English translation [LP] I. At the time when I see leaves and flowers falling and the birds in despair because of the harsh weather that has turned and turned them about, I see many high barons similarly changed and the world turned to bleakness, for wisdom and merit, worth and loyalty, through which a man was valued, used to guide them, but now there is no desire in them to perform any valiant deed. II. And before us stands the mirror which was given in common to us all, Jerusalem, where Jesus was bound and received death upon the true cross, and his body placed in the true sepulchre; and it would be good not to forget such a rich mirror that will soon be destroyed if we do not rescue it from the infidels. III. And if all remembered the great love that God showed us, Jerusalem would certainly be better protected, and there would be more crusaders there; but now the time has come when people desire nothing but getting rich, yet we know for sure that we shall all be judged, good and evil, according to our sins, before the high king, on the Day of Judgment. IV. So I wish the preaching clergy would make the passage to Outremer beyond Tyre, together with the English king and his brother Richard, and the valiant king who rules Aragon, and the one of France, and the prince with his men, and that they would do battle with the pagans; then, I believe, the precious mirror that is the light of salvation would be liberated. V. Ah! let anyone who desires to acquire wisdom and worth make his way to that place where all good things grow in abundance, joy and firmness of heart and all loyalty, to Castile, to the valiant king lord Alfonso: for he is the leader of reputation and honour, and through him pagans are constantly being humbled, and through him the duty to the mirror is honoured, for he puts into it heart and mind and courage. VI. May God let us act and speak in such a way as to be saved, and for the good, honoured Castilian king, let Him long increase his joy in life.
Italian translation [lb] I. Nel momento in cui vedo le foglie ed i fiori che cadono e gli uccelli in preda alla disperazione a causa del cattivo tempo che li ha rivoltati e rigirati, allo stesso modo vedo molti alti baroni cambiati e il mondo ridotto alla desolazione, poiché la saggezza e il pregio, il valore e la lealtà, per i quali un uomo era stimato, solevano guidarli, ma ora non c’è in loro nessun desiderio di compiere alcun atto valoroso. II. E davanti a noi sta lo specchio che è stato dato in comune a tutti noi, Gerusalemme, dove Gesù fu legato e ricevette la morte sulla vera croce e il suo corpo fu deposto nel vero sepolcro; e sarebbe bene non dimenticare uno specchio così prezioso, che sarà distrutto entro breve tempo se non lo riscattiamo dagli infedeli. III. E se tutti si fossero ricordati del grande amore che Dio ci ha dimostrato, Gerusalemme sarebbe certamente stata difesa meglio e ci sarebbero stati più crociati laggiù; ma ora è giunto il tempo in cui non si desidera altro che diventare ricchi; eppure sappiamo con certezza che saremo tutti giudicati, buoni e cattivi, secondo i nostri peccati, davanti all’alto re, nel giorno del giudizio. IV. Perciò vorrei che i chierici predicatori fossero passati oltremare al di là di Tiro, insieme al re inglese e a suo fratello Riccardo, e al valoroso re che governa l’Aragona e a quello di Francia, e al principe con i suoi uomini, e che stessero combattendo contro i pagani; allora, sono certo, sarebbe liberato lo specchio prezioso che è la luce della salvezza. V. Ah! che chiunque desideri acquistare saggezza e valore si diriga verso quel luogo dove tutte le cose buone crescono in abbondanza, la gioia e il coraggio, e ogni lealtà, in Castiglia, dal valente re don Alfonso, poiché egli è l’esempio della reputazione e dell’onore e da lui i pagani sono costantemente umiliati, e da lui il dovere verso lo specchio è onorato, poiché egli pone in esso il cuore e la mente e il coraggio. VI. Dio ci lasci agire e parlare in modo da essere salvati, e al buon onorato re di Castiglia accresca la gioia e la vita per lungo tempo.
Text: Sakari 1963. – Rialto 25.x.2012. Ms.: C 133r. Critical edition: Aimo Sakari, «La chanson de croisade El temps quan vey cazer fuelhas e flors», Neuphilologische Mitteilungen, 64, 1963, pp. 105-124. Other editions: Saverio Guida, Canzoni di crociata, Parma 1992, p. 262 (text Sakari); Linda Paterson, «James the Conqueror, the Holy Land and the troubadours», Cultura neolatina, 71, 2011, pp. 211-286 (p. 216; text Sakari). Versification: a10 b10 b10 c10 d10 b10 b10 d10 (Frank 736:1), -ors, -atz, -os, -en. Five coblas unissonans and one three-line tornada, unicum. Note: Stanza IV refers to Henry III of England, Richard of Cornwall, Jaume I of Aragon («the Conqueror»), Louis IX of France, Alfonso X of Aragon, and Louis’ son prince Philippe, the future Philippe III («le Hardi»), who accompanied him on his second crusade. The song was probably composed soon after Louis had announced his expedition in 1267. For further details see Paterson, «James the Conqueror», pp. 218-219. [LP, lb] |