Premessa all’edizione in linea della tenzone

fra Gui de Cavaillon  e Guillem del Bautz (192.4, 204.2)

 

 

 

 

La tradizione manoscritta dei due sirventesi appresso editi si rivela piuttosto complessa. C’è anzitutto da osservare che il componimento di Gui de Cavaillon e quello di risposta di Guillem del Bautz risultano diversi per estensione: il primo consta infatti soltanto di quattro coblas di sette ottonari, il secondo comprende invece, dopo quattro strofe di sette ottonari, due coblas di quattro ottonari ciascuna. Già nel 1973 formulavo il sospetto che il testo di Gui de Cavaillon, soprattutto per l’ultima parte, avesse avuto una trasmissione alquanto tormentata (un’indiretta conferma di tale ipotesi sembrava fornita dall’inversione delle strofe 3-4 nei mss ADa) e che esso si presentasse mutilo della fine e fosse originariamente ampio quanto il componimento di Guillem del Bautz: al riguardo non pareva trascurabile l’indizio proveniente dal ms A che, dopo la quarta strofa del sirventese di Gui de Cavaillon, prima di riportare le cobbole di Guillem del Bautz, lascia in realtà quattro righe in bianco. Il successivo fortunato rinvenimento da parte di G. Gasca Queirazza a Torino di un frammento d’uno sconosciuto fino al 1980 canzoniere provenzale (To) ha consentito il recupero di quattro sotto più rispetti illuminanti versi dopo la cobbola destinata a Raimondo VII di Tolosa e ha confermato l’esistenza di una tornada (mancante nei manoscritti che fino ad allora avevano trasmesso il testo) nel sirventese di Gui de Cavaillon e quindi la supposizione di un rapporto di simmetria fra i due pezzi che costituiscono la tenzone.

 

Per l’esame comparato dei testimoni manoscritti e per il vaglio della loro lezione rimando al mio lavoro citato più avanti.

 

 

 

 

Variazioni rispetto all’edizione del 1973.

Al v. 39 mi pare oggi più consentanea la lettura Eu no sai si m’o fis o non al posto di Eu no sai si mo fis o non.

 

Saverio Guida         

10.ix.2002         


Rialto