Rialto

364.8

 

Peire Vidal

 

 

 

 

Baron, Jhesus, qu’en crotz fon mes Signori, Gesù, che fu messo in croce per salvare la gente cristiana, ordina a tutti noi indistintamente di andare a liberare la terra santa, dove venne a morire per amor nostro. E se non gli vogliamo obbedire sentiremo per questo molte terribili accuse là dove finirà ogni contesa.

per salvar crestiana gen,

nos mand’a totz comunalmen

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qu’anem cobrar lo saint paes,

on venc per nostr’amor morir.

E si no·l volem obezir,

lai on feniran tuit li plag,

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n’auzirem maint esquiu retrag.

 

Que·l saint Paradis que·ns promes, E il santo Paradiso che ci promise, dove non c’è né pena né tormento, lo vuole ora concedere liberalmente a coloro che andranno con il marchese oltremare a servire Dio; e fra quelli che non vorranno seguirlo, non ci sarà nessuno che possa non avere poi per questo gran paura.

on non a pena ni tormen,

vol ara liurar francamen

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a sels qu’iran ab lo marques

outra la mar per Dieu servir;

e cill qui no·l volran seguir,

non i aura negun, brun ni bag,

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que no·n puesc’aver gran esglag.

 

E veiatz del segle quals es, E guardate com’è il mondo, che s’attacca al peggio chi più lo segue; e perciò non c’è che una cosa sensata: che si lasci il male e si prenda il bene. Se infatti la morte vuol venire all’assalto, nessuno può né sa sottrarsi. Dunque poiché tutti moriamo sicuramente, è davvero folle chi vive in modo vile e meschino.

que qui·l sec plus, al pieitz s’en pren;

pero non i a mas un bon sen:

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qu’om lais los mals e prenda·ls bes.

Que pus la mortz vol assalhir,

negus non pot ni sap gandir.

Doncs pus tuit morem atrazag,

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ben es fols qui viu mal ni lag.

 

Tot lo segle vei sobrepres Tutto il mondo vedo sopraffatto dall’inganno e dalla frode; e sono ormai tanti i miscredenti, che sopravvivono con difficoltà la legge e la fede, perché ognuno fa a gara a tradire l’amico per arricchirsi. Ma i traditori sono traditi come chi beve il veleno col latte.

d’enjan e de galiamen;

e son ja tan li mescrezen

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c’apenas renha dreigz ni fes,

que quasqus ponha en trair

son amic per si enrequir.

Pero·lh trachor son aissi trag

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cum selh qui beu tueissec ab lag.

 

Catalan et Aragones Catalani e Aragonesi hanno un signore valente e degno d’onore e generoso e leale e colto, umile e giusto e cortese. Ma lascia troppo arricchire i suoi servi, che Dio li umili e li abbia in odio; perché sono sempre pronti a creare danno e ostacoli a corte.

an senhor honrat e valen

e larc e franc e conoissen,

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humil et adreg e cortes.

Mas trop laissa enmanentir

sos sers, cui Dieus bais et azir;

qu’a totz jorns estan en agag

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per far en cort dan et empag.

 

Reis aunitz val meins que pages, Un re disonorato vale meno di un villano, quando vive come un poltrone e piange i beni che altri spende e perde ciò che il padre conquistò. Un tale re, che si difende a mo’ di paralitico e non prende né dà colpi, sarebbe da uccidere e da seppellire in un brutto posto.

quan viu a lei de recrezen

e plora·ls bes qu’autre despen

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e pert so que·l paire conques.

Aitals reis fari’ad aucir

et en lach luec a sebelhir,

qui·s defen a lei de contrag

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e no pren ni dona gamag.
   
Domnas vielhas non am ieu ges, Non mi piacciono affatto le donne vecchie, se vivono sconvenientemente contro Amore e contro Gioventù; perché hanno ridotto così male la vera nobiltà che è terribile da raccontare e da dire e da ascoltare e da udire; perché hanno così completamente distrutto il nobile servizio d’amore che fra loro non se ne trova traccia.
quan vivon descauzidamen
contr’Amor e contra Joven;
52 quar fin paratg’an si mal mes,
fer es de comtar e de dir
e fer d’escotar e d’auzir;
quar franc domnei an si tot frag
56 qu’entre lor no·n trob’om escag.
 
Dona, si·m tenetz en defes Donna, così mi tenete prigioniero che non penso ad altro se non a fare il vostro volere. E se, col vostro favore, potessi essere al vostro servizio tra quando vi spogliate e quando vi vestite, mai potrebbe succedermi alcun male; perché le vostre parole e i vostri modi hanno per me la dolcezza della rosa di maggio.
que d’al re non ai pessamen
mas de far vostre mandamen.
60 E s’en grat servir vos pogues
entre·l despulhar e·l vestir,
ja mais mals no·m pogra venir;
quar vostre dig e vostre fag
64 m’an sabor de roza de mag.
 
Reis de Leon, senes mentir, Re di Léon, senza mentire, dovete raccogliere l’onorato pregio, come colui che semina nel maggese giustamente umido, con dolce compiacenza.
devetz honrat pretz reculhir,
cum selh qui semen’en garag
68 temprat d’umor ab douz complag.

 

 

 

Testo: Peire Vidal, Poesie. Edizione critica e commento a cura di d’Arco Silvio Avalle, 2 voll., Milano-Napoli 1960, vol. I, p. 115 (XII).

Traduzione di Antonella Martorano. – Rialto 27.vii.2004.


Testo

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Canzoni sulle crociate