Testo: Di Luca 2008 (V). – Rialto 10.xii.2009. Mss.: C 370r, Da 186v, I 111r, K 96v. Edizione diplomatica: Carl August Friedrich Mahn, Gedichte der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846-1873, II, n. 567 (diplomatica di I). Edizioni critiche: François-Just-Marie Raynouard, Choix de poésies originales des troubadours, Paris 1816-1821, 6 voll., V, p. 302 (edizione della quarta cobla); Jean Boutière, Les poésies du troubadour Peire Bremon Ricas Novas, Toulouse-Paris 1930, p. 21 (VI); Paolo Di Luca, Il trovatore Peire Bremon Ricas Novas, Modena 2008, p. 125. Altra edizione: Carl August Friedrich Mahn, Die Werke der Troubadours in provenzalischer Sprache, 4 voll., Berlin 1846-86, III, p. 256 (solo la quarta cobla; testo Raynouard). Metrica: a8 b8 a8 c7’ d8 d8 (Frank 458:1). Canzone composta da sei coblas unissonans polimetriche formate da sei versi, più una tornada di due ottonari. Al v. 5 di ciascuna cobla figura il mot-refranh per que. Lo schema metrico è originale, anche se mostra analogie con quello della canzone di Raimbaut d’Aurenga Ab vergoinha, part mar[r]imentz (BdT 389.2), che si articola in sette coblas unissonans di sei versi con schema a8 b8 c8 d7’ e8 a8 (Frank 853:1). Note: La canzone è attribuita erroneamente dal solo ms. C a Peire Camor, trovatore tardo di cui non si conservano componimenti. – Gli ultimi due versi di ogni cobla ospitano delle interrogazioni cui seguono puntuali risposte, secondo quanto previsto dalle coblas tensonadas. Queste ultime si configurano come veri e propri dialoghi, estesi per un’intera cobla o parte di essa, che frammentano internamente i versi, senza essere introdotti da didascalie o verba dicendi; l’io lirico si confronta in questo modo con un deuteragonista identificabile con la propria coscienza o con la dama su problematiche relative alla sua situazione amorosa. In questo caso domande e risposte sono riconducibili a un locutore unico. [PDL] |