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Guiraut Riquier, S’ieu ja trobat non agues (BdT 248.79)


 

Circostanze storiche

 

 

   

All’interno della vasta produzione di Guiraut Riquier si può rintracciare, come segnalato in Guida - Larghi 2013, p. 294, un cospicuo gruppo di testi databili nel quinquennio 1275-1280, corrispondente all’ultima parte del lungo e proficuo soggiorno trascorso dal trovatore presso la corte castigliana del re Alfonso X el Sabio (1221-1284). Nell’ultima propaggine di questo periodo particolarmente fecondo si colloca anche S’ieu ja trobat non agues, composto nel dicembre 1280 (come confermato dalla rubrica attributiva del canzoniere C), ossia poco dopo la partenza di Guiraut dalla Castiglia. Contro l’ipotesi che il poeta si trovasse ancora alla corte di Alfonso (sostenuta da Alvar 1977, p. 240) sono stati proposti solidi argomenti che permettono di situare la stesura di questo vers entro lo spazio della corte di Enrico II di Rodez: come segnala infatti Longobardi 1982-1983, p. 88, è «dalla corte del nuovo patrono che Riquier offre il suo tributo ad Alfonso X», evidenziando dunque il desiderio di Guiraut di celebrare, seppur da lontano, la grandezza e la munificenza del sovrano castigliano.

Il portato storico di S’ieu ja trobat si articola in tre scenari distinti. Il più rilevante è senza dubbio quello relativo alle questioni dinastiche della Castiglia, che inaugurarono un periodo di fortissime tensioni tra la corona iberica e quella di Francia durante gli ultimi anni del regno di Alfonso. Il dissidio si originò subito dopo la prematura morte (occorsa nel 1275) di Ferdinando de la Cerda, primogenito di Alfonso e pertanto candidato a succedere al padre. La scelta di Alfonso di nominare come erede al trono il secondogenito Sancho, prevaricando così il diritto alla successione che sarebbe invece spettato ai figli di Ferdinando (poi passati alla storia con l’appellativo di infantes de la Cerda), avrà conseguenze disastrose dal punto di vista diplomatico. Sancho, infatti, divenuto sovrano con il nome di Sancho IV alla morte di Alfonso, sarà crudele e impulsivo nella difesa dei propri interessi, facendo imprigionare per tre anni Bianca di Francia, moglie di Ferdinando nonché sorella del re francese Filippo III l’Ardito (1245-1285) e inducendo la sua stessa madre, Violante, ad affidare i figli di Bianca e Ferdinando al prozio Pietro III d’Aragona (1239-1285), che li terrà in custodia presso la fortezza di Xàtiva sino alla sua morte (Ballesteros 1984, pp. 860 ss.; Crònica, I, p. 89).

Prima dell’incoronazione di Sancho, tuttavia, non mancarono tentativi di attenuare il dissidio tra Francia e Castiglia. In tal senso sono da interpretare le allusioni al «rey engles» Edoardo I (v. 28) e al «princeps […] dels Proensals» Carlo II d’Angiò, detto lo Zoppo (vv. 22-23), entrambi intervenuti nella disputa tra Filippo III e Alfonso X. Se il sovrano inglese, in qualità di cognato del re castigliano, era stato infatti un attore fondamentale nel prolungamento della tregua tra i due contendenti (Alvar 1977, p. 236), Carlo lo Zoppo – figlio di Carlo I d’Angiò, nonché nipote del re di Francia – aveva avuto un ruolo ancor più delicato, assumendo le vesti di paciere e organizzando due incontri con lo zio e Alfonso (rispettivamente a Mont-de-Marsan, presso Tolosa, e a Bayonne) nel corso dell’autunno 1280, per cercare di ristabilire gli equilibri diplomatici tra le due case regnanti (Ballesteros 1984, pp. 923-924). Come osserva De Bartholomaeis 1931, vol. II, p. 284, il componimento di Guiraut, sebbene scritto quando il poeta aveva ormai lasciato la Spagna, «riflette l’ottimismo diffuso nella corte di Castiglia nel dicembre del 1280; ottimismo non confermato però dagli eventi posteriori».

Il secondo aspetto toccato dal vers è la riconquista di Granada. È verosimile che l’appello di Guiraut a uno sforzo collettivo per garantire la pace in Castiglia sia da inscrivere nel contesto della dura sconfitta riportata dalle forze cristiane durante la disastrosa battaglia di Moclín, roccaforte musulmana situata poco più a nord dalla città andalusa. Ricorda infatti Alvar 1977, p. 238 che «la campaña de Granada había comenzado, desfortunadamente, con el suceso de Moclín (mes de junio de 1280)», riferendosi alla disfatta del 22 giugno. La sconfitta castigliana rappresentò tuttavia un’occasione favorevole per la futura candidatura al trono di Sancho IV: stando al resoconto fornito dalla Crónica de los reyes de Castilla, l’animoso figlio di Alfonso radunò attorno a sé le truppe dell’esercito reale e le guidò coraggiosamente, guadagnandosi il favore del padre (cfr. Ballesteros 1984, pp. 915-917).

Il terzo e ultimo aspetto cui Guiraut fa riferimento è il progressivo consolidamento della politica di alleanze matrimoniali instauratasi tra Alfonso e il marchesato di Monferrato. Fin dal 1271, infatti, il sovrano castigliano aveva intrecciato i destini della propria famiglia con quella del marchese Guglielmo VII (1240-1292), che nell’agosto di quello stesso anno aveva sposato, in seconde nozze, l’infanta Beatrice, figlia di Alfonso e Violante d’Aragona. A quest’unione, propiziata in primo luogo dal fervente sentimento antiangioino di Guglielmo (siamo infatti nell’epoca della scomoda ingerenza di Carlo d’Angiò nel Piemonte orientale: cfr. Ballesteros 1984, pp. 543 ss.), seguì appunto quella tra l’infante Giovanni di Castiglia e Margherita, figlia di Guglielmo, vale a dire il «prezent joyos» (v. 39) di cui parla Guiraut. Il matrimonio, celebrato a Burgos il 17 febbraio 1281, è dunque da intendersi come un ulteriore tassello nel complesso mosaico dei rapporti tra la corona di Castiglia e il Monferrato, funzionali ad assicurare da un lato il sostegno alle ambizioni imperiali di Alfonso e, dall’altro, incrementare la potenza della casata monferrina in Piemonte (cfr. Usseglio 1926, vol. I, pp. 186-187).

 

 

Bibliografia

 

Alvar 1977

Carlos Alvar, La poesía trovadoresca en España y Portugal, Barcelona 1977.

 

Ballesteros 1984

Antonio Ballesteros Beretta, Alfonso X el Sabio, Barcelona 1984.

 

Crònica

Ramon Muntaner, Crònica, versió integra al català actual per Joan Francesc Vidal-Jové, 2 voll, Barcelona 1977.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Guida - Larghi 2013

Saverio Guida - Gerardo Larghi, Dizionario biografico dei trovatori, Modena 2013.

 

Usseglio 1926

Leopoldo Usseglio, I marchesi di Monferrato in Italia e in Oriente durante i secoli XII e XIII, 2 voll., Casale Monferrato 1926.

  

Cesare Mascitelli

9.xi.2017


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