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Guillem de la Tor, Canson ab gais motz plazens (BdT 236.2)


 

Circostanze storiche

 

 

 

 La canzone, che esprime i concetti dell’ortodossia amorosa cortese (la sofferenza, il rifiuto da parte della dama, la salda speranza nobilitano l’amante), è dedicata, nella seconda tornada, a Na Joana...d’Est, cioè Giovanna d’Este consorte di Azzo VII d’Este tra il 1221 e il 19 novembre 1233, data della morte. La canzone si colloca dunque nell’ambiente della corte estense al tempo di Azzo VII, quando la moglie del marchese d’Este fu protagonista di un’intensa attività di mecenatismo (cfr. Folena 1990, pp. 29-58). Di essa beneficiarono, oltre a Guillem de la Tor, Aimeric de Pegulhan (cfr. D’aisso don hom a longamen, BdT 10.17), Peire Guillem de Luserna (cfr. En aquest gai sonet leuger, BdT 344.3) Uc de Saint Circ (cfr. Ses dezir e ses razo, BdT 457.35 per la strofa contenuta solo in D, secondo Folena 1990, p. 53 e Bettini Biagini 1981, p. 99) e una serie di poeti anonimi, autori di Arnaldon per na Johana (BdT 461.27a), Lai un fis prez nais e floris e grana (BdT 461.144), L’altrer fui a Calaon (BdT 461.147) e Ki de placers e d’onors (BdT 461.209a): cfr. Bettini Biagini 1981 e Canettieri 1992. Forse anche Arnaut Catalan fu alla corte estense, in quanto coautore presunto del già citato BdT 461.27a con i connessi BdT 461.147 e 461.209a, ma il solo argomento a favore è che Arnaut dica d’esser stato in Lombardia in Lanquan vinc en Lombardia (BdT 27.6): l’identificazione è già in Schultz-Gora 1885, p. 129, nota 12, ed è riproposta dubitativamente da Bertoni 1915, p. 18, e con più convinzione da De Bartholomaeis 1931, vol. II, pp. 124-125, Blasi 1937, p. XIII, Folena 1976, p. 54; è data per acquisita da Canettieri 1992, p. 159, e Gatti 2017 (benché Lewent 1919, p. 623, Jeanroy 1930, p. 15, nota 2 e Appel 1933, p. 563 nota 1, la dichiarassero sospetta). Per quanto riguarda la canzone qui in oggetto, Bettini Biagini 1981, pp. 94-96 e 101 ha tentato di restringere l’arco temporale di composizione del testo al 1221-1226, in quanto, a suo avviso, la fortuna degli Este e della corte di Calaone decrebbe negli anni posteriori al 1226 quando il potere estense fu ridimensionato dall’ascesa dei Sanbonifacio e dei da Romano presso cui si trasferirono i trovatori, ma Negri 2006, p. 126, ha mostrato che tale ridimensionamento è infondato sul piano patrimoniale e politico.

 

 

 

Bibliografia

 

Appel 1933

Karl Appel, «Zu Arnaut Catalan», Zeitschrift für romanische Philologie, 53, 1933, pp. 559-566.

 

Bertoni 1915

Giulio Bertoni, I trovatori d’Italia. Biografie, testi, traduzioni, note, Modena 1915.

 

Bettini Biagini 1981

Giuliana Bettini Biagini, La poesia provenzale alla corte estense. Posizioni vecchie e nuove della critica e testi, Pisa 1981.

 

Blasi 1937

Ferruccio Blasi, Il trovatore Arnaut Catalan, Genève-Firenze 1937.

 

Canettieri 1992

Paolo Canettieri, «Na Joana e la sezione dei descortz nel canzoniere provenzale N», Cultura neolatina, 52, 1992, pp. 139-165.

 

De Bartholomaeis 1931

Vincenzo de Bartholomaeis, Poesie provenzali storiche relative all’Italia, 2 voll., Roma 1931.

 

Folena 1990

Gianfranco Folena, «Tradizione e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete», in Id., Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova 1990, pp. 1-137.

 

Gatti 2017

Luca Gatti, «I trovatori alla corte estense: nuove prospettive», in L’Italia dei trovatori, a cura di Paolo Di Luca e Marco Grimaldi, Roma, Viella, 2017, pp. 163-178.

 

Jeanroy 1930

Alfred Jeanroy, «Les troubadours dans les cours de l’Italie du Nord au XIIe et XIIIe siècles», Revue historique, 164, 1930, pp. 1-25.

 

Lewent 1919

Kurt Lewent, «Drei altprovenzalische Gedichte auf Johanna von Este», Zeitschrift für romanische Philologie, 39, 1919, pp. 619-627.

 

Negri 2006

Antonella Negri, Le liriche del trovatore Guilhem de la Tor, Soveria Mannelli 2006.

 

Schultz-Gora 1885

Oskar Schultz-Gora, «Zu den Lebensverhältnissen einiger Trobadors», Zeitschrift für romanische Philologie, 9, 1885, pp. 116-135.

 

Giorgio Barachini

10.ii.2020


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