Rialto    IdT

 

Lanfranc Cigala, Eu non chant ges per talan de chantar (BdT 282.7)


 

Circostanze storiche

 

 

   

Il planh in morte di una dama di nome Berlenda è indatabile. Questa donna non è identificabile, per ragioni cronologiche, con la dama cantata nel 1273 nel sirventese Be·m meravilh del marques Mor[uel] (BdT 282.1d), la cui paternità non è ormai più riportata a Lanfranc Cigala, a cui il testo sarà stato attribuito proprio a causa della coincidenza onomastica (cfr. Circostanze storiche del sirventese).

Prima che le ricerche d’archivio certificassero la data di morte di Cigala (1257-1258; cfr. Ugolini 1949, p. xlii; Branciforti 1954, p. 20), gli editori e studiosi del planh e del sirventese consideravano il trovatore quale autore d’entrambi e Berlenda come un’unica figura (così Rajna 1891, passim; Bergert 1913, pp. 100-101; De Bartholomaeis 1931, vol. II, pp. 274-275 e 281 che la indica senz’altro come «Berlenda Malaspina»; cfr. ancora Chambers 1971, p. 73). L’impossibilità che Lanfranc Cigala abbia scritto il sirventese porta a credere, secondo Caïti-Russo, che si tratti di due donne diverse.

Sull’identità della dama compianta non si può dire niente di sicuro. In tornada si parla della Lunigiana (per la forma Luresana, cfr. Rajna 1891, pp. 14-15 nota 5) e ciò ha spinto gli studiosi a vedere nella donna una persona nativa di questa regione o ad essa in qualche modo legata (Branciforti 1954, p. 24). Si dice che per il dolore deve morire tota·il proenza, col nome maiuscolo nell’edizione di Branciforti e di Caïti-Russo (vv. 29-30); per questi editori si tratta dunque della Provenza (Nostredame 1575, n. 39, la diceva morta a Marsiglia). Tuttavia, la scelta della maiuscola è contestabile (cfr. infra). È anche da escludere che Proenza, ancora maiuscolo, sia un’immagine metaforica (Provenza = uomini prodi), come intende De Bartholomaeis 1931, vol. II, p. 283.

È preferibile tenersi all’idea di Rajna 1891, p. 14 (ripreso da Bertoni 1915, pp. 348-349), che con proenza intende genericamente «provincia»: se non si trattasse del nome comune, avremmo a che fare in effetti con l’unico caso di uso della denominazione geografica Proenza con l’articolo, che in provenzale non viene mai anteposto ai nomi geografici. Jensen 1994, p. 62 § 163, registra un solo esempio tratto dalla Chanson de la croisade contre les Albigeois (l. 155, vv. 45-46: «va s’en a espleitz / dreitamen en la Espanha»), la cui correttezza però è fortemente dubbia, tanto che già Meyer 1875-1879, vol. II, p. 516 proponeva di espungere la, emendamento non adottato in Martin-Chabot 1931, p. 108, ma presente nella COM. Per questo, Rajna e Bertoni ritengono che il poeta non abbia detto che la donna sia morta in Provenza, bensì in una provincia il cui nome viene svelato in tornada. Inoltre, Lanfranc afferma che «un comtatz non l’era pron d’onor» «una contea non le era abbastanza onorevole» (v. 35), dal che si dovrebbe dedurre che fosse moglie, o figlia, di un conte.

Tuttavia, Caïti-Russo 2005, pp. 364-365 (e ancora nella nota al v. 36, p. 369), ha espresso l’opinione che il nome Berlenda sia uno scambio con Garsenda (di Sabran), moglie di Alfonso II di Provenza, dove visse, di cui Berlenda sarebbe il senhal. Per l’editrice il planh evocherebbe, «sub specie tropatoris», uno scontro tra la riviera di Ponente ormai sottomessa a Genova dal 1250 e quella di Levante, malaspiniana, ancora ostile (questa tesi è riproposta con favore da Bampa 2015, p. 245, 284, 301). Ma, senza contare il problema grammaticale relativo alla Provenza, mal si comprende per quale motivo Lanfranc avrebbe dovuto usare un senhal in un genere poetico in cui il nome del defunto o della defunta, per comprensibili ragioni, è sempre esplicitato a chiare lettere.

 

 

Bibliografia

 

Bampa 2015

Alessandro Bampa, La lirica trobadorica a Genova, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Padova, 2015.

 

Bergert 1913

Fritz Bergert, Die von den Trobadors genannten oder gefeierten Damen, Halle 1913.

 

Bertoni 1915

Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia. Biografie, testi, traduzioni, note, Modena 1915.

 

Branciforti 1954

Francesco Branciforti, Il canzoniere di Lanfranco Cigala, Firenze 1954.

 

Caïti-Russo 2005

Gilda Caïti-Russo, Les troubadours et la cour des Malaspina, Montpellier 2005.

 

Chambers 1971

Frank M. Chambers, Proper Names in the Lyrics of the Troubadours, Chapel Hill 1971.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Jensen 1994

Frede Jensen, Syntaxe de l’ancien occitan, Tübingen 1994.

 

Martin-Chabot 1931

Eugène Martin-Chabot, La Chanson de la croisade albigeoise, Paris 1931.

 

Meyer 1875-1879

Paul Meyer, La chanson de la croisade contre les Albigeois, 2 voll., Paris 1875-1879.

 

Nostredame 1575

Jean de Nostredame, Le vies des plus celebres et anciens poetes provensaux qui ont floury au temps des comtes de Provence, A Lion 1575.

 

Rajna 1891

Pio Rajna, «Un frammento di un codice perduto di poesie provenzali», Studj di filologia romanza, 5, 1891, pp. 1-64.

 

Toja 1952

Lanfranco Cigala, Liriche, a cura di Gianluigi Toja, Firenze 1952.

 

Toja 1965

Gianluigi Toja, Trovatori di Provenza e d’Italia, Parma 1965.

 

Ugolini 1949

Francesco Ugolini, La poesia provenzale e l’Italia, Modena 1949.

 

Giorgio Barachini

24.ix.2018


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