Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Marcabru
· Uc Catola
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Amics Marchabrun, car digam
Marcabru
· Uc Catola
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Amics Marchabrun, car digam
293.
6
= 451.1
Marcabru
· Uc Catola
Trad. it.

Amico Marcabruno, orsù intoniamo una composizione d’amore, ch’io sono schiettamente innamorato, di modo che quando ci saremo separati [corr. 1969] se ne diffonda lontano il canto.

Ugo Catola, facciamolo pure; ma io mi querelo contro falso amore, ché, da quando il serpente abbassò il ramo [alla mano di Eva], non vi furono mai tante ingannatrici.

Marcabruno, non mi piace che d’amore diciate altro che bene, perciò vi provoco alla discussione, ché io d’amore sono figlio ed allievo.

Catola, non hai razionale discernimento? non sai, d’amore, come tradì Sansone? Voi pensate, con gli altri sciocchi, che tutto sia verità quanto vi dice.

Marcabruno, noi troviamo testimonio autorevole, nei riguardi del forte Sansone e di sua moglie, ch’ella gli aveva tolto il suo amore quando egli fu distrutto.

Catola, proprio perché ad un peggiore lo concesse, e lo tolse al migliore, perdette ogni virtù in quel punto che il suo fu tradito per l’estraneo.

Marcabruno, a quanto voi dichiarate, che amore così mischiate con inganno, allora carità è peccato: sottosopra cima e radice!

Catola, l’amore di cui parlate voi cambia di nascosto i dadi (= è baro); dopo la giuocata fortunata, state attenti! Così ammoniscono Salomone e Davide.

Marcabruno, amore decade perché ha trovato gioventù neghittosa; io ne ho al cuore dolore e trafittura del fatto che a lui addossate accuse tanto vergognose.

Catola, Ovidio ci insegna e punto per punto dimostra che non sdegna bruno né biondo, anzi s’appiglia di preferenza a chi meno vale.

Marcabruno, mai credo t’amasse quell’amore verso cui sei così aspro, né mai fu creatura di cui facesse meno conto che di simili giullari allocchiti.

Catola, non s’accostò mai a creatura d’un passo, che tosto non se ne allontanasse, e ancora se ne allontana nel caso presente, e così farà finché sarete finito.

Marcabruno, quando sono stanco e malato e la mia cara amica m’accoglie con un bacio, quando mi spoglio, eccomi sano e salvo e guarito.

Catola, per amore sotto il torchio fuoriesce dal secchio ogni sostanza, e poi con l’occhio [amore] indica la strada dietro gli altri scherniti.

Testo

Edizione e traduzione: Aurelio Roncaglia 1968; note: Francesco Carapezza. – Rialto 23.iv.2005.

Mss.
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Nota filologica

Tràdita, come il ‘sirventese’ all’imperatore Alfonso VII (BdT 293.22), dal solo D e dal frammento z, la «più antica tenzone provenzale conservataci» (Roncaglia) non presenta alternative testuali rilevanti, e le due edizioni sono pressocché identiche eccetto al v. 20 (a l’ora q’el en fo deliz ‘by the time he was ruined by her’), dove Gaunt interviene, sulla base della lezione ipometra qel fo di z, per eliminare il pron. dim. neutro ce, anomalo in occitano, ma che Roncaglia (p. 211) considerava un settentrionalismo riferibile allo stesso Ugo Catola; e al v. 36: q’ar invece di qar. L’editore inglese ritorna senz’altro all’interpretazione canonica (Dejeanne, Appel, Riquer, Spanke) del v. 38: ‘and the way things are proves it further’; mentre Roncaglia, cui essa appariva «forzata», proponeva di considerare Ovides 37 sogg. di retrai e di attribuire a l’ambladura «il valore avverbiale di ‘passo passo’» (cf. p. 241 n. 38). L’interpretazione Gaunt dell’ultima strofa, «tormentatissima nella critica moderna» e alla quale Roncaglia dedicava sette pagine di note (247-254), è la seguente: ‘Catola, for the love of strife, the fool’s money leaps over the threshold, and then it will show the way to go after the other idiots’; ma lasciano perplessi, a dire il vero, gli argomenti addotti nella nota 53-56 (p. 105) per confutare il collegamento semantico fra truoill 53 ‘torchio’ e suoill 54 ‘secchio’.

Metrica e musica
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