Rialto

352.3

 

   

Peire de la Mula

 

 

 

 

    I.
    Una leig
    vei d’escuoill
    avol e malestan,
    c’aquil arlot truan
5   vant cridan dui e dui:
    «Datz me, que joglars sui!»,
    car es Bretz o Normans;
    e vei en homes tans
    per qu’es als pros dampnatges.
10   E mi par nesciatges
    c’om lor mesca ni taill
    en cort de pro vassall.
    E s’en sui encolpatz,
    car los ai acusatz,
15   vos, cortes que anatz
    per cortz, m’en razonatz
    q’ieu non vuoill ja lor patz.

 

 

2 vei] ques CDaR; d’escuoill] d’avol escuoill A (+2)    3 avol] avols Da; avol e malestan] e stan avol C (-2); malestan] trop malestan A (+1)    4 car] cor CDaR    7 es] manca a A, er R; o] e C    8 homes] hom A (-1), manca a DaR (-2)    11 o espunto in R; ni] nils Da; taill] lor C    12 pro] bon C, pros R    13 s’en] sieu R    14 acusatz] acusat Da    17 non] nou C, no R; lor] lo A

 

Nota al testo

Nei quattro manoscritti che lo trasmettono, il testo è erroneamente copiato senza soluzione di continuità in calce a Dels joglars servir mi laisse (BdT 352.1): ciò è con ogni probabilità dovuto alle affinità tematiche dei due componimenti, nei quali il trovatore critica aspramente i giullari accattoni. Suchier e Witthoeft pubblicano i due sirventesi come se si trattasse di un unico testo. Parti di testo risultano mancanti nel manoscritto C a causa dell’ablazione di una miniatura. Sono presenti varianti adiafore ai vv. 2 (vei A, ques CDaR), ai vv. 7 (es R, er Da e e A, o DaR), ai vv. 12 (pro/pros ADa, bon C), ai vv. 13 (sien/sen ACDa, sieu R). Il ms. adottato come base è A.

 

 

 

Testo: Chiara Cappelli, Rialto 1.iv.2019.


Mss.: A 199a (peire delamula siruentes.), C 358a (p. de la mula), Da 205c (peire dela mula), R 22b (p. de mula).

Edizioni critiche: Hermann Suchier, «Der Trobador Marcabru», Jahrbuch für romanische und englische Sprache und Literatur, 14, 1875, p. 151; Friedrich Witthoeft, Sirventes Joglaresc. Ein Blick auf das altfranzösische Spielmannsleben, Marburg 1891, p. 71; Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia. Biografie, testi, traduzioni, note, Modena 1915, p. 247.

Altre edizioni: Ernesto Monaci, Testi antichi provenzali raccolti per un corso accademico nella R. Università di Roma, Roma 1889, p. 72; Vincenzo De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931, vol. II, p. 120 (testo Witthoeft e Bertoni); Pierre Bec, Florilège en mineur. Jongleurs et troubadours mal connus, Orléans 2004, p. 130 (testo Bertoni).

Metrica: a3 b3 c6 c6 d6 d6 e6 e6 f6’ f6’ g6 g6 h6 h6 h6 h6 h6. Cobla di diciassette versi. Rime: -eig, -uoill, -an, -ui, -ans, -atges, -aill, -atz; le rime a e b sono dissoludas. Lo schema metrico e rimico è simile a quello del componimento di Giraut de Borneil Los aplegz / ab qu’eu soill (BdT 242.47), preso a modello anche da Raimbaut de Vaqueiras in Leus sonetz / si cum soill (BdT 392.22). Rispetto a questi due componimenti, il sirventese presenta all’ottavo verso un senario al posto di un quaternario. Nei testimoni il componimento è suddiviso variamente: in CR, il testo è ripartito in due coblas di sei versi ciascuna (i primi due trisillabi, infatti, vengono considerati un unico senario); in A, le due coblas sono di lunghezza diseguale; in Da il componimento è riportato come testo unico.

Note: Sirventese indatabile su base interna contro i giullari accattoni e contro coloro che li accolgono presso di loro, senza accorgersi delle loro cattive intenzioni.

[CC]


BdT    Peire de la Mula

Traduzione e note