I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
Edizione: Peter T. Ricketts 2000; note: Francesco Carapezza, Oriana Scarpati. – Rialto 9.x.2004.
R 4r.
Edizioni critiche: Camille Chabaneau, «Poésies inédites de divers troubadours», Revue des langues romanes, 33, 1889, pp. 106-122, a p. 115; Carl Appel, Provenzalische Inedita aus pariser Handschriften, Leipzig 1890, p. 189; Edouard Forestié, Peire de Lunel, dit Cavalier Lunel de Montech, troubadour du XIVe siècle, mainteneur des jeux floraux de Toulouse, Montauban 1891 (estratto da: Recueil de l’Académie des Sciences, Belles-Lettres et Arts de Tarn-et-Garonne, 2e série, t. VII), p. 51; Peter T. Ricketts, Contributions à l’étude de l’ancien occitan: textes lyriques et non-lyriques en vers, Birmingham 2000 (AIEO, 9), p. 43.
Metrica: a10 b10 b10 a10 c10 d10’ c10 d10’ (Frank 612:2). Canzone di sei coblas unissonans di otto versi e una tornada di due versi. Questo schema rimico (Frank 612 e nota), attestato per la prima volta nella canzone religiosa di Peire d’Alvernhe De Dieu non puesc (BdT 323.14, di tutti ottosillabi), verrà utilizzato in strofe decasillabiche soltanto da trovatori di sesta generazione (Giraut Riquier, Jordan de l’Isla de Venessi e Raimon Gaucelm de Béziers) o posteriori, in particolare Raimon de Cornet (cinque componimenti), originario della stessa regione di Peire de Lunel (attuale dip. Tarn-et-Garonne) e, come lui, attivo presso il Consistori del Gai Saber durante il secondo quarto del Trecento.
Il componimento è definito chanso de comparacios nell’intestazione del manoscritto: tutte le strofe tranne l’ultima cominciano infatti con una comparazione, strutturalmente evidenziata dai correlativi Si com o Com all’inizio del primo verso e tot enayshi o enaishi al principio del terzo o del quarto verso (fa eccezione la quarta strofa, dove il secondo correlativo, aishi, si trova all’interno del quarto verso); la comparazione iniziale è ribadita in clausola nella seconda e nella terza strofa (vv. 16 e 24). – Ricketts mutua dall’Appel, senza discussione, la proposta di leggere temens 28 («Der Schluss des Verses unlesbar»), e le correzioni autoros 27 (ms. autros [ipometro]) e, di rimando, qu’etz trop autoroza 32 (ms. ques etz trop autoza). Per l’agg. andoza 50, che Ricketts traduce senz’altro ‘bien disposée’ (?), Appel si domandava: «lies qu’etz n’ondoza?».