Testo: Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003. Mss.: A 179v-180r, C 386v-387r, D 145r, E 218v-219r, I 154r e v, K 140r e v, N 275v-276r, a1 566v-567r, si trovava anche in R 74, ma la cobla è andata persa. Edizioni critiche: Fritz Naudieth, Der Trobador Guillem Magret, Halle 1914 (Beihefte zur Zeitschrift für Romanische Philologie, 52), p. 135; Rossella Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003. Metrica: a7 a7 a7 b7’ a7 a7 a7 b7’ (Frank 46:2). Sei coblas doblas di otto versi ciascuna più due tornadas di quattro versi. Note: Non compaiono nel testo elementi che permettano di formulare ipotesi di datazione. Naudieth, che ha studiato l’opera di Guilhem Magret con il quale Guilhem Rainol d’At si misura in questa tenzone, è riuscito a datare con certezza un solo componimento, Ma domna·m ten pres (BdT 223.4), scritto in occasione del ritorno di Pietro II da Roma nel 1204 e a fissare il periodo di vita e di attività di questo trovatore fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Sicuramente Magret è più anziano di Guilhem Rainol dal momento che quest’ultimo lo chiama «vielh» (v. 37), quindi il testo va collocato con ogni probabilità fra gli ultimi di Magret. – La tenzone è costituita da un serrato scambio di versi nei quali ciascuno dei due trovatori deride l’avversario e ironizza sui suoi vizi attraverso la creazione di divertenti immagini e brevi e pungenti battute. I temi, il linguaggio e l’intento derisorio-umoristico accomunano questo testo ad alcune coblas prodotte qualche decennio dopo, durante il periodo della diaspora dei trovatori nelle corti d’Italia e di Spagna seguita alla Crociata Albigese. Si tratta di strofe scritte in tono colloquiale, che rasenta a volte l’osceno, e con l’esclusivo scopo di divertire e suscitare l’ilarità del pubblico. Temi frequenti in questi testi sono le prostitute, le taverne, il gioco d’azzardo e la descrizione caricaturale dell’avversario, del quale vengono ironicamente elencati i difetti e le deformazioni fisiche.Nellaprima cobla Guilhem rimprovera a Magret il suo ossessivo amore per il vino che lo spinge a ‘piantare le tende’ ovunque fiuta odori di taverna. Nella seconda cobla prende la parola Magret, che si vanta di essere reduce da un incontro galante e afferma di considerare la poesia un semplice gioco e un mezzo per deridere l’avversario. Nella terza cobla la penna di Guilhem Rainol è abilissima nel tracciare una divertente descrizione di Magret che il vino ha reso magro e povero, tanto che è costretto a nutrirsi delle pustole che ha sulla fronte. La quarta cobla contiene la controffensiva di Magret che incentra il suo scherno sul ricordo della vita conventuale intrapresa da Guilhem Rainol e poi abbandonata per amore della poesia. I due temi vengono poi ripresi con la creazione di immagini sempre più caricaturali, anche nelle coblas successive. [RB] Guilhem Rainol d’At Guilhem Magret |