Testo: Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003. Mss.: Da 170v, H 44r e v, I 143r e v, K 129r. Edizioni critiche: Adolf Kolsen, Dichtungen der Trobadors, Halle 1916, p. 6; Angelica Rieger, Trobairitz, Tübingen 1991, p. 341; Rossella Bonaugurio, Rialto 7.vi.2003. Metrica: a10 a10 b10 b10 a10 b10 (Frank 91:3). Sei coblas doblas di sei versi ciascuna. Note: Mancano elementi interni al componimento che ne permettano la datazione. È importante segnalare che questo testo e Auzir cugei (BdT 231.1) sono trasmessi dagli stessi testimoni sempre nello stesso ordine (prima Quant aug chantar e poi Auzir cugei); inoltre le loro tradizioni manoscritte hanno lo stesso stemma codicum; è agevole quindi concludere che fin dall’archetipo i due testi erano trascritti in questo ordine o che, comunque, Quant aug precedeva Auzir cugei. – Come anche in Auzir cugei (BdT 231.1) lo scambio di coblas avviene fra un seigner ed una domna. La prima cobla contiene l’esordio stagionale, topos della lirica cortese, qui insolitamente ricco di specie di uccelli poco ricorrenti nelle poesie trobadoriche. Nella seconda cobla la dama rimprovera al seigner di mostrarsi ostile verso di lei, sebbene segretamente sia felice della fedeltà che lei gli dimostra sottraendosi agli sguardi degli altri pretendenti. La terza cobla è un’insolita dichiarazione d’amore tutt’altro che cortese: il seigner afferma di aver abbandonato, in seguito ai divieti della domna, la frequentazione delle giostre e dei cortei cavallereschi e di preferire la vita domestica (i dolci al formaggio e il pane intinto nella salsa). Nella quarta cobla la domna si rivela tutt’altro che fedele e devota: chiede al seigner di vendere il suo maiale più bello per far confezionare una mantellina a Miquel, un giovane e avvenente pastore del quale si è invaghita. Nella quinta cobla arriva la fulminea risposta del seigner che afferma che mai e poi mai Miquel vivrà nella loro casa e che piuttosto preferirebbe che il giovane traditore venisse impiccato. Nella sesta cobla la domna accende ulteriormente la gelosia del seigner additandogli un giovane «impennacchiato» come un cavaliere che le ha fatto tante dimostrazioni d’affetto da spingerla a ricompensarlo e «dare un pollo al suo terzuolo». Come per Auzir cugei (BdT 231.1) il linguaggio attinge dalla vita domestica, dai suoi luoghi e dai suoi valori. Ambienti domestici sono il granaio e il solaio del v. 12; semplici e frugali sono i cibi elencati al v. 18 («flauzons e sopas en sabrier») e animali domestici sono il «porc faissat» (v. 20) e il «bous cornutz» (v. 35). Inoltre, come in BdT 231.1, in questo componimento sono numerose le allusioni oscene, qui costruite con il ricorso a termini presi in prestito dalla falconeria. [RB] Guilhem Rainol d’At |