1 commenzeray: Chabaneau corregge il verbo in commenzaray definendo la -e della desinenza come un errore del copista, ma Anglade registra alcuni casi in cui la -a della desinenza dell’infinito in -ar si è chiusa per metafonesi in -e (J. Anglade, Grammaire de l’ancien provençal, p.274).

8 Il manoscritto attesta vantura probabile errore per avantura difatti, in altri luoghi del testo (vv. 29, 32, 46, 50, 68, 80, 195, 516, 545, 566, 586, 591, 820, 856, 867, 890, 988, 1012, 1042, 1050, 1110, 1886, 1891, 1908, 2205), incontriamo sempre la forma avantura.

16 Il verso è ipometro (-1) e Meyer, in nota, propone di correggerlo introducendo cors (sobre cors sans …) oppure si (els si jureron…).

17 Abbiamo deciso di correggere fialtat in lialtat perché questo termine compare in svariati versi che riportano una frase analoga (vv. 180, 1268, 1271, 1275)

20 cascun: Pronome indefinito con il valore di soggetto e che quindi dovrebbe leggersi cascus. Errori di questo genere sono numerosi nel testo e testimoniano la progressiva scomparsa della declinazione bicasuale.

26 Il verso è ipermetro (+1) e Meyer, in nota, propone di correggerlo scrivendo so fo in luogo di aysso fu. La congettura avanzata dal critico risulta molto interessante anche perché nel Jaufre al v. 2091 compare un’espressione molto simile: “Cho fon lo dimartz ben maitin”. Però anche se questo intervento appare lecito non possiamo comunque non sottolineare il fatto che il nostro autore non utilizza mai l’espressione “So fo” per “Aysso” e inoltre solo in questo caso l’avverbio guasta la metrica, quindi preferiamo non apportare nessuna modifica al testo.

28 In alcuni versi (260, 280, 676, 986, 1022, 1106, 2335) la grafia come guasta la metrica quindi, visto che nel testo compare anche la grafia com, abbiamo deciso di intervenire cambiando come > com.

29 tot jorn: Nel componimento si registra l’alternanza delle grafie jorn e jort.

33 E puis quant ven un jorn [matin]: cfr v. 1887.

36 com: Nel manoscritto solo in pochi casi troviamo la grafia con in luogo di com quindi, anche nello scioglimento delle abbreviazioni abbiamo preferito regolarizzare e utilizzare la forma più attestata.

41 tresto[t]: cfr. vv. 151, 371, 898, 1161, 1188, 1255, 1264, 1485, 1652, 1732, 1737, 1792, 1811, 1838, 1863, 1895, 1911, 2061, 2033.

41 lo primier] primier: L’aggiunta ha il compito di ristabilire la metrica e il senso della frase ed è giustificata dal confronto col v. 55 “e met se din lo cap primier”.

51 mostrera] mostera Secondo van der Horst si tratta di una “correction justifiée, bien que non conforme à la graphie du texte”(C.H.M. van der Horst, Blandin de Cornouaille, p.94).

60 Per regolarizzare questo verso ipometro (-1), Meyer, in nota, consiglia giustamente di sostituire fu con fora.

65 (E) adonches cfr. v.47.

75 cumjat. Abbiamo notato che ogni qualvolta compare il termine cumjat il verso è ipometro (-1): vv. 672, 845, 1447, 1866, 1933 quindi siamo giunti alla conclusione che la parola si dovesse leggere cumïat.

77 Verso ipometro (-1) che Meyer, in nota, consiglia di correggere cambiando la preposizione d’ con ab.

91 Blandin] Brandin: Solo in questo verso nel manoscritto troviamo il nome del protagonista scritto Brandin, un evidente errore del copista che abbiamo ritenuto lecito correggere.

Sempre in questo verso Meyer, giustamente, corregge il verbo van in va. La correzione di tale errore, sicuramente imputabile al copista e che compare anche al v. 1107, è confortata dalla presenza della stessa formula ai vv 1283-1284.

113 [el] n’y: Per ristabilire la metrica abbiamo introdotto il soggetto, come del resto fa il Meyer, seguendo l’usus scribendi dell’autore. Lo stesso intervento è stato attuato ai vv. 256, 322, 394, 395, 446, 873, 891 (cfr. v. 1375), 1000, 2031, 2347 (cfr. vv. 34, 548, 2135).

116 [e] per fach: L’aggiunta è giustificata dalla presenza ai vv. 1634, 1774, della stessa frase che compare con una “e” a inizio verso. Questa semplice congettura, che rispetta lo stile dell’autore, ha permesso di regolarizzare la metrica in diversi luoghi del testo: vv. 297, 397 (cfr. v. 372), 423, 1175, 1195, 1288, 1414, 1575 (cfr. 340, 1221, 1466, 1523, 1541), 1895. Inoltre l’inserimento della congiunzione e all’interno del verso ha consentito la normalizzazione del v. 308 (cfr. v. 1902) e del v. 1469.

121 Da notare la confusione grafica tra an e am con il significato di “con”.

129 adonc[has] e[l] li respondet E’ un verso ipometro facilmente ricostruibile perché, facendo una ricerca nel testo, è risultato che in versi analoghi la frase riporta sempre il soggetto e, a seconda della lunghezza del primo o del secondo emistichio, l’avverbio è scritto adonc o adonchas. A questo proposito notiamo che l’avverbio adonc guasta la metrica in diversi punti del componimento e quindi siamo intervenuti sostituendolo con la forma più lunga. Questa semplice congettura ha interessato anche i vv. 225 (cfr. 493-494), 573, 711 (cfr. 233, 1065, 1091, 1443, 1605), 977, 1039, 1299, 1569, 1807, 2067, 2237, 2289.

135 e levet [li]: cfr. vv. 398, 455.

139 E secodet ly (d’)una lanssa: Meyer, in nota, propone di sostituire il verbo secodet con la perifrasi Es .j. colp det. van der Horst invece scrive: “Le FEW explique secodar comme le fait Meyer par ‘remuer’, alors ly serait mis pour lo. La forme ly pourrait s’expliquer par la traduction ‘il assena un coup’ pour secodet: cette interprétation pourtant n’est pas confirmée par le FEW.”(van der Horst, op. cit., p.96). Il Levy registra il verbo socodre col significato di ‘secouer’ ovvero ‘scuotere’(Levy, p. 348) e inoltre nel testo troviamo sempre la perifrasi un colp det col significato di “colpire”. Da un confronto con un distico del Jaufre (vv. 1781-1782) in cui si legge En sa man son dart embagat / e socot lo pueis e lansat, siamo giunti alla conclusione che ly è da interpretare come un pronome personale oggetto (forma dativa) e quindi la traduzione dovrebbe essere: gli agitò (davanti) una lancia.

143 Adonch lo jayan nafrat se senti. Il verso si ripete anche al 451 e in entrambi i casi, per ristabilire la metrica, abbiamo deciso di omettere l’avverbio “Adonch”. Si tratta di una congettura unica che risolve due luoghi del testo e che è giustificata dal confronto con il verso analogo 973 “Lo caval se senti nafrat”. La presenza superflua di Adonc guasta anche altri versi del romanzo che saniamo seguendo sempre la stessa congettura.

 

149 (Adonch) lo jayan chi lo sanc perdia

155 (Adonch) las donsellas che aqui estavon

383 (Adonch) lo filh del jayan s’en anet

451 (Adonch) lo jayan se senti nafrat

467 (Adonch) elas si meron per hostal

1565 Di (adonc) Blandin: Dieu me don rendas

1603 (Adonc) dis lo donzel: “Per veritat

1631 Dis (adonc) lo donzel: “Sorre gentil

2231 (Adonc) lo donzel lo va aculhir

1871 (Adonc) Brianda se mes [a] plorar (cfr. 1247)

144 Abbiamo seguito la congettura di Meyer e quindi, per ristabilire la metrica del verso, abbiamo eliminato la congiunzione E a inizio verso considerandola come un errore di ripetizione imputabile al copista. Questo intervento risolve diversi luoghi del testo ovvero i vv. 177, 471, 632, 1908, 1990, 2283.

154 che[·s]: L’integrazione del Meyer, condivisa anche da van der Horst, rende più scorrevole il senso della frase.

158 Verso ipometro che correggiamo introducendo l’articolo lo davanti all’aggettivo possessivo seguendo lo stile dell’autore. (cfr vv. 34 e 2196).

160 che n’a(s) : Come van der Horst “nous considérons as comme une graphie fautive de a” (van der Horst, op. cit., p. 97).

173 Secondo van der Horst “il faudra lire un pauch pour an pauch”(van der Horst, op. cit., p. 97)

174 tantost la testa li va levar Il verso è ipermetro (+1) e per regolarizzarlo abbiamo ridotto l’avverbio tantost in tost, forma attestata al v. 839.

192 e atroban che·l s’es a.] e atroban lo che s’es a.: Verso ipermetro (+1) che abbiamo corretto posponendo ed elidendo il pronome complemento lo.

200 tallan] tallen: cfr. vv. 312 e 314. La stessa correzione è stata apportata anche ai vv. 297 e 344.

203 Il verso è stato diversamente interpretato: Meyer scrive: “e dis lo: «Tres che», van der Horst riporta: “e dis: «Lo tres che»”. Nella nostra trascrizione abbiamo seguito l’interpretazione di Meyer perché ci è apparsa quella più corretta visto che lo si presenta come un pronome personale complemento, “e gli disse”, invece van der Horst lo considera un semplice articolo.

208 Verso ipometro che abbiamo corretto modificando l’avverbio di luogo dins in dedins, forma attestata ai vv. 54, 68, 309, 374, 1323, 1362, 1451, 1549, 1570, 2261. La nostra congettura è sicuramente più economica e più probabile di quella avanzata dal Meyer che introduce nel verso la preposizione per creando una frase che non trova riscontro nello stile dell’autore.

221 Meyer ipotizza qui una lacuna perché la rima del verso seguente è isolata. van der Horst invece non registra la lacuna e scrive, in nota, che non vi sono prove di un’omissione da parte dello scriba e che lo stesso problema è registrato anche per i versi: 388, 590, 698, 801, 1213,1298, 1320.

Non dimentichiamo però che il copista non sempre è stato meticoloso nel suo lavoro di trascrizione e ciò è provato dai vari versi aggiunti nell’interlinea e quindi l’ipotesi del Meyer non può essere scartata a priori. E’ possibile che lo scriba abbia commesso la lacuna e che in seguito o non se ne sia accorto o non abbia poi avuto spazio per porre riparo all’errore commesso.

227 ven (che) que·ns vol: Verso ipermetro (+1) che abbiamo corretto seguendo la congettura di Meyer e siamo d’accordo con van der Horst che “probablement le copiste a d’abord mis che, apres quoi il a corrigé en que˙ens tout en oubliant de biffer che.”(van der Horst, op. cit., p. 99).

236 si veyria] si vigra Il verso ipometro (-1) è stato regolarizzato da Meyer attraverso il cambiamento di vigra > veyria. La congettura del critico trova riscontro al v.231 dove leggiamo si veyrie qualche masage.

251 E las donzellas quant viron E’ un verso ipometro (-1) che preferiamo lasciare intatto perché formato da due emistichi e las donzellas / quant viron di cui il primo è formulare e infatti lo ritroviamo anche ai vv. 1069 e 1623.

259 Adonc] Adonques Il verso è ipermetro (+1) e per ristabilire la metrica abbiamo sostituito la forma più estesa dell’avverbio con quella più breve, un intervento molto economico poiché il senso del termine e del verso rimane inalterato. La grafia Adonques, di tre sillabe, guasta la metrica in più luoghi del testo (vv. 499, 621, 683, 749, 1201) tutti ripristinabili con la stessa congettura.

261-262 nostre / forza Nel manoscritto il verso 261 termina con la frase “e an lo nos tot” e sul margine è riportata l’espressione “mon lignage” barrata. Il verso seguente poi inizia con “per lor gran forza” e continua “e tenon pres tot mon lignage”. Né il Meyer né Van der Horst segnalano quest’irregolarità che inoltre influisce sul testo perché ne guasta la rima, infatti così come il verso 261 anche il 262 non rima con nessuno. Chabaneau invece afferma che in questo luogo del testo, e che si ripete anche ai vv. 859-860 e 1033-1034, “Peut être y a-t-il..., entre chaque vers une lacune de deux vers, bien que le sens n’en laisse pas apparaître. S’il n’y en a pas, il faut croire que l’auteur s’était contenté de simples assonances, et, pour qu’elles soient exactes, affaiblis en -e le -a de forza, brega, taula(A. Chabaneau, “Notes critiques sur quelques textes provençaux. Blandin de Cornouailles”, in Revue des langues romanes, 8 (1875), p. 39).

264 e (de) bons cavalier // de (grant) parage: Verso ipermetro (+2) che Meyer consiglia di correggere omettendo l’articolo partitivo nel primo emistichio e l’aggettivo nel secondo, seguendo la formula com bon cavalier de parage che troviamo ai vv. 36, 170, 676, 986, 1106, 1206. La congettura avanzata per sanare il secondo emistichio, è stata utilizzata anche per correggere un altro luogo del testo, il v. 1001, che presenta la stessa formula.

268 e combateron lo (lo) matin : cfr. v. 282.

275 Respondon elas: “Un jayan mout fort. Verso ipermetro (+2) che Meyer corregge sopprimendo il pronome elas. Anche se riteniamo che l’intervento del critico è economico, non condividiamo la sua congettura perché nel testo la forma respondon o respondet seguita da un discorso diretto, è sempre accompagnata dal soggetto o, come in questo caso, dal pronome soggetto (cfr. vv. 123, 1269, 1815, 2071).

284 Il verso è ipermetro (+1) e per ristabilire la metrica abbiamo omesso l’avverbio si (< ayssi) perché, non essendo un elemento essenziale per il senso della frase, è forse da ritenersi un errore di ripetizione commesso dal copista influenzato da ayssi presente al v 281. Inoltre l’avverbio non si trova mai utilizzato in questo modo nel romanzo.

292 leveron] leveren La correzione è stata effettuata per ristabilire la rima con il verso precedente ed è giustificata dalla presenza ai vv. 2284 - 2285 delle stesse parole in rima (leveron - repausseron). Inoltre, come fanno Meyer e van der Horst, abbiamo corretto li in si considerandolo un errore del copista.

294 armat Da un punto di vista grammaticale ci aspetteremmo un armats, come al v. 1175, considerando il senso della frase, ma queste oscillazioni morfologiche si ritrovano in diversi testi e non sempre sono imputabili al copista.

304 E’ un verso ipometro (-1) che Meyer corregge, giustamente, introducendo l’espressione per.

312 Verso ipometro (-1) che correggiamo, seguendo la congettura di Meyer, sostituendo l’espressione ben con tota, tenendo conto del fatto che l’avverbio tot è usato spesso dall’autore.

315 [s’en] van venir: L’aggiunta congetturata nel secondo emistichio ristabilisce una formula ripetuta spesso dall’autore (cfr. vv. 401, 405, 717, 1189, 1578, 2091), lo stesso intervento è stato attuato anche al v. 473.

317 E Guilloth comme valen: E’ un verso ipometro (-1) ripetuto esattamente al v. 337. Chabaneau consiglia di ristabilire la metrica introducendo la vocale o- e distinguendo l’avverbio com dal sostantivo ome. La congettura del critico però, in primo luogo non prende in considerazione il fatto che la stessa frase si ripete solo dopo pochi versi, dove inoltre l’avverbio è scritto come, una grafia che non si presta al tipo di intervento precedente; e in secondo luogo Chabaneau non si accorge che l’espressione come valent è formulare e infatti compare anche nel secondo emistichio dei vv. 1475 e 2149 Adonc Blandin // comme valen. Preferiamo quindi lasciare il verso inalterato.

350 del mont] dou mond : Un francesismo imputabile al copista e che correggiamo confrontando quest’espressione con quella analoga presente al v. 324.

363 aya] ayan. La presenza della -n finale è senza dubbio un errore grammaticale del copista poiché il soggetto della frase è “jayan”.

368 E aqui [mout] gran dol meneron: Verso ipometro (-1) che il Meyer consiglia di correggere introducendo il pronome eis (E aqui eis gran dol meneron) che però non è mai registrato nel testo. Per seguire lo stile dell’autore noi abbiamo preferito aggiungere l’avverbio mout perché l’espressione mout gran dol compare ai versi 1248 e 1872. Inoltre abbiamo ritenuto opportuno correggere la voce verbale (menoron > meneron) perché questo errore rientra sicuramente negli errori legati alla copia.

372 e 397 borden, bornden: ms broden, bronden. E’ un evidente errore di metonimia commesso dal copista.

 378 Verso ipometro che però risulta regolare leggendo avïa. La stessa situazione si ripete ai vv. 680, 849, 1291, 1532, 1555, 1630, 1769, 1999, 2059.

390 [che] un q.: Verso ipometro (-1) che abbiamo corretto seguendo la congettura del Meyer, seguendo lo stile dell’autore.

392 [un] tant g.: cfr. v. 1500.

396 s’en [es] anat: cfr. vv. 76, 373, 374, 441, 1448, 2048, 2380.

402 Devers el [s’en] (et) va l’aussir Verso ipometro (-1) che saniamo seguendo la congettura proposta da Meyer da ritenersi ancor più convincente se la confrontiamo con la stessa espressione presente al v. 405.

404 Verso ipometro (-1) che abbiamo ripristinato introducendo l’espressione tot. Questo intervento è giustificato dal fatto che la formula tot estandut compare ai vv. 1199, 1211, 1241.

405 [de]vers: cfr. v. 1578, e con il v 402.

410 [am] B.: La nostra congettura ha il fine di regolarizzare la metrica del verso e di ripristinare il senso della frase. Cfr. vv 121, 632, 675, 1015, 1026, 2111, 2230.

425 e [puys] va ss’en // come fellon L’aggiunta, che regolarizza la metrica del verso, è giustificata dalla presenza di questo avverbio in versi simili:

 

v 1513 E puys s’en va // come fellon

v 1571 E puysses s’en venc // come fellon

462 Il verso è di 7 sillabe e per ristabilire la metrica abbiamo seguito il consiglio di van der Horst, introducendo l’avverbio “mout” come al v. 250.

465 non gial parlar: Il termine “gial”, di cui non esistono attestazioni, è un probabile errore per “qual”. Abbiamo preferito la grafia qual in luogo di cal, consigliata invece da Meyer, perché al v. 1690 è riportata esattamente l’espressione non qual parlar.

490 Tos ensems e ben [e] honesta v 2376 Totz ensentz [e] ben e onesta: In questo caso abbiamo operato una correzione che potremmo definire “incrociata” perché due versi ipometri (-1), che riportano la stessa formula con una lacuna diversa, sono stati sanati confrontandoli l’uno con l’altro.

500 E disson: “Cavaliers de (bel) parage: E’ un verso ipermetro (+3). Il Meyer consiglia, in nota, di correggere disseron > disen una forma che però non è mai attestata nel romanzo, per questo motivo abbiamo preferito correggere il verbo in disson attestato ai vv. 177, 929, 963, 1179, 2240. Il secondo intervento del critico, l’eliminazione dell’aggettivo bel, è stato invece accolto perché il termine parage non è mai accompagnato dall’aggettivo bel e la formula Cavalier(s) de parage è attestata ai vv. 36, 170, 220, 531, 676, 986, 1106, 1206.

506 [en] morian: L’aggiunta di en ristabilisce la metrica del verso ipometro (-1) e segue lo stile dell’autore.

510 (en) sares: Per ristabilire la metrica del verso abbiamo, in questo caso, omesso la particella en perché abbiamo notato che non compare negli altri casi in cui è usato il verbo sares: v. 1151 (Apres sares mon servidor) e il v. 1903 (E quant sares jus un bel pin).

515 La congiunzione car è stata introdotta con lo scopo di regolarizzare la metrica e la nostra congettura sembra confermata dalla presenza ai vv. 506, 513, 1263, 2195, dell’espressione car nos ....

526 che vos [a] ajudat E’ molto prpbabile che per distrazione il copista abbia omesso l’ausiliare a confondendolo con la a- iniziale del verbo ajudar e quindi l’abbiamo ripristinata.

544 andos [ensems] vera[ya]men: cfr 1054.

552 intras vos [en] // ben [et] apert: Pensiamo che le integrazioni del Meyer possano essere accettate confrontando questa lezione con quella presente al v. 308, inoltre la formula del 1 emistichio compare anche al v. 1429, e quella del secondo emistichio al v. 1902.

558 trobares (mout) gran: cfr. v. 1908.

564 de que so merveillat] de que fo merveillat: Abbiamo sostituito la forma verbale fo con so poiché la voce e il tempo verbale sono errati infatti chi parla e chi subisce l’azione del verbo è la stessa persona: Blandin.

591 (mas) pus che: Verso ipermetro (+1) che correggiamo eliminando la particella mas poiché la stessa espressione avverbiale pus che non è seguita da mas in altri luoghi del testo (cfr. vv. 696, 760).

599 [de] jus: L’integrazione effettuata da Meyer per ristabilire la metrica del verso è giustificata dalla presenza al v. 1034 della stessa espressione.

615 (Se) Dieu: cfr. v. 1565.

643 [tot] apert: E’ un verso ipometro (-1) che Meyer corregge introducendo ben dinnanzi a apert. Abbiamo preferito regolarizzare la misura del verso introducendo l’avverbio tot (tot apert) poiché la stessa espressione compare ai vv. 569, 1889, 2128, 2141.

652 [Tu] me d.: Nella correzione di questo verso ipometro (-1) abbiamo seguito la congettura di Meyer ma abbiamo preferito spostare il soggetto tu a inizio verso perché crediamo, in questo modo, di rispettare di più lo stile dell’autore.

666 E’ un verso ipometro (-1) che abbiamo corretto introducendo il verbo faire (fa nel testo) considerando il fatto che si tratta di una frase topica che ritroviamo anche ai vv. 144, 164, 1334.

669-670 Dieu / jou

Questa rima errata, secondo van der Horst, potrebbe dimostrare che l’originale usasse per il pronome personale soggetto la forma jeu e che il copista abbia variato la grafia in jou. L’errore si ripete anche ai vv. 523-524, 1058-1059, 1347-1348.

681 Nel ristabilire la metrica abbiamo seguito la congettura di Meyer che sopprime l’aggettivo bel. Questo intervento è giustificato dal fatto che, in primo luogo il termine pavaglon/pavalhon, negli altri casi (vv. 706, 712, 716), non è mai preceduto da un aggettivo qualificativo e, in secondo luogo, è possibile ipotizzare che il copista abbia commesso un errore di ripetizione visto che al verso precedente troviamo l’espressione topica bel pesquier.

735 Correggiamo da > de cfr. v. 2165.

742 e [mout] gran sanc andos perderon: Anche in questo caso il verso presenta una sillaba in meno. La congettura avanzata da Meyer, per ristabilire la metrica del verso, prevede la sostituzione del pronome andos con ambedous. Se però, da una parte, quest’integrazione è “innocua” nel senso che non altera in alcun modo la sintassi e il senso del periodo, d’altro canto si presenta, secondo il nostro parere come una ricostruzione “improbabile”. Lungo tutto il testo, infatti, non compare mai il pronome così come è stato ricostruito da Meyer ma si registra al v.1529 la frase: e mout gran sanc aqui perdet. Ora, considerando che il nostro anonimo autore sembra aver composto il suo romanzo utilizzando espressioni topiche e che il suo componimento è quindi pieno di immagini e frasi ripetitive, siamo arrivati alla conclusione che nell’originale i vv. 742 e 1529 erano quasi identici e che quindi il copista abbia omesso, per distrazione, l’espressione sinonimica mout.

767 G. (che) de b.: E’ un verso ipermetro (+1) che Meyer giustamente corregge eliminando il pronome relativo che che guasta il senso della frase.

777 Condividiamo l’integrazione di Meyer per ristabilire la metrica ma preferiamo scrivere li dix e non dix li perché abbiamo notato che quest’ultima formula è utilizzata esclusivamente per introdurre un discorso diretto invece li dix è impiegata negli altri casi. Questa stessa congettura è stata utilizzata anche al v. 797.

805 car jou [m’en] p.: Abbiamo seguito la lezione proposta da Meyer perché rispetta lo stile dell’autore (cfr. vv. 362, 823, 1752, 1755, 2063).

809 je] e La modifica apportata, consistente nel sostituire una congiunzione con un pronome soggetto, non solo chiarisce meglio il senso della frase, ma è anche giustificata dalla presenza, al v. 280, della medesima formula che j’ay mort.

971 puis] puisses Questo intervento ristabilisce la metrica del verso ed è stato attuato anche ai vv. 1485 (cfr. v. 2233), 1571 (cfr. v. 1513), 1825 (cfr. vv. 1112, 1865, 1887, 2027, 2369).

993 Seguiamo la lezione proposta da Meyer perché l’espressione bel prat compare anche ai vv. 906 e 1068.

1023 e dix (ensi): Donzella: Meyer per regolarizzare la misura del verso elimina l’avverbio ensi. Questa correzione è confermata da van der Horst e dai critici Lavaud e Nelli.

1045 Per ristabilire la metrica di questo verso ipermetro (+1) abbiamo omesso il vos davanti al verbo prometeray perché può essere considerato un errore di anticipo del copista infatti, al verso seguente, troviamo vos serviray. Meyer invece interviene cambiando il verbo prometeray >prometray una grafia che non corrisponde all’usus scribendi dell’autore.

1052 L’aggiunta del soggetto jou rispetta lo stile dell’autore e ristabilisce il giusto conteggio delle sillabe. La stessa congettura è stata avanzata per il v. 1664.

1065 La correzione del Meyer va>van non è completa perché non include anche la modifica de soggetto in els. Tale errore è abbastanza frequente nel testo e infatti lo ritroviamo anche ai vv. 1375, 1443, 1809, 2137, 2197, 2257, 2263.

1066 E’ un verso ipermetro (+1) che il Meyer corregge omettendo l’aggettivo bel dell’espressione topica bel pin. Noi siamo intervenuti diversamente, preferendo lasciare intatta la formula bel pin, che compare anche ai vv. 554 e 1904, ed eliminare la e congiunzione a inizio verso.

1072 Condividiamo la congettura di Meyer che omette la preposizione semplice de ristabilendo la lectio difficilior rappresentata dall’antica forma del genitivo.

1108 E’ un verso ipermetro (+1) sul quale Meyer preferisce non intervenire. Da un’attenta ricerca è risultato che la formula presente ai vv. 1107 e 1108, si ripete ai vv. 1283 e 1284:

 

1107 E va sercan de la donzella v 1283 E va sercan de la doncella

1108 apert si en trobaria novella (+1) v 1284 apert si en trobera novella

Dal confronto delle due coppie di versi notiamo che il verso 1108 è correggibile cambiando il condizionale di I forma con quello di II forma trobaria >trobera che compare nell’analogo verso 1284.

1110 Preferiamo ristabilire la metrica del verso (+1) rifacendoci al verso identico 856 e quindi elidendo la particella negativa non (no˙atrobet) in modo tale che, per aferesi, nell’espressione si contano tre sillabe e non quattro.

1115 catyeu (my) las: Verso ipermetro (+1) che, come Meyer, abbiamo corretto eliminando il pronome personale complemento my sul modello del verso 420 e soprattutto del v. 861 che riporta quasi la stessa espressione Cridant mout fort: “Las! Che faray”.

1119 Il nostro intervento, che prevede l’omissione dell’aggettivo tant, è giustificato dalla presenza ai 257 e 258 di una formula molto simile:

 

1119 E va li dir de que plorava v 257 Demandet lur de que ploravan

1120 ny per que aytal dol menava v 258 ni per que aytal dol menavan

Notiamo che al v. 257 compare l’espressione de que ploravan che, con la nostra congettura riprendiamo rigorosamente, rispettando lo stile dell’autore.

1185 [car] per tot sert: cfr. v. 67.

1186 Correzione del Meyer di ses>es che riprende il verso 830.

1192 gitet] salit: cfr. v. 2148.

1202 davant (et) d.: cfr. v. 962.

1212 Correggiamo se in sus come consiglia, in nota, Meyer perché è in questa veste grafica che la preposizione compare in questa formula topica.

1225 Correggiamo questo verso ipometro (-1) seguendo la congettura di Meyer, trasformando standut > estandut forma che troviamo ai vv. 171, 404, 1200, 1241. L’aggiunta della -e protetica regolarizza anche il verso 1236.

1227 L’omissione del verbo dich effettuata da Meyer per ristabilire la metrica, è accettabile perché questa frase è presente, senza dich, ai vv. 481, 2145, quindi si potrebbe congetturare che l’introduzione del verbo rientri nelle interpolazioni del copista.

1235 Questo verso ipometro (-1) si ripete letteralmente al rigo 1465. Li correggiamo integrando il pronome riflessivo s’>se perché al v.1581 compare la stessa forma verbale se avisset.

1242 sus] se Abbiamo operato questa correzione perché pensiamo che il se sia un errore del copista visto che siamo di fronte ad una formula, sus son escut, che si ripete più volte nel testo (cfr. v. 1212)

1260 Verso ipometro (-1) che Meyer corregge giustamente introducendo la preposizione A a inizio verso. Questa congettura è condivisa anche da van der Horst.

1261 Per ristabilire la metrica del verso omettiamo l’aggettivo possessivo nostra in primo luogo perché, come afferma anche van der Horst, essendo scritto nell’interlinea è possibile che sia frutto di un’interpolazione a posteriori del copista, e in secondo luogo la formula subre la nostra fey non compare mai nel testo. Il Meyer, in nota, suggerisce anche di cambiare la > ta.

1289 era (mot) gratïos: Per ristabilire la metrica del verso abbiamo aggiunto l’aggettivo mot rifacendoci al v. 1733 che riporta la stessa formula. Inoltre il termine gratios guasta la metrica in diversi luoghi del testo (vv. 1304, 1311, 1687, 1733) e che potremmo correggere leggendo gratïos.

1292 mer[a]veilhas: Questa semplice integrazione consigliata da Meyer, e giustificata dalla presenza di questa grafia in diversi luoghi del testo, ristabilisce anche la metrica dei vv. 1384, 1635.

1311 E’ un verso ipometro che correggiamo, come suggerisce Meyer, introducendo il pronome personale complemento li.

1315 Il manoscritto attesta sercar probabile errore per sercan. La necessità di questa correzione, per ristabilire la rima, si ripropone anche al v. 2049.

1316 Verso ipometro (-1). Per regolarizzare la metrica, Meyer aggiunge il pronome personale complemento la. Siamo d’accordo sul tipo di intervento ma non sulla sua posizione nella frase e infatti abbiamo deciso di introdurlo prima del verbo (la vogra) anziché dell’avverbio (fort la) perché in questo modo si segue maggiormente lo stile dell’autore.

1344 Gentil] Gentils Condividiamo la correzione di van der Horst perché la -s finale è un errore del copista.

Dices: Meyer corregge in dites, noi abbiamo preferito scrivere disses come ai vv.1043 e 1616.

1349 Anellet: Sia Meyer che van der Horst sono d’accordo nell’affermare che la parola doveva essere scritta anjonnelhet e che sia stata registrata in questa veste grafica, abbreviata, per questioni di metrica.

1360 vole] vol Seguiamo la congettura avanzata da Meyer basata sul confronto con i vv. 1667 e 1894.

1363-4 Per questa coppia di versi sussiste un problema di rima: e plus che tant vezer la vos / aqui senhor la vos mostray. Meyer, in nota, interviene cambiando il verso 1364 in Lai senhor mostraray la vos con l’intento di ripristinare sia la rima che la misura del verso. Secondo il nostro parere l’errore di rima non è stato commesso al verso 1364 bensì al verso 1363. Se volessimo azzardare una congettura saremmo tentati di riscrivere i due versi in questo modo:

1363 plus que tant vezer la volles

1364 lai senhor la vos mostraray

ma non risolveremmo comunque il problema di rima poiché avremmo ottenuto /é : è / solo una semplice assonanza.

1370 los .x. cavaliers [tant] malvas : Questa semplice aggiunta normalizza la metrica di questo verso ipometro (-1) ed è confermata dalla presenza al v. 703 dall’espressione tant malvat.

1373 Respon Blandin: “Verament jou la conquisterai: E’ un verso molto lungo che Meyer corregge omettendo l’espressione verament jou la. Ci chiediamo se questo verso lungo non sia il frutto di una lacuna e se all’origine non ci fosse un gruppo di versi formulari di questo tipo:

 

1373 Respon Blandin de Cornovalha

         Cortessament se Dieu me valha:

        “Verament jou la conquisteray

1374 O en la peynna jou morray

1385-6 Tutti e due i versi sono ipometri (-1) e si potrebbero correggere sostituendo le forme verbali servien (v 1385) e partien, che non compaiono in nessun altro luogo del testo, con le perifrasi van servir e van partir che invece sono ricorrenti nel romanzo.

1404 Il manoscritto riporta portals un evidente errore per portas. E’ Meyer che corregge questo termine, una congettura seguita anche da van der Horst, a causa degli aggettivi femminili che seguono questa parola.

1414 Seguiamo entrambe le congetture proposte da Meyer che da un lato correggono l’aspetto grammaticale della frase (fort[z]) e dall’altro, con l’aggiunta di una E congiunzione a inizio verso, ne ristabiliscono la metrica.

1468 Il manoscritto riporta palmes un sicuro errore per palms. Questo innocuo intervento di Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, è giustificato dal fatto che il termine palms compare al v. 1118.

1480 vera[ya]ment aquel joc: Verso ipometro (-2) che Meyer corregge sostituendo la grafia verament > verayament attestata nel testo (una congettura utilizzata anche per sanare il v. 2062), e aggiungendo l’aggettivo mal prima di joc. Nella nostra edizione abbiamo accolto solo il primo intervento perché corrisponde alle abitudini grafiche dell’autore, l’aggiunta invece appare come una forzatura.

1516 li fes [far] plassa: Verso ipometro (-1) che abbiamo corretto introducendo il verbo far ristabilendo così anche l’espressione topica far plassa che ritroviamo al v 136.

1520 de [gran] fisanza: cfr. v. 140.

1531 Verso ipometro (-1) che Meyer corregge introducendo la preposizione relativa che però preferiamo scrivere che e non que.

1532 Verso ipometro (-1) che Meyer tenta di correggere inserendo l’espressione tal.

1537 van der Horst consiglia di cambiare il termine coltel con conselh à moins qu’il n’y ait une lacune dans le récit”(van der Horst, op.cit., p. 126). Però più avanti nel testo si legge e trays la daga soptament (v 1540) dove il termine daga significa appunto ‘pugnale’. Forse c’è veramente una lacuna ma non dovuta forzatamente al copista bensì all’autore che, a seconda del pubblico o del tempo a sua disposizione, ometteva o ampliava la sua narrazione con piccoli particolari.

1554 non vos o qual (o) dir: Correggiamo questo verso seguendo la lezione riportata ai vv 1696 e 2258 che tramandano la stessa espressione.

1564 Versi ipometro (-1) che Meyer corregge aggiungendo il soggetto el al verbo podie e questa formula è attestata ai vv 941 e 1534. Maggiormente attestata però è l’espressione si podia (vv 92, 104, 150, 733) che quindi preferiamo.

1574 Verso ipometro (-1) che Meyer propone, in nota, di correggere trasformando il primo ben in bel e.

1588 a morir] a mantir Anche noi come il Meyer e van der Horst siamo propensi a pensare che mantir sia un errore di lettura del copista.

1592 La congiunzione E a inizio verso, è stata erroneamente espunta nel manoscritto; inoltre, come Meyer e van der Horst, preferiamo leggere lo in luogo di lon che appare come un errore del copista.

1600 aossel] hostel Condividiamo la correzione del Meyer e consideriamo il termine riportato nel manoscritto un errore del copista.

1604 Il manoscritto riporta alha un probabile errore per aya. Seguiamo il suggerimento di Meyer ma scriviamo aya e non aia perché questa forma verbale, in questa veste grafica, compare ai vv. 1103 e 1761.

1608 Per ristabilire la metrica del verso ipometro (-1) seguiamo la congettura di Meyer ma preferiamo scrivere donzelot, grafia che compare al v 1436, anziché donzelet forma che non ritroviamo mai nel romanzo.

1619-20 Per questa coppia di versi vi è un problema di rima (feis : pris) che possiamo risolvere correggendo feis in fes perché, oltre ad essere la forma grafica più attestata nel testo, al v. 2167 compare la stessa formula riportata al v 1619 con la variante fes, in rima con pres (v. 2168). Quindi al verso 1620 scriviamo pres, come consiglia il Meyer, in luogo di pris forma meno attestata. Inoltre la rima fes : pres la ritroviamo anche ai vv. 2187 e 2188.

1628 e (tantost de present) comanset a sospirar: Verso ipermetro (+5) che Meyer giustamente corregge omettendo l’espressione tantost de present. Da una attenta ricerca è risultato che la formula ricostruita dal Meyer e comanzet a sospirar ha una struttura che è ricorrente nel testo poiché è formata dall’unione di due espressioni di cui una è composta proprio dal verbo commensar.

 

1247 e commansseron // a plorar

1254 e commanseron // a fugir

2268 e commansseron // a sopar

1630 car [hom] l’avia d.: L’aggiunta di Meyer oltre a ristabilire la metrica del verso chiarisce anche il senso della frase.

1637 Verso ipermetro che possiamo correggere riducendo aras in ar. Questa congettura è giustificata dalla presenza al v. 1701 della stessa formula.

1645 Condividiamo la correzione di Meyer che ristabilisce la metrica del verso perché la forma verbale prege è attestata ai vv 1828, 2047, 2321.

1655 Per ristabilire la metrica e la rima del verso, Meyer sostituisce l’espressione vos requer con vol requerir.

1675 c. plassent] c. my plassent Come Meyer abbiamo omesso il pronome my perché nel manoscritto si trova nell’interlinea e appare come un’interpolazione del copista.

1678 Abbiamo considerato ses un errore del copista e per questo motivo abbiamo scritto sels.

1691 e Blandin[et] fes a.: Verso ipometro (-1) che abbiamo corretto seguendo la congettura di Meyer che riteniamo esatta perché nasce dal confronto con i vv 217 e 2255 che riportano l’identica formula. Lo stesso intervento è stato attuato al v. 1743 (cfr. v. 2203).

1698 Verso ipometro (-1) che abbiamo regolarizzato seguendo il suggerimento di Meyer, introducendo l’avverbio si < ayssi.

1709 Il manoscritto riporta plais un evidente errore per plas. Questa correzione effettuata da Meyer, che ha il fine di ristabilire la rima del verso, è stata fatta anche ai vv. 1854, 2321, 2345.

1712 Il manoscritto riporta atrobares un probabile errore per trobares. Questa correzione di Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, è giustificata dalla presenza nel testo di entrambe le forme.

1716 Meyer corregge la grafia del verbo venrra > venra. La grafia originaria venrra compare però anche al v 1846 e invece quella congetturata dal Meyer non è presente nel manoscritto.

1734-1736 L’integrazione di Meyer (ausel[s], bonne[s]), condivisa anche da van der Horst, corregge un errore grammaticale compiuto sicuramente dal copista.

1748 Tra d’ e a damaysela vi sono, nel manoscritto delle lettere illegibili, ed è probabile che ci fosse l’articolo una come afferma Meyer.

1770 Seguiamo la congettura di Meyer che consiglia di correggere questo verso ipometro (-1) sostituendo l’espressione e che che compare solo in questo verso, con la formula per so che che invece ritroviamo ai vv 709, 783, 839, 1653.

1787 e dic vos che aquo mi plais] e dic vos che mot mi plais: Per ristabilire la metrica del verso Meyer introduce l’aggettivo be (e dic vos be che m…) ma l’espressione dic vos be non compare altrove nel testo. Abbiamo preferito sanare il verso cambiando l’espressione mot mi plais in aquo mi plais che non guasta e non muta il senso della frase e che, inoltre, è una formula ricorrente (cfr. vv. 1709, 1833, 2306, 2345).

1796 Pensar o p] Pensar vos o p. L’espunzione effettuata da Meyer ristabilisce la metrica e inoltre rispetta lo stile dell’autore perché l’espressione o podes compare in diversi luoghi del testo.

1825 E puys(ses) quant venc mich jort passat. Il primo intervento di Meyer (puysses > puys) ristabilisce la metrica del verso. Il secondo intervento del critico (nuich > mich) ridà senso alla frase anche perché l’espressione mich riprende ciò che l’autore ha detto nel verso precedente ovvero: v 1824 tro fon mich jort dins aquel ort. E’ possibile ipotizzare che nell’atto della copia lo scriba abbia confuso le lettere mi / my con nui.

 

1827 v 1826 Brianda dis e a parlat:

1827 “Blandinet lo myen senhor

Il verso 1827 è ipometro (-1) e Meyer lo corregge introducendo l’aggettivo car prima del termine senhor, rifacendosi, probabilmente, al v. 1875 dove compare la frase ben vesse lo myen car senhor. Un altro tipo di congettura consiste nel cambiare la punteggiatura e scrivere:

1826 Brianda dis e a parlat

1827 [a] Blandinet: “Lo myen senhor

1830 Verso ipometro (-1) che Meyer propone in nota di correggere sostituendo l’articolo lo con il dimostrativo aquest.

1845 L’aggiunta introdotta da Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, sembra corretta perché la formula che vos prengas compare anche al v. 1647.

1851 [na] Brianda // jou (vos) dich vos ay: Anche se la metrica è esatta la frase è contorta. Il Meyer infatti omette, nel secondo emistichio, il primo vos, una congettura che approviamo perché al v. 965 compare la formula jou dich vos ay. D’altro canto questo intervento guasta la metrica e Meyer la ristabilisce introducendo a inizio verso Na ‘signora’, un’espressione usata dall’autore ai versi identici 2356 e 2374. L’inserimento di questo appellativo è stato impiegato anche per regolarizzare i vv. 2355, 2373.

1858 Per ristabilire la metrica del verso, Meyer interviene abbreviando consy > con col significato di ‘come’.

1918 Il manoscritto riporta vim un evidente errore per venguem. Questa correzione apportata da Meyer ristabilisce la rima e la metrica del verso. E’ accettabile anche se questa forma verbale non compare nel romanzo, del resto anche la forma vim è attestata solo in questo verso.

1927 senhor si] senhor mi si L’omissione del pronome personale mi, ipotizzata anche da van der Horst, è giustificata dal fatto che nel manoscritto si trova nell’interlinea, quindi è possibile che sia stato introdotto più tardi.

1931 Blandin] Blandinet L’intervento di Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, è giustificato dalla frequente presenza nel testo della formula Respon Blandin (23 volte).

1948 anc] aoc L’espressione si ripete anche al v. 2026 ed è frutto di un errore di lettura da parte del copista.

1961 Per ristabilire la metrica del verso Meyer preferisce scrivere aital in luogo di tal. Condividiamo questo intervento perché non cambia il senso della frase ma preferiamo la grafia aytal perché, a differenza di quella proposta da Meyer, compare in più luoghi del testo.

1967 E dis ly: “Prodom Dieus te sal] E dis ly: “O prodome Dieus te salve Il verso così come compare nel manoscritto è ipermetro (+2) e le correzioni di Meyer hanno il fine di ristabilire la metrica. Esse sono accettabili perché nascono dal confronto con il v. 2041 che presenta la stessa formula, corretta. La congettura che vede la sostituzione della forma prodome > prodom è utilizzata anche ai vv. 2003 e 2051 (cfr. vv. 794, 2039, 2041).

1981 puys[sas] cfr. v. 2017.

1985 e intret s’en per [lo] sandier. La correzione di Meyer del verbo intren in intret rende il verso grammaticalmente esatto e l’aggiunta di lo è giustificata dalla presenza di un verso identico al rigo 2015.

2006 Come giustamente afferma van der Horst: “Il y a quelques mots illisibles; évidemment il s’agit de Cornoalha et de bon comme le suppose Meyer”(van der Horst, op. cit., p. 135).

2016 La mancanza della -z finale nel termine jort, che marca il plurale, è un errore del copista. Al plurale, infatti, l’autore scrive jors (v 1947) o appunto jortz (v 2378).

2034 Verso ipometro (-1). Seguiamo la correzione di Meyer e sostituiamo don con d’un. Il critico inoltre, per ristabilire la metrica, trasforma il termine ribba in ribeira.

2054 Verso ipometro (-1) che Meyer corregge introducendo l’espressione ges (Che non son ges bonas ni belas). Questo tipo di frase non è mai ripetuta nel testo ma l’espressione ges è ricorrente.

2070 ms: Car jou vuelh parlar amb el. Verso ipometro (-1), ma al v. 2084 leggiamo Car jou li volho parlar amb el, verso ipermetro (+1). Confrontandoli correggiamo il v. 2070 introducendo li prima del verbo e sostituendo, al v. 2084 vuelh a volho.

2082 preg[e]: cfr. vv. 1828, 2047, 2321.

2091 Per correggere la metrica di questo verso ipermetro, a differenza di Meyer che cambia adonc > donc una grafia non attestata nel codice, sostituiamo l’avverbio adonc con la congiunzione E.

2114 Il manoscritto riporta metaray un probabile errore per metray.Questa correzione di Meyer, che ristabilisce la metrica, è giusta perché al v. 2327 compare la forma verbale metray.

2133 E Blandin[et] fes a[y]trestal: cfr. vv. 217, 2255, 2351.

2134 come valen] molt valentement cfr. v. 24.

2144 Preferiamo correggere la metrica del verso integrando la o al già presente articolo plurale anzicché trasformarlo, come fa Meyer, in en.

2155 batalhon] batalheron: cfr. v. 417.

2157-8 van der Horst suggerisce di correggere la grafia dei termini convench e alench in conven e alen (van der Horst, op. cit., p. 135). Effettivamente le due espressioni appaiono scritte con questa -ch finale solo in questo luogo del testo.

2196 Abbiamo preferito la grafia tengron a tencheron registrata nel manoscritto perché compare in un verso molto simile (543).

2206 Per ristabilire la metrica del verso abbiamo aggiunto il pronome complemento lo che, inoltre, rende più lineare il senso della frase e lo avvicina al verso 1858.

2219 Verso ipermetro (+1). L’errore sta, senza dubbio, nel verbo dicas un congiuntivo presente scritto graficamente male (digas). A differenza di Meyer che, per ristabilire il conteggio delle sillabe omette la preposizione a, noi preferiamo cambiare dicas > di.

2221 Come giustamente afferma van der Horst: “Nous voyons dans s’anvasset une méthathèse pour s’avansset” (van der Horst, op. cit., p. 139)

2223 Per ristabilire la metrica del verso preferiamo scrivere atrobet, grafia attestata più volte nel testo, in luogo di trobet perché pensiamo sia un intervento più economico rispetto a quello attuato da Meyer che aggiunge una E congiunzione a inizio verso.

2238 L’aggiunta di Meyer, che ripristina il giusto conteggio delle sillabe, è confermata dalla presenza al v.1782 della formula mot alegra.

2249 Per ripristinare la metrica del verso Meyer sostituisce il verbo forem con son. La forma forem compare solo in un altro luogo del testo, invece son è molto corrente.

2273 Per ristabilire la metrica, abbiamo preferito modificare la grafia di home in hom, che compare nel testo, e non ridurre, come fa Meyer, il verbo pense in pens.

2283 Siamo d’accordo con Meyer nella correzione di li > si per ristabilire il senso della frase.

2286 Verso ipermetro (+1) che Meyer regolarizza, secondo noi giustamente, riducendo il nome Blandinet > Blandin.

2288 Meyer considera questo verso ipermetro e lo corregge riducendo la forma del verbo tengheron > tengron. La formula presente al v. 2288 si ripete esattamente al v. 580 e, per il fenomeno della sineresi, possiamo contare nell’espressione e aqui, 2 sillabe anzicché 3.

2292 Verso ipometro (-1) che regolarizziamo facendo precedere l’espressione humil dall’aggettivo tant, considerando che la formula tant humil compare al v. 1844.

2294 Verso ipometro (-1) che correggiamo introducendo l’espressione ges prima della formula point d’autrage.

2371 Il manoscritto riporta vengheron un evidente errore per vengron. La correzione di Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, è giustificata dalla presenza della grafia vengron al v. 917.

2381 L’integrazione di Meyer, che ristabilisce la metrica del verso, è giustificata dalla presenza di una formula analoga al v 159.

2394 don] dopo questo termine il ms. presenta l’articolo la e la lettera b entrambe espunte ma la a dell’articolo femminile è stata interpolata nell’espressione tipicamente italiana a tut e a tute” che il Meyer consiglia, giustamente, di omettere.