Testo: Borghi Cedrini 2008 (IV). – Rialto 11.vii.2011. Ms.: a (p. 245). Edizione critica: Luciana Borghi Cedrini, Il trovatore Peire Milo, Modena 2008, p. 447. Altra edizione: Carl Appel, «Poésies provençales inédites tirées des manuscrits d’Italie (suite)», Revue des langues romanes, 39, 1896, pp. 177-216, a p. 185 (alle pp. 189-190 Appel dichiarava d’aver rinunciato a dare un testo critico, «assez difficile à faire» a causa dell’assetto linguistico del componimento, e di aver arrecato solo piccole correzioni al manoscritto). Metrica: a7 b7 a7 b7 c7 c7 d7 d7 e3 (Frank 389.3). Sei coblas singulars di nove versi con rara «permutation circulaire» a partire dalla seconda rima e ancor più raro «vers orphelin» (bordo biocat) alla fine di ogni cobla (cfr. Dominique Billy, «Amour et contrafacture dans la poésie des troubadours», in Lessico, parole-chiave, strutture letterarie del Medioevo romanzo, a cura di Simonetta Bianchini, Roma 2005, pp. 11-32, alle pp. 25-26). Note: Canzone. – Oltre alle peculiarità metriche sono da rilevare un esordio stagionale ‘negativo’ che ricorda da presso quello di Raimbaut Aurenga, Non chant per auzel ni per flor, BdT 389.32 (cfr. Jörn Gruber, Laura und das trobar car. Studien zur stilistichen Funktion des Enjambements in der provenzalischen und italienischen Lyrik von den Anfängen bis Francesco Petrarca, Hamburg 1976, pp. 82-87) ma ha tratti fortemente originali, e due coblas tensonadas (V e VI) di cui la seconda include metafore belliche. [LBC] |