Rialto

293.33

 

Marcabru

 

 

 

 

Lo vers comens quan vei del fau Comincio il «verso» quando senza foglia vedo del faggio la cima e la rama, che d’uccello né di rana non s’ode canto né gracidio, e non si darà fino alla stagione soave, quando il nocciòlo mette le fronde nuove.

ses foilla lo cim e·l branquill

3

com dauzel ni raina non au

chan ni grazill,

 

ni o fara jusqual temps soau

6

que·l vais brondill.

 

 

E segon trobar naturau Come richiede schietto poetare, porto la pietra e l’esca e l’acciarino, ma ronzanti poetucoli arruffati mi volgono il mio canto in baia e ne fanno beffe.

port la peir’e l’esc’e·l fozill,

9

mas menut trobador bergau

entrebesquill

mi tornon mon chant en badau

12

e·n fant gratill.

 

Pretz es vengutz damont avau Pregio è disceso d’alto in basso e caduto nella spazzatura, poiché il denaro ottiene che Roma si venda; ben credo che non ne godranno quelli che sono colpevoli di questo danno!

 

e casegutz en l’escobill,

15

puois avers fai Roma venau;

ben cuig que cill

no·n jauziran, qui son colpau

18

d’aquest perill.

 

Avoleza porta la clau Bassezza d’animo è padrona, e sbandisce Prodezza. Difficilmente accadrà più che patrizzino in uno stesso modo i padri e i figli; ché non sento dire che alcuno se ne dia cura, fuorché in Poitou.

e geta Proezen issill;

21

greu pairejaran mais igau

paire ne fill,

que non aug dir, fors en Peitau,

24

c’om s’en atill.

 

Lo plus d’aquest segle carnau I più di questo secolo carnale han volto Giovinezza in vanteria rumorosa e vuota, ch’io non trovo, e di ciò molto mi duole, chi lor sia maestro di cortesia con cuore leale, che non ci zoppichi.

ant tornat Joven en nauçill,

27

qu’ieu non trob, de que molt m’es mau,

 

qui amaistr’ill

cortesia ab cor leiau

30

que no·i·s ranquill.

 

Passat ant lo saut vergondau: Han passato i limiti del pudore: a simiglianza di come usa per l’acaptum, assoggettano a tassa tutto quanto ciò [sic, probabilmente va soppresso «quanto», ndc] che donano, pieni di scontrosità, e non pregiano biasimo o lode un chicco di miglio.

ab semblan d’usatg’acaptill

33

tot cant que donan fant sensau,

plen de grondill;

 

e non prezon blasme ni lau

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un gran de mill.

 

Cel prophetizet ben e mau Ben fu profeta del bene e del male chi disse che il mondo andrebbe alla rovescia: il signore comportarsi da servo e il servo da signore; e così fanno essi: ché i bozzagri d’Angiò vi han fatto calata [corr. 1975] da sparviero.

que ditz c’om iri’en becill,

39

seigner sers e sers seignorau;

e si fant ill,

 

que i ant fait li buzat d’Anjau

42

cal d’esmerill.

 

Si amars a amic corau, Se l’amar del senso ha chi l’ami di cuore, non me ne meraviglio io già se poi, alla fine, gli si dimostra bestiale: difficilmente vedrete partita patta al gioco del pelacill!

miga nonca m’en meravill

45

s’il se fai semblar bestiau

al departill:

 

greu veiretz ja joc comunau

48

al pelacill!

 

Marcabrus ditz que no·ill en cau Marcabruno dice che non gliene importa se alcuno frughi il «verso» col frucone: ché non vi si può trovar nascosta parola rugginosa, entrare si può con lunga fatica nel minimo pertugio.

qui quer ben lo vers al foïll,

51

que no·i pot hom trobar a frau

mot de roïll,

 

intrar pot hom de lonc jornau

54

en breu doïll.

 

 

 

Testo: Aurelio Roncaglia, «Marcabruno: Lo vers comens quan vei del fau», Cultura neolatina, 11, 1951, pp. 25-48, alle pp. 29-32. – Rialto 23.iv.2005.


Mss., Edizioni, Metrica: vedi l’ed. Gaunt-Harvey-Paterson.

Nota. Anche in questo caso Roncaglia adotta il ms. A come base grafica, mentre Harvey preferisce K, che appartiene alla stessa famiglia (la classificazione di Roncaglia, A-IK contro CR-E, è ribadita dalla studiosa), perché meno corrotto da «isolated readings most probably resulting from intervention» (p. 415). Le discordanze, spesso soltanto formali, rispetto al testo Roncaglia dipendono però dal mantenimento di lezioni individuali dei ‘gemelli’ IK (e in un caso perfino del solo K): la cima 2 IK invece che lo cim ACR (sull’occorrenza di entrambe le forme in Marcabru, cf. ed. Roncaglia, p. 34 n. 2); no·i 3 IK invece che non ACRE; copau 17 IK invece che colpau ACR; naugill 26 IK, correlato al v. naugar e inteso ‘bickering’, invece che nauçill A (nuilh CR); sunt 40 K, invece che fant A (font I, san CR); si·ll si 45 IK invece che s’il se ACR; e infine roïll 54 IK invece che doïll A (estrilh CR). La spiegazione dell’hapax roïll (in aequivocatio col precedente v. 52) come deverbale da roticulare > rodilhar ‘regarder attentivement’ (cf. p. 426 n. 53-54) e la conseguente traduzione degli ultimi due versi (‘a man can gather in the harvest [accezione secondaria di intrar, registrata da PSW] after a long day’s work in a brief moment!’) appaiono meno economiche della proposta del precedente editore (in part. doïll = dozilh < duciculum, attestato altrove), e soprattutto fanno scomparire una sententia paremiologica di ascendenza scritturale senz’altro consona all’usus scribendi marcabruniano.

[fc]

[50. Sopprimiamo l’apostrofo, dovuto forse a un errore di stampa, dopo vers. (cdg, 28.xii.2008)]


Premessa

Cfr. ed. Gaunt-Harvey-Paterson

BdT    Marcabru (ed. Roncaglia)    Marcabru (ed. Gaunt-Harvey-Paterson)