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Peire Cardenal, Per fols tenc poilhes e lombartz (BdT 335.40)


 

Circostanze storiche

 

 

   

Il sirventese di Peire Cardenal Per fols teing poilhes e lombartz (BdT 335.40) è di datazione incerta ma va probabilmente inquadrato tra le testimonianze trobadoriche relative alla forte difficoltà del partito occitano nella prima fase della crociata contro gli Albigesi. La critica ha da tempo riconosciuto che l’allusione ai popoli citati nei primi due versi è da ricondurre a Federico II, signore del regno di Sicilia sostenuto fin dal 1212 nella sua lotta contro Ottone IV di Brunswick da diversi baroni italiani, come i marchesi Azzo VI d’Este e Guglielmo VI di Monferrato, e da alcuni principi tedeschi (cfr. Vossler 1916, p. 104; Lavaud 1957, p. 106; Vatteroni 2013, vol. I, p. 542). Nonostante ciò, il testo non compare in alcun repertorio dedicato alle poesie trobadoriche relative a Federico II e solo Meliga 2005, pur non includendolo nel suo repertorio, ha suggerito che esso possa contenere un riferimento all’imperatore. Il riferimento ai Francesi nella prima cobla (vv. 3-4) rimanda con ogni probabilità all’alleanza stretta a Vaucouleurs nel novembre 1212 tra Federico e il re di Francia Filippo Augusto. Questo patto gettava le basi per la nascita di una coalizione opposta al re d’Inghilterra Giovanni Senza Terra e all’imperatore Ottone IV di Brunswick e costituì un evento molto importante per l’ascesa al trono imperiale di Federico. La sua posizione all’epoca era infatti molto debole: giunto in Germania alla metà del settembre 1212 dopo un pericoloso viaggio attraverso l’Italia settentrionale, Federico poteva contare solo sul supporto di una parte della feudalità tedesca, quella vicina agli Svevi, e si trovava sicuramente svantaggiato rispetto al rivale Ottone. L’accordo con il re di Francia consentì a Federico di rafforzare il supporto dei principi tedeschi in quanto, oltre all’appoggio politico, egli ricevette da Filippo Augusto un’ingente somma di denaro che non esitò a ridistribuire tra i grandi del regno come ricompensa dell’ausilio fino ad allora prestato e come incentivo per sostenerlo nella lotta contro l’imperatore (Stürner 2009, p. 237-238).

Se l’incontro di Vaucouleurs rappresenta il termine post quem per la composizione del testo, non è possibile stabilire un preciso termine ante quem. È difficile individuare le circostanze storiche precise che hanno mosso Peire a comporre in quanto il trovatore, in accordo alla sua maniera poetica, si eleva al di sopra delle contingenze particolari per dotare il discorso di un senso e di una validità generali in modo da rafforzare il messaggio moralistico (Vatteroni 1999, pp. 15-18). Il riferimento alle guerre e ai massacri contenuto nella seconda e nella terza cobla (vv. 15-18) si presta infatti a diverse interpretazioni. Secondo Vossler 1916, pp. 100-101, seguito da Lavaud 1957, pp. 106-107, Peire sembra riferirsi alle responsabilità dei Francesi negli scontri militari e nei numerosi eccidi verificatisi nel corso della crociata contro gli Albigesi. Difatti, tra il 1212 e il 1213, ossia a ridosso dell’incontro tra Federico e Luigi, i crociati iniziavano a ottenere dei successi decisivi per le sorti della guerra nel sud della Francia (Roquebert 2006, pp. 170-215). Vatteroni 2013, vol. I, p. 543, secondo il quale Peire «considera i grandi fatti della politica europea nell’ottica della situazione meridionale successiva a Muret», suggerisce invece che il trovatore possa alludere agli scontri tra il blocco svevo-capetingio e quello guelfo-plantageneto precedenti alla risolutiva battaglia di Bouvines (per cui si veda Duby 1973). Dunque, se pare legittimo identificare in Filippo Augusto il re biasimato nel componimento, non è facile invece individuare con precisione se il trovatore si riferisca al ruolo dal re di Francia nella crociata antialbigese o piuttosto nei contrasti che riguardarono i grandi sovrani d’Europa all’inizio del secondo decennio del Duecento.

Va evidenziato come nel testo sia assente una presa di posizione netta a favore dei conti di Tolosa che subivano direttamente l’invasione crociata con la perdita dei loro possedimenti. Vatteroni spiega ciò sulla base delle vicende biografiche di Peire che nel primo quarto del Duecento non era ancora apertamente schierato al fianco dei signori di Tolosa. Il sirventese si caratterizza piuttosto per un’ispirazione genericamente antifrancese che potrebbe rispecchiare il pensiero degli uomini del Midi di fronte all’invasione. Nel comporre Per fols teing poilhes e lombartz (BdT 335.40) l’intento del trovatore sarebbe dunque quello di dissuadere Federico dall’appoggio alla corona francese in un momento in cui tutte le speranze degli uomini del sud della Francia erano riposte nella possibile sconfitta di Filippo Augusto nel conflitto che si andava delineando con il re d’Inghilterra e con l’imperatore. Una disfatta del re di Francia avrebbe consentito forse un possibile ribaltamento della situazione anche nel Midi. Invece la battaglia di Bouvines riservò a Filippo Augusto un grandissimo successo e la débâcle subita da Giovanni Senza Terra e da Ottone IV da un lato contribuì a creare un forte stato nazionale francese e dall’altro spianò la strada all’ascesa imperiale di Federico II.

In conclusione, l’assenza di elementi decisivi a chiarire una più precisa datazione del componimento mi spinge a collocarlo tra i due termini estremi della ratifica del trattato di alleanza tra Federico II e il re di Francia, avvenuta nel novembre del 1212, e del 27 luglio 1214, data della battaglia di Bouvines. Questo evento pose fine ai contrasti tra i grandi sovrani europei che avevano determinato l’alleanza tra Federico e la corona francese e in seguito a esso sarebbe difficile giustificare l’appello rivolto da Peire a Federico a non appoggiare la politica francese.

 

 

Bibliografia

 

Duby 1973

George Duby, Le dimanche de Bouvines, 27 juillet 1214, Paris 1973.

 

Lavaud 1957

René Lavaud, Poésies complètes du troubadour Peire Cardenal (1180-1278), Toulouse 1957.

 

Meliga 2005

Walter Meliga, «Trovatori provenzali», in Federico II. Enciclopedia Fridericiana, Roma 2005, versione in rete (www.treccani.it).

 

Roquebert 2006

Michel Roquebert, L’Épopée cathare. I. L’invasion, Paris 2006.

 

Stürner 2009

Wolfgang Stürner, Federico II e l’apogeo dell’Impero, Roma 2009.

 

Vatteroni 1999

Sergio Vatteroni, “Falsa clercia”. La poesia anticlericale dei trovatori, Alessandria 1999.

 

Vatteroni 2013

Sergio Vatteroni, Il trovatore Peire Cardenal, 2 voll., Modena 2013.

 

Vossler 1916

Karl Vossler, Peire Cardinal: ein Satiriker aus dem Zeitalter der Albigenserkriege, München 1916.

 

Francesco Saverio Annunziatai

26.v.2017


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