Rialto

364.17

 

Peire Vidal

 

 

 

 

Dieus en sia grazitz Dio sia lodato perché il nobile re è guarito e sano e contento; e perciò mi riprendo canzoni allegre e con allegre musiche, da cui m’ero astenuto, smarrito e in pena; ma la sua guarigione ci ha tutti risollevati, e ha ridato gioventù al mio cuore e al mio desiderio.

que·l francs reis es gueritz

e sas e deleichos;

per qu’ieu cobre chansos

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gaias et ab gais sos,

de que m’era giquitz

corrossos e marritz;

mas la sua salutz
nos a totz ereubutz,
10 e tornat en joven
mon cor e mon talen.

 

Quar de bona razitz Perché da una buona radice è uscito un buon albero e il frutto è prezioso e buono e dolce e gustoso, e io torno alle donne pieno d’amore e apprezzato, tanto che dispiace ai mariti, dai quali sono più temuto del fuoco e del ferro tagliente, perché prendo da dove voglio, e nessuno me le interdice.

es bos arbres issitz,

e·l frugz es cars e bos

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e dous e saboros;

et ieu torn amoros

vas domnas e chauzitz

tan qu’enuei’als maritz,

de cui sui plus temsutz
20 que fuecs ni fers agutz
quar don me vuelh m’en pren,
c’us no las mi defen.

 

Ben tanh qu’ieu si’arditz, Conviene proprio che io sia ardito, perché mi fa da guida una donna che è la più gentile che sia mai esistita; tanto che con le sue belle maniere i suoi occhi orgogliosamente belli hanno assalito molti cuori. E perciò il mio spirito è rimasto presso di lei: dunque mi sento riavuto da tutto lo smarrimento che ho sofferto per tanto tempo.

que tals domna m’es guitz,

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qu’es la genser qu’anc fos;

qu’ab sas bellas faissos

siei bell huelh orgoillos

an mains cors envazitz.

Per que mos esperitz

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es ab lieis remazutz:
don mi sen revengutz
de tot lo marrimen,
qu’ai soffert lonjamen.

 

Jovens es mal bailitz Gioventù è mal governata e pregio lo considero tradito per colpa dei baroni: perché vediamo i servi orgogliosamente ricchi e le persone di corte impoverite. E donne ingannatrici in cui ogni bene va perduto agiscono contro noi amanti in modo troppo sconveniente peccando due volte.

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e pretz tenc per traitz

per colpa dels baros:

quar vezem los garsos

manens et orgulhos

e·ls cortes escarnitz.

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E domnas trichairitz

on totz bes es perdutz,
renhan contra nos drutz
trop deschauzidamen
ab doble falhimen.

 

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Ai! bels cors gent bastitz, Ahimè! Bella, ben fatta, di ogni virtù ricca, donna, mi rendo a voi così, umile e pieno di desiderio e avvinto e bramoso come uno che è ferito al cuore da amore che mi dice di arrendermi a voi vinto; dunque se non mi aiutate, avrete ucciso mercé e non sarà un bene per voi.

de totz bos aips complitz,

don’, aissi·m rent a vos,

humils e voluntos

e destreitz e cochos

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si cum selh qu’es feritz

d’amor el cor, que·m ditz,

que·m rend’a vos vencutz;
doncs si no·m faitz aiutz,
mort auretz chauzimen,
55 e no·us estara gen.

 

Per flac rei apostitz Un grande regno è distrutto da un debole re finto quando lamenta le spese e piange i doni altrui e fugge la compagnia dei prodi; e un re, se vive nell’onta, vale meno che da morto. Io invece ho l’amore dei migliori e il credito della gente di corte perché non mento contro Amore.

es bos regnes delitz,

quan planh sas messios

e plora·ls autruis dos

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e fug solatz dels pros;

e reis, pus viu aunitz,

val meins que sebelhitz.

Mas ieu sui car tengutz
dels melhors e crezutz
65 per la corteza gen
quar contr’Amor no men.
   
Per so·m sui gent garnitz E perciò mi sono ben equipaggiato contro i fiacchi pigri: ho infatti con me Aragona e Castiglia e Léon, e il valente re Alfonso possiede i castelli fortificati in cui il pregio è ben servito e onorato e bene accolto; e perciò degli avviliti fiacchi avari, pieni di vento, ho poca considerazione.
contra·ls flacs acrupitz,
qu’ab mi n’es Aragos
70 e Castell’e Leos,
e·l valens reis N’Amfos
te·ls castels establitz,
on pretz es gen servitz
et honratz e volgutz;
75 per qu’ieu dels abatutz
flacs avars, cor de ven,
ai pauc de pessamen.
   
Qu’aissi cum es arditz Perché così come il leone è più ardito del capretto e l’orso più del bue cornuto e il lupo più del caprone barbuto, ho io più ardimento di tutte le persone vili.
leos plus que cabritz
80 et ors que buous cornutz
e lops que bocs barbutz,
ai ieu mais d’ardimen,
que tuit li recrezen.
   
E qui mos diç agutz E le mie parole taglienti le offro generosamente a chi le interpreta contro di sé.
85 encontra si enten,
eu li don francamen.

 

 

 

Testo: Peire Vidal, Poesie. Edizione critica e commento a cura di d’Arco Silvio Avalle, 2 voll., Milano-Napoli 1960, vol. I, p. 126 (XIV).

Traduzione di Antonella Martorano. – Rialto 30.vii.2004.


Testo

BdT    Peire Vidal