I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
Strofi aggiunte nei mss. C, Mün, R e T
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.
I. Re glorioso, vera luce e splendore, Dio poderoso, signore, se a voi piace, al mio compagno siate di fedele aiuto, perché non l’ho visto da che è arrivata la notte, e presto sarà l’alba.
II. Bel compagno, dormite o vegliate? Qualsiasi cosa facciate, alzatevi in piedi, perché a oriente vedo che si è levata la stella che porta il giorno: l’ho ben riconosciuta, e presto sarà l’alba.
III. Bel compagno, io vi chiamo cantando; non dormite più, perché odo cantare l’uccello che va cercando il giorno nella boscaglia, e ho paura che il geloso vi assalga, e presto sarà l’alba.
IV. Bel compagno, affacciatevi alla finestra e guardate i segni del cielo: capirete se vi sono fedele messaggero. Se non lo fate, sarà vostro il danno, e presto sarà l’alba.
V. Bel compagno, da quando vi ho lasciato non ho dormito e non mi sono mosso dallo stare in ginocchio, anzi ho pregato Dio, il figlio di Santa Maria, che mi restituisse voi come leale compagnia, e presto sarà l’alba.
VI. Bel compagno, lì fuori sui gradini mi pregavate di non appisolarmi e che anzi vegliassi tutta la notte fino al giorno. Ora non vi piace il mio canto né la mia compagnia, e presto sarà l’alba.
Edizione: Costanzo Di Girolamo 2009, con modifiche; traduzione e note: Costanzo Di Girolamo. – Rialto 10.xi.2009.
C 30, E 56, Mün (München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 759, guardia anteriore), P 19 (Gui d’Uisel), R (con melodia) 8, Sg 80, T (anonimo) 86.
Edizioni critiche: Adolf Kolsen, Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, 2 voll., Halle 1910-35, vol. I, p. 342; Ruth Verity Sharman, The Cansos and Sirventes of the Troubadour Guiraut de Borneil: A Critical Edition, Cambridge 1989, p. 365; Gérard Gouiran, «Et ades sera l’alba». Angoisse de l’aube. Recueil des chansons d’aube des troubadours, Montpellier 2005, p. 30; Christophe Chaguinian, Les albas occitanes, transcription musicale et étude des mélodies par John Haines, Paris 2008, p. 127; Costanzo Di Girolamo, «L’angelo dell’alba. Una rilettura di Reis glorios», Cultura neolatina, 69, 2009, pp. 59-90, a p. 68 (apparato basato su Mün e discussione testuale in id., «Un testimone siciliano di Reis glorios e una riflessione sulla tradizione stravagante», Cultura neolatina, 70, 2010, in stampa).
Altre edizioni: Carl Appel, Provenzalische Chrestomathie mit Abriss der Formenlehre und Glossar, Leipzig 1895, p. 91; Karl Bartsch - E. Koschwitz, Chrestomathie provençale (Xe-XVe siècle), Marburg 1904, c. 109; Vincenzo Crescini, Manuale per l’avviamento agli studi provenzali, Milano 1926, p. 212; Martín de Riquer, Los trovadores. Historia literaria y textos, Barcelona 1975, p. 511 (testo Kolsen); Elisabeth W. Poe, «The Lighter Side of the alba: Ab la genser que sia», Romanistisches Jahrbuch, 36, 1985, pp. 87-103, a p. 98 (base: C); Frede Jensen, Troubadour Lyrics: A Bilingual Anthology, New York 1998, p. 210 (base: C).
Modifiche al testo di Di Girolamo 2009: 1 clartatz > clardatz, 9 be > ben (3.vi.2010).
Metrica: a10 a10 b10’ b10’ C6’ (Frank 156:2). Tolte le strofi giudicabili apocrife aggiunte da C, Mün, R e T, sono sei coblas doblas di cinque versi, di cui l’ultimo refranh. Lo schema a coblas doblas è trasmesso solo da C, che tuttavia tra la quinta e la sesta strofe inserisce una cobla apocrifa con le stesse rime delle strofi contigue (T dopo la quarta fonde i primi due versi della sesta con il terzo e il quarto verso della quinta, con questo risultato: «Bell conpagnos, sa foira al peirons / mi pregest vos c’ieu non fos soniglhos; / non dormi puois prei santa Maria / ce vos mi rendes ma lial conpagnia, / ce venguda es l’alba»). Ordine delle strofi:
C |
I |
II |
III |
IV |
V |
C1 |
VI |
|
|
|
EPSg |
I |
II |
III |
V |
IV |
|
VI |
|
|
|
R |
I |
II |
III |
V |
IV |
|
VI |
|
|
R1 |
T |
I |
II |
III |
IV |
|
VI-V |
|
T1 |
T2 |
T3 |
Mün |
I |
III |
IV |
V |
II |
|
|
|
Mün1 |
|
Si individuano due gruppi: EPSg/CRTMün. L’edizione è basata su C, come quelle di Kolsen e di Sharman, mentre Gouiran e Chaguinian adottano come base R. Gli interventi principali riguardano due aggiustamenti della flessione (ms. 4 nuech e 23 Dieus) e un intervento a 17 (ensenhas in ERMün in luogo di estelas CPSgT, lezione trasversale ai due gruppi, ma facilior e forse errore di ripetizione da 8). A 7 la lezione originale, sebbene gravemente alterata (cal kifazas sta suliuas) probabilmente per l’incomprensione della rara locuzione avverbiale en estans, sembra conservata dal solo Mün: tutti gli altri testimoni anticipano al primo emistichio il primo emistichio di 12, al secondo EPRSg ripropongono il secondo di 2 (creando un mot tornat), mentre C e T innovano ciascuno a modo suo (suau vos ressidatz C, qe·l giorn es apropciatç T).