Rialto
Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana
Raimon Bistortz d’Arle
Aissi co·l fortz castels ben establitz
416.
1
Raimon Bistortz d’Arle
Aissi co·l fortz castels ben establitz
Trad. it.
Apparato
Note

I. Come il possente castello ben fortificato si oppone e si difende dal suo nemico, finché è rafforzato da macchine da guerra e da armi tanto da soggiogarlo, forzarlo e prenderlo, così mi sono sempre difeso da Amore, Signora, fino a quando non ho visto la vostra perfetta figura: ma dal momento che in voi c’è tutto ciò che è necessario che io prenda, ecco perché, domandandovi grazia, mi rendo a voi e a lui [Amore] d’ora in avanti.

II. In voi vi sono Saggezza – origine di tutti i beni –, che vi guida con Gioia e Giovinezza, e una tale bellezza che, chiunque vi veda, dice che siete la più bella del mondo (e non mento affatto); e in voi vi sono Valore, Cortesia, Pregio e Onore, e tutte le qualità degne di lode. E quando vidi che Amore mi affrontò con tali armi, se anche in passato mi aveva trovato recalcitrante, in questo caso mi trovò umile e implorante.

III. Signora, sono prigioniero e se voi non mi aiutate morirò, poiché Amore ha per me dolore e disperazione, giacché dal momento che vi ho visto è riuscito a colpirmi con le sue armi; ma io desidero che mi siate amica, perché sono diventato vostro senza inganno non appena vi vidi, come Amore è per me cattivo e nemico; perché mai mi ridusse al suo volere finché non mi conquistò grazie a voi, poiché avete tanti meriti.

IV. Amore e il mio cuore mi hanno tradito, come l’uomo potente è tradito dalla gente con cui s’accompagna sul campo di battaglia e che, malgrado i loro giuramenti, l’abbandonano in caso di bisogno; Signora, allo stesso modo mi capita che Amore mi inciti e mi porti a reclamare pietà a guisa di perfetto amante. E quando mi propongo di pregarvi, [Amore] mi paralizza la lingua, così che il cuore, dove ho scritto tutta la mia richiesta, è dal quel momento presso di voi, e Amore contro di me.

V. Bella Signora, la vostra persona nobile, elegante, gaia, e piena di tutte le virtù che rendono una persona piacevole, mi piace così intensamente che niente tranne voi può rendermi felice, e sebbene io con voi abbia mancanza di gioia, [di più] ne avrei [di mancanza] con coloro che non ne hanno affatto [di gioia], ma dal momento che voi la possedete interamente potreste farmi ricco e felice, quantunque non osi pregarvi se non chiedendolo a me stesso.

VI. Canzone, vattene in direzione della più nobile che ci sia, Donna Costanza d’Este, verso cui vanno tutte le cose buone, poiché non conosco [donna] più bella e di più degna di lode.

VII. Ah! bel Fenics, che Pietà e Cortesia mi concedano la grazia che io non muoia amando, e di cambiare il nome da Tantristo [tanto triste] in Tristano.

I. 1 fortz] fort IKd    2 si ten] sen ten IKd    3 gieingz] genz IKd; d’armas] dormas IKd    4 qe] quel IKd; forssa] foza d    5 d’Amor] damors IKd    7 en] eu d; la] li IKd    8 penre] p(er)re IKd (p(er) re d)    9 ez a lei] ez e lai IKd (ezelai d); derenan] darenan IKd

II. 10 Q’en] En IKd; de] des IKd    11 qe·us] Qe uos IKd; capdella ab joi] cal della bios IKd    12 e tals] Et als IKd; beutatz] betatz d    13 no·i] corretto da non F    15 e] es d; tot bon aib] tuitz bos aibs IKd (aibz I)    16 qant] chant d; eu vi] eui IKd; mi] me IKd    17 ab] A d; tals] IKd    18 m’adoncs] ma do(n)cs F ma donc IKd

III. 19 vos] nos d    20 morrai] Monrai IKd (Monraj d); q’Amors] camor IKd    21 puec] poc IKd    22 nul] nulz I, nullz d    24 vostres] uostre IKd    26 nul] nuls F, nuillz IKd (nuilz I); ac] auc IKd; al seu] a son IKd    27 qe·m] qom IKd; qar] que IKd

IV. 29 la] sa IKd    30 camp] cap I    32 q’Amors] Quamor I; e mos] enios d; cor] cors IKd    34 lenga·m] legam Kd    35 on] en IKd    36 es] ez IK; meu] men IK

V. 37 genz] gen IKd; avinenz] auinen IKd    38 de] di IKd    39 Dompna] dopna F    40 mas] mos IKd; no·m] nō IK, non d; jauzen] iauzan IKd    41 vos] nos IKd; de] de IK    42 ben l’auria] Bella auria IKd; ab] a IKd; non] nō IK    43 tot] totz IKd

VI. 46 Cansos] Ansos IKd; vai t’en] uaitan ID, naitan d; a la] alla IKd    47 tut] tot IKd; van] nan IKd    48 manca IKd

VII. 50 aman] no amon IKd    51 manca IKd

1. La metafora del castello è presente anche in Giraut de Borneil, Can lo glatz e·l frechs e la neus (BdT 242.60), vv. 40-41: «Domna, aissi com us chasteus / qu’es assetjatz per fortz senhors» (cfr. Oriana Scarpati, Retorica del “trobar”. Le comparazioni nella lirica occitana, Roma 2008, p. 246).

3. gieingz: come giustamente sostenuto da Jean-Pierre Chambon, «Sur quelques passages d’une chanson de Raimon Bistortz d’Arles (P.C. 416, 1)», Revue des langues romanes, 99, 1995, pp. 133-140, alle pp. 133-135, il senso del sostantivo è quello di «machine de guerre», derivante dal lat. ingenium; Rivière, invece, preferisce la lezione di IKd (genz), che è, a tutti gli effetti, deteriore e non rispondente al senso del passo.

7. la: la lezione di F, messa a testo, è in ogni caso equiparabile a quella di IKd (li), giacché si tratta dell’avverbio di luogo (vedi PD, s.v.): cfr. Chambon, «Sur quelques passages», p. 135.

19. gitz: si intenda gitz come grafia per guitz. Alla traduzione di Rivière («si vous ne m’accordez pas votre protection») si preferisce l’interpretazione di Chambon («si vous ne m’aidez pas»), per cui cfr. Chambon, «Sur quelques passages», pp. 136-137.

20. q’Amors m’a ir’e maltalen: per un altro esempio di questo costrutto ellittico si veda Ademar de Rocaficha, Ges per freg ni per calor (BdT 5.1), vv. 18-19: «ans m’a tan doussa sabor / qu’ab un plazer m’en lauzera».

41. de Joi carestia: il sintagma compare anche in Ab nou cor et ab novel so (BdT 167.3), al v. 6.

49 Fenics: il senhal mostra affinità con un passo di Peire Vidal, Pus ubert ai mon ric thesaur (BdT 364.38), vv. 90-92 («Amiga, tant vos sui amics, / q’az autras paresc enemics / e vuelh esser en vos Fenics»); tale immagine, d’altra parte, ricorreva in Raimbaut d’Aurenga, Apres mon vers voill sempr’ordre (BdT 389.10), vv. 64-65 («Plus qe ja fenis fenics / non er q’ieu non si’ amics): cfr. Anatole Pierre Fuksas, Etimologia e geografia nella lirica dei trovatori, Roma 2002, p. 94, e Fortunata Latella, «Peire Vidal, Pus ubert ai mon ric thesaur (BdT 364.38)», Lecturae tropatorum, 8, 2015, in rete, 32 pp., p. 21. Vedi anche Mary Franklin-Brown, Reading the World: Encyclopedic Writing in the Scholastic Age, Chicago-London 2012, p. 300: «The troubadours’ phoenix is a polyvalent image that seems to figure at once erotic consummation, the constancy of an injured lover, and the reembodiment of that lover each time a song is reusing, so that love will never die». Aissi co·l fortz castels ben establitz (BdT 416.1) è dedicato a Costanza, la quale è nominata dunque sia con il suo nome sia con il senhal dietro al quale essa si cela: in tale procedimento stilistico si ravvisa l’influsso del magistero di Raimondo Buvalelli, per cui cfr. Luca Gatti, «E son ric pretz retraire en mas chanssos: Beatrice d’Este e il canzoniere di Rambertino Buvalelli», in Fidélités et dissidences. Actes du XIIe Congrès de l’Association internationale d’études occitanes (Albi, 10-15 juillet 2017), in corso di stampa.

45. Rivière traduce «Mais je n’se vous en prier puisque je suis en train de le demander à moi-même», ma la proposizione subordinata ha valore eccettuativo (cfr. Frede Jensen, Syntaxe de l’ancien occitan, Tübingen 1994, § 771).

51. Tanstrist: l’uso di anagrammi nella poesia dei trovatori è largamente attestato (ma cfr. Elizabeth Brodovitch - Ineke Hardy, «Tracking the Anagram: Preparing a Phonetic Blueprint of Troubadour Poetry», in The Court Reconvenes: Courtly Literature Across the Disciplines. Selected Papers from the Ninth Triennial Congress of the International Courtly Literature Society (University of British Columbia, 25-31 July 1998), edited by Barbara K. Altman and Carleton W. Carroll, Woodbridge 2003, pp. 199-213); sull’esemplarità del caso di Chrestien de Troyes basti Aurelio Roncaglia, «Carestia», Cultura neolatina, 18, 1958, pp. 121-135. Sulla leggenda di Tristano si rimanda a Ades vol, de l’aondanssa (BdT 10.2), nota al v. 30.

Testo

Edizione, traduzione e note: Luca Gatti. – Rialto 27.ix.2018.

Mss.

F 44r (Ramonz bistortz), I 148r (Enralme(n)z bistortz), K 134r (Enralmenz bistortz), d 342v (Enralmenz bistortz).

Edizioni critiche / Altre edizioni

Edizioni critiche: LR, vol. I, p. 498; Jean-Claude Rivière, «Raimon Bistortz d’Arles», L’Astrado, 21, 1986, pp. 29-72, p. 35.

Altra edizione: Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981, p. 118 (testo Raynouard).

Nota filologica

Si riproduce la grafia del manoscritto F, generalmente corretto, a parte un errore morfologico (v. 26) e una banale mancanza di titulus (v. 39); il ms. non presenta l’esecuzione delle lettrines, quantunque siano leggibili le lettere guida per il miniatore. Errore comune a tutta la tradizione, ben spiegabile paleograficamente, è han (an IDk) per l’an al v. 42, la cui emendatio è necessaria per il senso generale del passo. Vari errori congiuntivi, fra cui si segnalano le lacune nelle tornadas (mancanza dei vv. 48 e 51), dimostrano la dipendenza di IKd dal medesimo antigrafo; inoltre, la lezione priva di senso Ansos al v. 46 lascia ipotizzare che il modello fosse privo dell’esecuzione della lettera miniata (al v. 10 tale fenomeno può essere invece poligenetico, giacché En per Q’en potrebbe essere una semplice variante adiafora).

Metrica e musica

Metrica: a10 b10 a10 b10 c10’ d10 c10’ d10 d10 (Frank 409:6). Cinque coblas unissonans di nove versi, seguite da due tornadas di tre. Rime: -itz, -en, -ìa, -an.

Informazioni generali

Canzone cortese dedicata a Costanza d’Este (v. 47), su cui si vedano le Circostanze storiche. Dal punto di vista della tradizione manoscritta, Aissi co·l fortz castels ben establitz è l’unico testo di Raimon Bistortz a essere tràdito da codici appartenenti alla famiglia ε (sulla cui definizione vedi d’Arco Silvio Avalle, I manoscritti della letteratura medievale in lingua d’oc, nuova edizione a cura di Lino Leonardi, Torino 1993, pp. 75-89); il fatto assume rilevanza se si considera che, nel corpus del nostro trovatore, solo qui si rinviene il toponimo d’Est per esteso (a tal riguardo cfr. le Circostanze storiche di Aimeric de Pegulhan, Atressi·m pren quom fai al joguador, BdT 10.12).

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