Rialto    IdT

 

Lanfranc Cigala (Luquet Gatelus ?), Be·m meravilh del marques Mor[uel] (BdT 282.1d)


 

Circostanze storiche

 

 

   

Il sirventese, composto da tre strofe (la seconda particolarmente lacunosa) e una tornada, è stato scritto nel 1273 come ha chiarito Rajna 1891, pp. 15-26, in occasione della prima pubblicazione del testo.

Il marchese Moroello citato al v. 1 è Moroello Malaspina di Mulazzo, figlio di Corrado l’antico. L’identità è certificata, oltre che da ragioni di coerenza storica, anche dalla menzione di Berlenda, che fu sua moglie secondo Gerini 1829, vol. II, pp. 37 e 304.

L’autore accusa il marchese di barcamenarsi tra francesi e genovesi e di non schierarsi apertamente, per viltà e per tornaconto. Secondo Rajna, l’unico conflitto in cui i genovesi dovettero contrastare un esercito francese avvenne nel 1273; con “francesi” si intende l’esercito guelfo di Carlo d’Angiò, il cui vicario cercò di assalire il territorio genovese a partire da febbraio. Il racconto proviene dagli Annales Ianuenses (MGH.SS, pp. 276-277). Presa Lerici, il vicario si diresse verso Bozzolo e Brugnato in Val di Vara, dove fu respinto da Ansaldo Balbo a capo delle milizie genovesi, al quale poco dopo vennero inviati da Genova rinforzi guidati da Oberto Doria. Dopo essersi ritirato a Sarzana, il vicario assistette alla ripresa di terreno dei genovesi e retrocesse verso la piana della Lunigiana, accampandosi a Trebiano dove lo raggiunsero aiuti dalla Toscana. Lì rimase tra aprile e maggio in modo inconcludente, finché a maggio rientrò a Sarzana, mentre il resto dell’esercito si disperdeva.

Rajna sostiene che dopo questi fatti non si ebbero più attacchi al territorio di Genova da parte di Carlo. Gli scontri avvennero in Lunigiana, ossia nelle terre dei Malaspina; è quindi facile immaginare che il marchese Moroello fosse sollecitato da entrambi gli schieramenti ad abbracciare la causa di uno di loro, a fornire sostegno e ad aprire alcune piazzeforti, ma si astenne dal favorire uno dei due eserciti.

In questa ricostruzione restano aperte due questioni, non di poco conto, solo una delle quali è stata affrontata da Rajna: l’età del marchese, che è detto joves al v. 2, e l’attribuzione. Quanto all’età, è piuttosto improbabile, nonostante gli sforzi fatti dallo studioso per provare (o privare di senso) il contrario, che un individuo la cui prima attestazione è del 1233, il cui padre Corrado nacque nel 1180 e che partecipò alla battaglia di Montaperti nel 1260 insieme ai fratelli Manfredi e Federico e fu vicario in Lunigiana per conto del vescovo di Luni nel 1268-1269 possa essere definito giovane. Il verso è una frase fatta, ma è coeso e coerente e non dà adito a dubbi. Siamo certi che il Moroello in questione sia Moroello di Mulazzo perché tra Moroello l’antico morto nel 1197 e il Moroello di Giovagallo detto il giovane (il dantesco «vapor di Val di Magra», Inf. XXIV 145, nato nel 1268 e morto prima del 1315) non ci risultano altri rampolli malaspiniani di questo nome (tanto meno sposati con una Berlenda). Si conviene, tuttavia, con Rajna 1891, p. 26, che «quanto al tan joves, dovrà rassegnarsi al subire la legge, non pretender già di dettarla».

Per quanto riguarda l’attribuzione del testo a Lanfranc Cigala, Rajna l’accettava senza riserve perché di Lanfranc si conserva un planh in morte di Berlenda, Eu non chant ges per talan de chantar (BdT 282.7); senonché secondo le conoscenze dell’epoca lo si credeva morto nel 1278, giusto in tempo per comporre il nostro sirventese, ma egli in realtà morì tra il 1257 e il 1258 (cfr. Ugolini 1949, p. xlii; Branciforti 1954, p. 20). La questione si pone dunque nei seguenti termini: o è errata la datazione di Rajna per il nostro testo o va cambiata l’attribuzione. Per la prima possibilità ha parteggiato solo Schultz-Gora 1898, pp. 169-172, che ha usato come principale argomento il tan joves del v. 2; ha lamentato inoltre che «le allusioni, per quanto se ne capisce, sono troppo vaghe da potersene inferire delle conclusioni precise» (p. 169).

Gli altri studiosi si sono invece allineati alla spiegazione di Rajna (cfr. De Bartholomaeis 1931, vol. II, pp. 274-275), in ragione della «perfetta aderenza» (Branciforti 1954, p. 24) del testo al contesto storico, ma, una volta appurato che Lanfranc nel 1273 non era più in vita, hanno escluso la sua paternità per questo sirventese e hanno proposto il nome del concittadino Luquet Gatelus, trovatore guelfo attivo nella politica della repubblica proprio negli anni che ci interessano. Un testo di Luquet, D’un sirventes m’es gran volontatz preza (BdT 270.1a), figura erroneamente attribuito al Cigala nel frammento r; il rubricatore del frammento, del resto, non si può dire molto attento, dato che attribuisce il partimen tra Aimeric de Pegulhan e Gaucelm Faidit, Gaucelm Faidit, de dos amics corals (BdT 10.28 = 167.24), i cui nomi ricorrono nel testo stesso, a Gui d’Ussel (cfr. Rajna 1891, p. 12). Per primo Ugolini 1949, p. xlv, poi Branciforti 1954, pp. 51-52, infine Boni 1957, pp. xxxiv-xxxv nota 22, accolgono, pur con qualche riserva, l’attribuzione a Luquet Gatelus. Da ultimo Caïti-Russo 2005, pp. 386-388, dopo aver riconosciuto la paternità del testo a Luquet, aggiunge che Moroello di Mulazzo partecipò a un conflitto contro i genovesi nel 1278 e che la piana della Lunigiana, dove si svolse la guerra franco-genovese nell’aprile-maggio del 1273, era sotto il controllo dei Malaspina dai tempi di Corrado l’antico nel 1253 e i suoi figli, tra cui Moroello stesso, vi agiscono in qualità di possessori negli anni seguenti. Caïti-Russo 2005, pp. 288-289 conclude evidenziando che devono essere esistite due donne chiamate Berlenda: «la première chantée par Lanfranc Cigala et avant lui, par Raimbaut de Vaqueiras [in Truan mala gerra, BdT 392.32], dans la première moitié du XIIIe, la deuxième, Berlenda Grimaldi, épouse de Moruel Malaspina, chantée en 1273 par Luquet Gattilusio» (p. 389).

 

 

 

Bibliografia

 

Boni 1957

Luchetto Gattilusio, Liriche, a cura di Marco Boni, Bologna 1957.

 

Branciforti 1954

Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954.

 

Caïti-Russo 2005

Gilda Caïti-Russo, Les troubadours et la cour des Malaspina, Montpellier 2005.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Gerini 1829

Emanuele Gerini, Memorie storiche d’illustri scrittori e uomini insigni dell’antica e moderna Lunigiana, 2 voll., Massa 1829.

 

Rajna 1891

Pio Rajna, «Un frammento di un codice perduto di poesie provenzali», Studj di filologia romanza, 5, 1891, pp. 1-64.

 

Schultz-Gora 1898

Otto Schultz-Gora, Le epistole del trovatore Rambaldo di Vaqueiras al marche Bonifacio I di Monferrato, Firenze 1898.

 

Ugolini 1949

Francesco Ugolini, La poesia provenzale e l’Italia, Modena 1949. 

Giorgio Barachini

23.iii.2018


BdT    IdT