», in Romania, CI, 1980, pp. 316-319) ha mostrato come la matrice della struttura metrica e rimica del testo pervenuto (in testimonianza manoscritta unica) sia da ravvisarsi nel partimen tra Guionet e Raimbaut (BdT, 238, 2).

 

Saverio Guida         

13.ix.2002         


Rialto