Rialto    IdT

439.1

 

   

Ricaut Bonomel

 

 

 

 

   
   

I.

   
   

Ir’ e dolors s’es en mon cor asseza,

 

Tristezza e dolore si sono insediate nel mio cuore, al punto che per poco non mi tolgo la vita all’istante o non depongo la croce che avevo preso in onore di Colui che in croce fu messo: giacché né croce né legge non mi valgono a nulla e non mi guidano contro i Turchi traditori, che Dio li maledica! Piuttosto sembra, a quanto si può vedere, che Dio li vuole sostenere a nostro danno.

   

si c’ab un pauc no·m ausi demanes

 
   

o meta jus la cros c’avia preza

 
4  

a la honor d’Aqel q’en cros fo mes:

 
   

car crotz ni lei no·m val ni guia

 
   

contr’als fels Turcx, cui Dieu mal dia!

 
   

Anz es semblan, en so c’om pot vezer,

 
8  

c’al dan de nos los vol Dieus mantener.

 
   

 

   
   

II.

   
   

Al primer saut an Cesaria conqueza

 

Al primo assalto hanno conquistato Cesarea e preso con la forza il forte castello di Alsuf. Ah, signore Iddio, ah! Che destino hanno intrapreso tutti quei cavalieri, tanti soldati, tanti borghesi come ce n’erano entro le mura di Alsuf! Ahimè, il regno di Siria ha perduto così tanto che, a voler dire la verità, sarà per sempre ridimensionato in potenza.

   

e·l fort castel d’Alsuf per forza pres.

 
   

Ai, segner Dieu, a! Cal via an preza

 
12  

tan cavalier, tan sirven, tan borzes

 
   

con dinz los murs d’Alsuf avia!

 
   

Ailas, lo regne de Suria

 
   

a tant perdut qe, qi·n vol dir lo ver,

 
16  

per tostemps mais n’er mermatz de poder.

 
   

 

   
   

III.

   
   

Doncs ben es fols qi a Turcs mou conteza,

 

Dunque è folle chi muove guerra ai Turchi, perché Gesù Cristo non li ostacola in alcun modo: ché hanno vinto e vincono, il che mi fa soffrire, Franchi, Tartari, Armeni e Persiani, e ogni giorno di più ci sconfiggono qui, perché Dio, che pure era solito vegliare, dorme, e Maometto opera col suo potere e permette al Melicadefer di farne uso.

   

pois Ihesu Crist non los contrasta res:

 
   

q’il an vencut e venzon, de qe·m peza,

 
20  

Francs, Tartaris, Ermenis e Perses,

 
   

e nos venzon sai chascun dia,

 
   

car Dieus dorm, qe veillar solia,

 
   

e Bafometz obra de son poder

 
24  

e·n fai obrar lo Melicadefer.

 
   

 

   
   

IV.

   
   

No m’es semblan qe per tan se recreza,

 

Non mi pare che per questo si arresti, al contrario ha giurato e detto chiaramente che, se gli riesce, in questa terra non resterà nessuno che creda in Gesù Cristo. Anzi egli farà una moschea nella chiesa di Santa Maria, e il suo amato figlio, che dovrebbe dolersene, lo vuole e gli sta bene così: deve andar bene anche a noi.

   

anz a jurat e dit tot a pales

 
   

qe ja nuls hom qe en Ihesu Crist creza

 
28  

non remandra, se·l pot, en sest paes.

 
   

Enan fara bafomaria

 
   

el mostier de Sancta Maria,

 
   

e·l sieus car fis, qe·n degra dol aver,

 
32  

o vol e·il plaz: ben deu a nos plazer.

 
   

 

   
   

V.

   
   

Lo papa fai perdon de gran largeza,

 

Il papa concede il perdono con grande liberalità a Carlo e ai Francesi a scapito dei Lombardi, e qui verso di noi mostra grande cupidigia, perché congeda le nostre croci in cambio di tornesi; e chi vuol scambiare il pellegrinaggio per la generosità di Lombardia, i nostri legati gliene daranno mandato, giacché fanno mercimonio di Dio e del perdono in cambio di ricchezze.

   

contr’als Lombartz, a Carl’ e als Frances,

 
   

e sai ves nos mostra gran cobeëza

 
36  

qe nostras crotz perdona per tornes;

 
   

e qi vol camjar romavia

 
   

per largeza de Lombardia,

 
   

nostre legat lor en daran poder,

 
40  

q’il vendon Deu e·l perdon per aver.

 
   

 

   
   

VI.

   
   

Segnor Frances, Alixandria

 

Signori Francesi, Alessandria ci ha ridotti peggio della Lombardia: poiché qui i Turchi ci hanno surclassati in potenza, catturati e sconfitti e dati via per denaro.

   

nos a piegz fait qe Lumbardia:

 
   

qe sai nos an Turcs sobraz de poder,

 
44  

pres e vencuz e donatz per aver.

 

 

 

 

Testo: Cesare Mascitelli, Rialto 10.xi.2017.


6. fels Turcs: si riferisce alle truppe musulmane del sultano Baibars (cfr. Circostanze storiche), alle quali era stato consentito di attraversare il territorio controllato dai crociati nel corso della marcia contro i mongoli. Bastard, «La colère», p. 362, ricorda infine che «on trouve “Li Turc Felon” dans Peire Cardenal […]; aussi “Turc fello” dans Austorc d’Aorlhac, P.C. 40-1, et “Turx fellos” dans le Moine de Montaudon, P.C. 305-2».

9-10. Le due località menzionate, situate nell’odierno territorio di Israele e di cui restano solo alcune antiche vestigia, furono teatro di scontri sanguinosi tra i crociati e i musulmani di Baibars. Cesarea si arrese definitivamente il 5 marzo del 1265 mentre Arsuf, pur opponendo una strenua resistenza, cadde in mano musulmana il 21 marzo dello stesso anno. Si vedano le Circostanze storiche.

20. La menzione delle popolazioni sconfitte dalle forze mamelucche può essere riconducibile, in primo luogo, alla clamorosa disfatta delle truppe di Kitbuqa, sbaragliate da Baibars durante la battaglia di Ain Jalud del 3 settembre 1260, che di fatto pose fine alla prospettiva di un’invasione armata: si vedano le Circostanze storiche.

24 Melicadefer: è il sultano Baibars (cfr. Circostanze storiche), la cui identificazione è stata proposta per la prima volta da Fabre, come ricordato da Bastard, «La colère», p. 367. Non convince la proposta alternativa di De Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche, vol. II, p. 223, che riteneva si trattasse del predecessore di Baibars, Qutuz, detto anche al Malik al-Muzaffar, deceduto poco dopo la battaglia di Ain Jalud.

33 Lo papa: il pontefice in questione è senza dubbio Clemente IV, eletto il 5 febbraio 1265 come successore di Urbano IV. Fervente sostenitore di Carlo d’Angiò in funzione anti-sveva, Clemente IV favorì in ogni modo la politica espansionistica di Carlo nell’Italia settentrionale, per cui si vedano le Circostanze storiche.

36. L’espressione sottintende la condanna nei confronti di Clemente IV e di Carlo, rei di aver abbandonato l’Oriente latino alle scorrerie mamelucche. L’atto del perdonar (da intendersi nel senso di ‘congedare, dispensare’: cfr. DOM, s.v. perdonar, «remettre») può essere ricondotto alla bolla perugina emanata da Clemente il 5 marzo 1265: si vedano le Circostanze storiche.

37. Si veda Marco Grimaldi, «L’identità italiana nella poesia dei trovatori», in L’espressione dell’identità nella lirica romanza, a cura di Federico Saviotti e Giuseppe Mascherpa, Pavia 2016, pp. 81-100, a p. 96: «Il poeta allude alla decisione di Clemente IV, nel maggio 1264, di concedere al suo legato Simone di Brie, il futuro Martino IV, la facoltà di convertire il voto per la crociata in oriente in un impegno nella campagna di Carlo contro Manfredi».

41 Alixandria: è Alessandria d’Egitto, città che «symbolise le pays d’où sont parties les attaques de Baibars» (Bastard, «La colère», p. 373).

[CM]


BdT    Ricaut Bonomel    IdT

Testo   Circostanze storiche